Paranormal Activity
Non ci sono mostri, né spargimenti di sangue, non c’è nulla di tutto ciò che un appassionato di horror potrebbe aspettarsi da un film tanto atteso e pubblicizzato. C’è solo una buona idea, un titolo semplice ed efficace, 15.000 dollari di budget e una seria campagna pubblicitaria: ecco finalmente uscire in Italia il tanto atteso Paranormal Activity, film del debuttante regista iraniano Oren Peli che ha incassato oltre 100 milioni di dollari ai botteghini americani.
Paranormal Activity è un film artigianale, realizzato in casa del regista, basato quasi esclusivamente sul non visto e sui silenzi (e qui verrebbe a dire “fortunatamente”, data la sceneggiatura abbastanza scarna e banale), e il cui punto di forza è la convincente interpretazione dei due debuttanti attori, in particolar modo della protagonista femminile. Cercando di superare i luoghi comuni sul paragone di Paranormal Activity con The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair e il sarcasmo che spontaneamente nasce alla vista della didascalia ‹‹tratto da una storia vera››, il film risulta essere sicuramente uno tra gli horror più riusciti negli ultimi anni.
La nota più interessante dell’opera è sicuramente quella di costruire la storia durante la notte, mentre i protagonisti dormono, in modo tale che nello spettatore possa crescere una suspense che viene alimentata da momenti di vuoto, aspettando che qualcosa si materializzi. Si ascoltano rumori, scricchiolii; folate di vento si manifestano improvvisamente, ma non ci è mai dato sapere quale sia la fonte di questi strani avvenimenti, sia esso uno spirito, un demone, o un’entità paranormale.
Se Paranormal Activity difetta in qualcosa, è proprio nell’aspettativa che spesso a stento si concretizza. Troppo poco per un film in cui la tensione dovrebbe diventare insopportabile ma che al contrario, in vari momenti, induce lo spettatore a chiedersi perché i due non se ne vadano di corsa dalla casa e continuino a dormire nella camera infestata (colpa anche del personaggio maschile, che spesso mette in mostra tutta la sua idiozia, innervosendo lo spettatore). Insomma, lo spettatore non riesce ad abbandonarsi all’incredulità ma, al contrario, cede alla logica, non riesce dunque ad accettare realisticamente ciò che avviene sullo schermo.
Una nota di merito va comunque data al regista Oren Peli: aver fatto un film riecheggiando il cinema del passato e allo stesso tempo spogliandolo di quelle strutture che hanno caratterizzato il cinema dell’orrore negli ultimi anni. Nonostante ciò, i riferimenti ad altri film - per ammissione dell’autore stesso -, da L’Esorcista a Rosemary’s Baby, fino a The Blair Witch Project, risultano comunque troppo evidenti. Ma dobbiamo anche pensare che il regista è un autodidatta che a 39 anni sceglie di approdare al cinema, provenendo dal campo dell’informatica, e che quindi cerca di rendere omaggio alle sue fonti. Paranormal Activity risulta comunque un esperimento interessante, in cui la paura è quasi sempre fuori campo, riuscendo ad insinuarsi nella mente dello spettatore, e prediligendo l’immaginazione di quest’ultimo all’esibizione di sangue e mostri tridimensionali.
Il non visto incute dunque sicuramente più timore di ciò che banalmente ci viene mostrato nelle pellicole horror degli ultimi periodi.
(Paranormal Acitivity) Regia : Oren Peli, sceneggiatura : Oren Peli ; montaggio : Oren Peli; interpreti : Katie Featherston, Micah Sloat, Michael Bayouth, Amber Armstrong, Mark Fredrichs; produzione : Blumhouse Productions; distribuzione : Filmauro ; origine : Usa, 2007 ; durata : 86’