Palaexpo’

Il Palazzo delle Esposizioni riapre con tremila metri quadri dedicati all’arte, auditorium e sala cinematografica. Il nuovo centro culturale polifunzionale capitolino, dopo un restauro durato cinque anni, è stato restituito alla città rinnovato e moderno. Palazzo delle Esposizioni apre al pubblico con tre mostre dedicate a grandi nomi del panorama artistico internazionale, Rothko, Kubrick e Ceroli. Dopo un’assenza che si è prolungata oltre 30 anni, l’esposizione monografica dedicata Mark Rothko e curata da Oliver Wick, offre un’occasione unica per fruire di oltre 70 opere che coprono tutta la produzione artistica del pittore americano. Il percorso si apre con le opere giovanili dall’impianto figurativo di matrice espressionista e prosegue con opere d’ispirazione surrealista che offrono un’anticipazione della sua produzione artistica successiva. A questo proposito è di notevole interesse l’album di schizzi che rinviano ai “Multiform”, lavori che porteranno l’artista verso uno sviluppo astratto del suo linguaggio. Rothko raggiungerà la maturità artistica intorno agli anni ’50, quando le sue grandi tele conquisteranno un apparente equilibrio formale. Alcune tra queste opere, dopo essere state esposte alla Biennale di Venezia del 1958, definiranno il suo valore artistico in ambito Europeo. Essere uno dei protagonisti del mondo dell’arte astratta occidentale lo avvicinerà ad Antonioni, regista italiano molto attento agli sviluppi della pittura astratta. Nel suo primo film a colori, Deserto Rosso (1963), l’influenza dell’opera di Rothko appare evidente nell’uso del colore applicato alle location, saturate artificialmente con tinte intense e monocromatiche. In questi anni Rothko si dedica ai “Blackform”, grandi tele in cui l’artista segue la sua forte pulsione nel creare uno spazio spirituale in grado di dialogare con lo spettatore in un’atmosfera di concentrazione e meditazione. La massima espressione di questa sobrietà saranno i “Black on Gray”. Dedicata ai cinefili, la retrospettiva su Stanley Kubrick, curata da Hans-Peter Reichmann, conduce il pubblico appassionato dentro i capolavori e dietro la macchina da presa di uno dei più grandi registi della storia del cinema. Grazie alla collaborazione con gli archivi dello Stanley Kubrick Estate è stato possibile allestire una mostra che, attraverso i materiali preparatori, gli appunti di regia, i plastici, le ricostruzioni scenografiche e i costumi, offre l’opportunità di entrare nei lungometraggi del regista americano e svela i numerosi espedienti tecnici come il front projection e la lente Zeiss prodotta dalla NASA che hanno contribuito a dare vita a 2001: Odissea nello spazio e Barry Lyndon. L’esposizione, che si snoda attraverso l’intera filmografia del regista, da Killer’s kiss a Eyes Wide Shut, senza tralasciare i progetti incompiuti a cui si dedicò lungamente ( come nel caso di Napoleon), è accompagnata da una restrospettiva cinematografica e da una serie d’incontri che permetteranno al grande pubblico di avvicinarsi all’opera di Kubrick in compagnia di alcuni spettatori d’eccezione tra cui il produttore Jan Harlan, l0astrofisico Franco Pacini, Mario Monicelli, Dario Argneto, paolo Sorrentino. Di tutt’altra natura i soggetti presentati nell’esposizione dedicata all’opera di Mario Ceroli. Oltre le sue note installazioni e le sculture lignee l’artista ha realizzato numerosi allestimenti scenici per il cinema e il teatro: Orgia di Pier Paolo Pasolini, Norma, diretto da Mauro Bolognini, Riccardo III con la regia di Luca Ronconi. La spettacolarità dei lavori di Ceroli è strettamente legata all’uso dei materiali come il legno, la cenere, i pigmenti, il carbone ed alla sua eccezionale capacità nel lavorarli. La mostra, curata da Maurizio Calvesi e Claudia Terenzi, espone alcune delle sue opere già note tra cui La Cina, Prova d’orchestra e alcune tavole recenti realizzate con legno e cenere, blocchetti di tufo e piombo oltre ad una grande installazione, creata in occasione di questa rassegna del Palazzo delle Esposizioni.
