Pesaro 43 - Tavola rotonda su Luigi Comencini

L’omaggio al maestro Luigi Comencini della 43° Mostra del Cinema di Pesaro si è chiusa, prima che con la proiezione in piazza del suo capolavoro Lo scopone scientifico, con una tavola rotonda moderata da Bruno Torri. Oltre alla presenza del curatore della rassegna Adriano Aprà, il convegno vedeva tra i relatori Gaetano Blandini, Tullio Masoni, Cristina e Paola Comencini.
L’atteso evento è stato la degna conclusione di una rassegna-ricordo che ha occupato l’intera durata del festival. La Mostra ha infatti riservato il cinema Astra di Pesaro alla retrospettiva sul grande autore italiano, proiettando le opere più significative della sua filmografia ed altre invece poco conosciute. Riguardandole, ci si rende conto di quanto il cinema italiano fosse grande e quanto lo fosse lo stesso Comencini. Come ha sottolineato lo stesso Adriano Aprà, il regista di Pane, amore e fantasia non può essere rinchiuso nell’etichetta di regista di bambini, oppure in quella di regista eclettico o di regista della commedia all’italiana. L’intera opera di Luigi Comencini dimostra che, oltre a rientrare con certezza in queste categorie, egli fosse soprattutto un Autore completo, con la maiuscola, un regista che sapeva raccontare storie come pochi altri, un artista che lavorava non per ostentare la sua arte ma che lavorava solo e soltanto per il pubblico. Anche per questo, come ha affermato Bruno Torri, va ricordato il ruolo che tale autore ha ricoperto nella cinematografia italiana. Egli infatti, insieme ad autori come Monicelli e Risi, ha dato una nuova linfa al cinema del nostro paese, offrendo opere che senza tralasciare la qualità attiravano il pubblico in sala senza deluderlo.
La tavola rotonda ha avuto inizio con l’intervento di Gaetano Blandini che ha parlato a nome del ministro della cultura Francesco Rutelli. A seguire, l’intervento di Adriano Aprà curatore non solo della retrospettiva ma anche del libro Luigi Comencini il cinema e i film, che accompagna la retrospettiva della Mostra. Il critico ha messo in evidenza nel suo intervento che Comencini è un autore che non si conosce in tutti i suoi aspetti e che per questo merita una riscoperta ancora più approfondita, che prenda in esame (come già è stato fatto nel testo prima citato) anche il Comencini documentarista e fotografo.
Gli interventi più sentiti sono stati ovviamente quelli delle figlie Cristina e Paola. Entrambe hanno ricordato il padre non come regista ma come uomo, senza comunque staccare in alcun modo la sua figura dal mondo cinematografico. Cristina Comencini ha in particolare affermato che secondo lei il segreto del cinema del padre ‘risiede nello stare dentro le cose concrete, fondendo un’anima colta con la consapevolezza etica. La cultura è la carne del suo cinema’.
Alla tavola rotonda sono anche intervenuti Memè Perlini, attore che ha recitato in Voltati Eugenio e Cercasi Gesù, e Andrea Balestri, che nel 1972 interpretò Pinocchio nell’omonimo film. Ma la parola conclusiva del convegno non poteva che spettare alla moglie di Luigi Comencini Giulia Grifeo, che ha espresso tutta la nostalgia per il compagno scomparso.
Per gli amanti di cinema, invece, la speranza è che questa nostalgia venga colmata da un costante ricordo del maestro milanese. Gaetano Blandini a riguardo ha dichiarato che l’omaggio a Comencini non si fermerà a Pesaro ma continuerà a Venezia. Speriamo che la promessa venga mantenuta.
