PESARO 42 - PAHA MAA - FROZEN LAND

Helsinki.
Un funerale: un giovane parla davanti a una piccola folla, commemorando qualcuno che non c’è più.
Un liceo: un professore di letteratura spiega una teoria di Lev Tolstoj, secondo la quale chiunque di noi compia una qualsiasi azione diretta contro qualcun altro, ne scatenerà un’altra tra quest’ultimo e un terzo, e così via.
L’insegnante viene licenziato, nonostante la sua bravura: la scuola punta maggiormente sulle materie scientifiche. Viene assunto Antti Arhama, docente di matematica. L’uomo di lettere diventerà un senza lavoro alcolizzato che venderà i beni di casa e caccerà Niko, figlio nullafacente.
Il ragazzo va a vivere da una coppia di amici, Tuomas ed Elina. Festa di capodanno: alcol, erba e coca. Niko utilizza il computer di Tuomas, un hacker, per stampare una banconota da 500€, che gli servirà per ricomprare il lettore cd che il padre ha venduto.
Si infurierà il padrone del negozio, che subitaneamente rifilerà il denaro a un cliente: Isto Virtanen.
Il disoccupato Isto viene rifiutato da un’amica. Si ubriacherà. Con rabbia ruberà una costosa Land Rover da una concessionaria.
Il padrone della concessionaria non accorda una più agevole rateizzazione a Teuvo, venditore di aspirapolvere di mezza età, disperatamente sofferente di alcolismo. Questi una sera conoscerà Isto. Ubriachi, cercheranno fortuna nella notte di Helsinki. Torneranno trionfanti con una donna al seguito. Ma a Teuvo non verrà concesso di partecipare al loro selvaggio amplesso: nuovamente sconfitto nella sua ricerca di una carezza, li colpirà a morte col suo aspirapolvere. Tenterà poi il suicidio, ma senza il coraggio di andare fino in fondo.
La poliziotta Hallene è sulle tracce di una Land Rover: troverà due cadaveri. La giovane donna è molto amata dal marito Antti Arhama e dai tre figli, ma soffre a causa di una forma depressiva. Morirà sotto un treno, durante un inseguimento, dopo essere scivolata sul ghiaccio, mentre sta arrestando un sospettato: Tuomas Saraste.
Antti sta spiegando la Teoria del Caos ai suoi studenti, quando viene interrotto per essere informato della tragica morte della moglie.
Flashback.
Festa di Capodanno. Tuomas ed Elina stanno progettando un colpo ai danni dell’azienda nella quale il padre di lei è amministratore delegato. I due si amano e aspettano un bimbo. Anche Niko parteciperà al colpo. Ma qualcosa andrà storto.
Tuomas non verrà riconosciuto colpevole della morte di Hallene: sconterà otto anni di prigione. Antti sempre più disperato, senza lavoro, cercherà aiuto nell’assistenza sociale, ma arriverà sull’orlo del suicidio.
Ellissi.
Classe di liceali: un giovane professore di letteratura chiede ai suoi studenti se, secondo loro, gli uomini siano nati innocenti.
Tuomas esce di prigione. Per la prima volta incontra suo figlio. Viene ospitato da un amico, professore di letteratura in un liceo. Senza lavoro, darà qualche moneta a dei clochard sotto una stazione: tra di loro notiamo il padre di Niko. Andrà a trovare Antti. I due si recheranno sul luogo dove sono state disperse le ceneri di Hallene: Antti ucciderà Tuomas, con un solo colpo, sparato dalla pistola della moglie.
Esterno giorno. Un giovane professore di liceo parla a una piccola folla, riunita per un funerale. Commemorerà l’amico con queste parole: «Come bambini ci chiediamo: perché sono quello che sono? Perché sono nato qui? Perché non posso gridare quando sto male? Perché viviamo, se vivere è solamente un inferno? Ma noi dobbiamo credere che alla fine tutto andrà per il meglio, perché altrimenti nulla avrebbe più senso».
Il soggetto di Frozen Land ha alcuni punti in comune con L’Argent, opera di Robert Bresson tratta da un racconto di Tolstoj, incentrato sul tema del denaro come motivo scatenante della corruzione nei rapporti umani.
