Pesaro 42 - EDEN

Commedia sui generis e dal sapore "agrodolce" che sembra per certi versi voler celebrare la rivincita degli "inadeguati" sui "mediocri". E già, perché fra le due categorie (posto che abbia senso tentare di catalogare l’umanità per indole e sensibilità) passa tutta la differenza del mondo. Della prima schiera diremo che fanno parte individui ricolmi di un qualche particolare talento, ma banditi dal proscenio della vita proprio a causa della loro diversità. E’ il caso di Gregor Barbier, chef sopraffino le cui doti culinarie spalancano autentici orizzonti d’estasi ai propri avventori, i quali però trovano repulsivo l’aspetto esteriore del genio dei fornelli quando se lo trovano di fronte, poniamo, al parco pubblico. E’ solo un incidente fortuito a farlo avvicinare (d)alla cameriera Eden: quando questa assaggia per un puro caso una pralina preparata da Gregor e finita in terra. Da quel momento per Eden... si schiudono letteralmente le porte del Paradiso. Ed è solo di lì in avanti che il cuoco stesso capisce quanta differenza corra tra il cucinare per sperimentare nuovi sapori, ma un pò meccanicamente, oppure preparare amorevolmente pasti per chi sappia apprezzarli. Solo così anche lui può ricavarne piena soddisfazione. E’ solo tramite i suoi deliziosi manicaretti che Gregor è in grado di dare piacere alla donna della quale è innamorato.
Al vertice opposto di questo assai strano triangolo sta Xaver, la patetica figura del marito di Eden, un animatore per pensionati che invece non può ottenere la benché minima gratificazione personale dalla sua professione. Entrambi gli uomini rimandano piuttosto curiosamente alla triste figura del clown, che esiste unicamente per il diletto degli altri e sembra non poter rivendicare per sé alcun diritto alla felicità.
Tutto ciò che Xaver possiede è la sua piccola fetta di paradiso personale, vale a dire la sua famigliola, come egli stesso confessa a Gregor mentre lo implora di non portargliela via.
A dispetto delle tragedie personali che colpiscono ciascuno dei personaggi principali, un sottile, impagabile senso dell’umorismo percorre sotterraneo l’intera vicenda. Persino la scelta delle musiche sottolinea causticamente alcuni "passaggi" brevi ma illuminanti della trama. Ciò avviene in maniera esemplare in quelle armoniose arie liriche messe lì a contrappunto ironico della goffaggine di molti dei personaggi di questo film, in cui praticamente tutto e tutti sembra sempre fuori posto.
Il protagonista, Josef Ostendorf, è assolutamente strepitoso: fanno quasi difetto le parole nel rendere conto di una tale, maiuscola performance.
(Eden) Regia: Michael Hoffmann; soggetto e sceneggiatura: Michael Hoffmann; fotografia: Jutta Pohlmann; musiche: Christoph M. Kaiser, Julian Maas; interpreti: Josef Ostendorf (Gregor), Charlotte Roche (Eden), Devid Striesow (Xaver); produzione: Gambit Film & Fernsehproduktion GmbH (Ludwigsburg); origine: GermaniaSvizzera 2006; durata: 98’
