Ovunque tu sarai
Ovunque tu sarai è il primo lungometraggio di Roberto Capucci, regista classe 1975 al suo esordio cinematografico dopo una lunga gavetta nel mondo della pubblicità, dei videoclip e del cortometraggio. L’idea di realizzare un road-movie, che racconti un’amicizia tra personaggi diversi uniti dalla passione per il calcio, prende forma un pomeriggio a Parco Oppio, a Roma, durante un incontro tra il regista e Francesco Apolloni, l’attore di Scusa ma ti chiamo amore e Scusa se ti voglio sposare, che firma insieme a Capucci la sceneggiatura. Francesco, Carlo, Loco e Giordano (Primo Reggiani, Ricky Memphis, Francesco Apolloni e Francesco Montanari), amici da una vita, decidono di festeggiare l’addio al celibato di Francesco e con l’occasione di andare in trasferta a tifare la loro squadra del cuore, “la maggica” Roma. Intraprendono così un viaggio rocambolesco in pulmino verso il Santiago Bernabéu, il mitico stadio di Madrid, per assistere alla storica partita degli ottavi di Champions League tra la Roma e il Real Madrid. Ma una serie di imprevisti, tra cui l’incontro con la cantante spagnola Pilar (Ariadna Romero), creerà scompiglio nel gruppo, portando a galla segreti e conflitti latenti e generando inevitabili riflessioni esistenziali che cambieranno le vite dei protagonisti al loro ritorno a casa. Roberto Capucci è cresciuto all’interno di un ambiente famigliare stimolante e creativo, in cui si respira da subito l’aria dei tempi: il padre Fabrizio, attore e produttore, è stato il paparazzo de La dolce vita di Fellini; lo zio omonimo, stilista di grande fama, si è imposto per decenni sulle scene della moda italiana, contribuendo a delineare negli anni il gusto dell’italian style. Ed è proprio seguendo le orme della tradizione nazional-popolare che Capucci sposa il genere della commedia all’italiana restando fedele alla sua struttura più classica e commerciale. Il film, che si rivolge al grande pubblico, si ispira esplicitamente a Febbre a 90° e strizza l’occhio ai grandi successi di botteghino degli anni ’80 e ’90 inserendo tutti gli ingredienti necessari a farne un prodotto appetibile, senza avvertire la necessità di aprirsi a un linguaggio più moderno e innovativo seguendo la strada, ad esempio, di una recente commedia di successo come Smetto quando voglio. Le personalità eccentriche ideate da Capucci e Apolloni in fase di scrittura, complice anche la regia, permettono agli attori di muoversi a loro agio all’interno di caratterizzazioni comiche ben assortite. Il maniacale e pauroso Montanari regala probabilmente l’interpretazione più riuscita: non a caso una delle scene più originali e suggestive del film è proprio quella in cui Giordano, elegantissimo nel suo frac d’ordinanza, ripercorre con precisione ossessiva, per l’ennesima volta, tutti i riti scaramantici che precedono ogni partita della Roma. Il film ha l’ambizione di parlare anche dei grandi temi dell’amicizia e dell’amore, ma probabilmente è proprio nel racconto della passione per il calcio, una passione in grado di unire generazioni diverse e di trasformarsi in una professione di fede, che il film trova i suoi accenti più sinceri e riusciti, soprattutto in un contesto come quello romano, che vive quotidianamente il calcio in tutti i suoi eccessi, facendo del tifo un importante fattore antropologico, spesso enfatizzato dalla rivalità storica tra le due opposte tifoserie. Forse il regista, di dichiarata fede giallorossa, avrebbe fatto meglio a concentrarsi maggiormente su quello, restando fedele all’immagine di quel bambino, descritto in un flashback, che nell’84 assiste davanti al televisore al rigore sbagliato da Ciccio Graziani nella finale di Coppa dei Campioni.
(Ovunque tu sarai); Regia:Roberto Capucci; sceneggiatura: Roberto Capucci, Francesco Apolloni; fotografia: Andrea Arnone; montaggio: Francesco Galli; musica: Marco Conidi, Daniele Bonaviri, Valerio Calisse; interpreti:Ricky Memphis, Primo Reggiani, Francesco Montanari, Francesco Apolloni, Ariadna Romero; produzione: Camaleo srl, Ulula Films sl; origine: Italia, Spagna 2016; durata: 89’