Il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a séguito di una catena di eventi, può provocare una tromba d’aria nel Texas: è la Teoria del Caos, secondo la quale si può trovare un ordine anche nei più complessi, e apparentemente imprevedibili, sistemi fisici. E quale sistema è più complesso di quello formato dai pensieri e azioni dell’intero genere umano? Tuttavia un siffatto sistema può essere studiato solamente attraverso una sua semplificazione, ossia tramite un modello matematico. Ogni parametro, però, deve essere conosciuto nei suoi più infinitesimali dettagli, perché anche un minimo errore alla fonte dell’analisi, può provocare l’imprevidibilità del risultato finale. In Frozen Land tali parametri sono le vite esemplari dei tanti personaggi principali: come la gente comune, si tratta sì di protagonisti di vicende sapientemente narrate, ma allo stesso tempo anche di non-protagonisti, così come accade nella reale vita quotidiana. Perché ognuno di noi è figlio di un Tutto, che ci rende individui senza individualità, esemplificazioni di un’unica forma di vita. E proprio in ciò risiede la grandezza del film di Aku Louhimies: l’averci messo di fronte alla nostra pochezza, in una minimalistica messa in opera di un cinema della Crudeltà.
Il Caos sì, ma non il Caso: la causa scatenante dell’intera serie di eventi è l’ingiusto licenziamento di un uomo di lettere, escluso da un mondo nuovo che predilige la tecnica, e che vede la cultura umanistica come un discorso ormai inutile e fine a se stesso. Ma è secondo un caso non casuale, secondo una sadica logica fortuita, che i vari protagonisti entrano in campo, sfiorandosi appena, sconosciuti, grazie alla supremazia della regia cinematografica: l’autore del film è un essere supremo che decide dei destini altrui, e che li scruta come osservandoli attraverso una mdp puntata verso un palcoscenico, dove persone ignare entrano in scena, pronte a immolarsi per mettere in mostra un’inumana tragica commedia umana.
Frozen Land è diviso per episodi contigui, tra loro uniti grazie a un coro di voci sole che si susseguono l’una dopo l’altra, armoniosamente distribuite lungo il corso del film. Ed è opera politica e dramma sociale, dove il malessere economico collettivo (da intendersi non solo come crisi economica, ma anche in quanto discorso più generale sul continuo bisogno di denaro nella nostra società) in gran parte permea quello esistenziale e totalmente personale degli individui.
Il film, attraverso le figure degli insegnanti di liceo, mette in mostra quelli che da sempre sono stati i due approcci allo studio del Reale: la letteratura e la scienza, l’analisi del mondo psichico e di quello fisico. Il regista Aku Louhimies, però, attraverso l’arte cinematografica, indubbiamente forza la Realtà, ma sempre mantenendo uno sguardo realistico: tutto è costruito, tutto funziona come un congegno ad orologeria, eppure tutto appare così indubbiamente veritiero.
La colonna sonora è scarnamente composta da poche note, sempre le stesse, suonate da una tastiera: un morbido e ogni volta breve, e quasi impercettibile sfondo, che risalta nei momenti più malinconici. Perché ciò che conta è essere liberi di ascoltare i suoni della città e le parole di animali umani straniati e dilaniati dalle loro paure e dalla loro inadattabilità a un impossibile vivere.
Guardare Frozen Land è come assistere a un racconto morale senza moralismi, messo in scena con parco e freddo nordico stile. Non possiamo non provare orrore nello scrutare un’umanità congelata da un ultimo grido di disperazione esistenziale, mentre divora il suo stesso cuore messo a nudo. Di certo, però, nessuno tra noi potrà fuggire via dalla pazza folla, perché siamo tutti parte di essa, fin dalla nostra nascita.
La struttura filmica segue un percorso circolare, a ricreare un hortus conclusus di stampo infernale: è il cerchio nel quale i personaggi vivono rinchiusi. Questo potrebbe ricreare nello spettatore, almeno dopo una visione superficiale, un’impressione di rigidezza, tipica di un teorema che trova la sua dimostrazione già nella sua ipotesi iniziale. Ma tale indeformabilità, semmai, è propria solamente del funzionamento del racconto cinematografico, il cui potere coercitivo nei confronti della realtà è solo un palliativo, di fronte alla sfuggente essenza di quest’ultima: cosa che, fortunatamente, Aku Louhimies ha messo bene in evidenza.
(Paha Maa) Regia: Aku Louhimies; sceneggiatura: Paavo Westerberg, Jari Rantala, Aku Louhimies; fotografia: Rauno Ronkainen; montaggio: Samu Heikkilä; interpreti: Jasper Pääkkönen (Niko Smolander), Mikko Leppilampi (Tuomas Saraste), Pamela Tola (Elina Travisto), Petteri Summanen (Antti Ariamo), Matleena Kuusniemi (Hannele Ariamo), Mikko Kouki (Isto Virtanen), Sulevi Peltola (Teuvo Hurskainen), Pertti Sveholm (Pertti Smolander); produzione: Solar Films Inc. Oy; distribuzione: Finnish Film Foundation, Birchtree Entertainement; origine: Finlandia 2005; durata: 130’.
