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Pesaro 44 - L’amour, l’argent, l’amour - Cinema Tedesco Contemporaneo

Pubblicato il 23 giugno 2008 da Alessandro Izzi


Pesaro 44 - L'amour, l'argent, l'amour - Cinema Tedesco Contemporaneo

Lo sapete perchè una farfalla non vola mai dritta? Perchè quello che a tutta prima sembra un unico bellissimo organismo, perfetto nella sua simmetria e con quelle ali protese a catturare il vento per trasformarlo in volo, in realtà è la somma di due esseri uguali, ma non identici. La singola farfalla è la somma di due metà che si sono scelte, hanno trovato nei loro colori sgargianti, l’espressione di una sorta di affinità elettiva di goethiana memoria. Due individualità che si amano, che non possono fare a meno l’una dell’altra, ma che mantengono tuttavia un loro carattere di unicità, una loro specificità irrinunciabile. Le due mezze farfalle, per questo, litigano perennemente tra loro, consumano la loro esistenza simbionitca in un perenne conflitto che solo apparentemente mette in discussione il loro amore e la loro promesse eterna.
L’eternità dell’amore delle farfalle brucia, però, solo nello spazio di appena due ore. La lotta intestina spossa i due piccoli organismi, li induce ad una sofferenza che è più grande di loro, ma che è, al tempo stesso, estasi ed esaltazione.
Così sono, a pensarci tutte le storie d’amore: da soli non siamo che organismi preda dei capricci del vento, dolorosamente soli nello spazio di un creato che non può non apparirci ostile, ma quando troviamo l’altra metà la nostra esistenza acquista colori diversi e, nell’unione, il nostro volo si fa capriccioso, instabile, incerto e fluttuante. Perchè anche la semplice scelta del fiore sul quale posarci, diventa oggetto di discussione, momento di confronto.

L’amour, l’argent, l’amour, film tedesco che già nel titolo paga il suo debito con un omaggio al cinema francese della Nouvelle Vague, mette al centro del proprio discorso proprio questa visione poetica dell’amore e del rapporto di coppia. E’ la storia di due individui che si incontrano per caso e si amano sin dal primo momento. Lui, David, è un giovane che ha appena perso il proprio lavoro e si è rotto un braccio. Lei, Marie, è una giovane prostituta che si sta bruciando la mente a contatto con le esigenze psicologicamente spossanti dei suoi clienti. I due si trovano nel lungo cammino di un viale di Berlino, fumano una sigaretta, si riconoscono come individui complementari e progettano un lungo, meraviglioso viaggio in Francia. A Parigi. Lui non torna più a casa, anche se la sua non è una fuga, lei accetta il compromesso della perdita di una libertà che fino a quel momento non era certo stata inebriante.
Ma la vita insieme ha un suo costo e il prezzo non può essere pagato solo con la sonante moneta che prelevano continuamente dai bancomat di tutto il paese. La cifra da versare alla cassa della vita è anche psicologica e il cassiere non ammette nessun tipo di sconto.
All’inizio la soluzione più semplice è quella che lei continui a prostituirsi. Ma la gelosia è dietro l’angolo, la situazione non è delle più comode ed è Marie per prima a pagarne le conseguenze fino al punto di arrivare quasi a perdere la ragione divisa com’è tra le esigenze dei clienti e quella di un amante che tanto facilmente diventa uno dei tanti quando a bussare alla porta sono in troppi.
Di fronte al vicolo cieco di una mancanza di lavoro è David a farsi avanti per trovare una soluzione che si risolve in una convivenza borghese: lui al lavoro, di notte, al gelo, lei in casa a preparare la cena, ad andare al supermercato e ad annaffiare le piante. Una soluzione di sacrifici che non può andar bene a nessuno visto che entrambi sono ancora assorbiti dal loro reciproco amore e visto che tutti e due non chiedono altro che passare tempo insieme, in barba ai loro stessi bisogni e ad un mondo che passa indifferente dietro le finestre di casa. Vorrebbero bastarsi reciprocamente, vorrebbero essere l’unico bisogno l’uno dell’altra. Ma ci sono altre esigenze e il fiore che la farfalla ha scelto non ha polline abbastanza dolce per tutti e due. Il volo della farfalla non può che riprendere, capriccioso ed irrisolto.
Si torna, dunque, al punto di partenza: Marie riprende a prostituirsi. Questa volta David resta in casa. Ascolta dalla porta del bagno i suoni dell’incontri della compagna coi clienti. Un po’ si annoia, un po’ vorrebbe essere altrove. Ma i soldi cominciano ad arrivare e forse il viaggio in Francia può diventare concreta realtà e non quel sogno vagheggiato che resta nei cassetti delle coppie sposate.

Philip Gröning costruisce un film che è una serie di omaggi incrociati al cinema leggero del Sessantotto. Si respira un’insolita leggerezza in questo film tedesco che ha, dalla sua, assai poco spirito teutonico. La macchina da presa insegue i suoi personaggi con un’empatia delicata e partecipe. Quasi sempre in spalla, coi movimenti sfarfalleggianti di un operatore che insegue la realtà mentre si compie. Il montaggio, mai frenetico, si adegua a questa logica: è movimentato, ma mai scomposto, ritorna su se stesso mischiando insieme vari punti di vista e di ripresa (dalla telecamera di sorveglianza di un bancomat a quella che i due personaggi si comprano in vista del loro viaggio). Il film, che ha il suo principale difetto nell’eccessiva lunghezza (oltre due ore quando la vita media delle farfalle dovrebbe essere meno), si presenta allo spettatore come un tentativo sincero di arrivare ad afferrare una qualche verità sull’amore. Ma alla fine deve ammettere anche con se stesso, e qui sta la sua sostanziale onestà, che può riuscire ad essere poco più che una retina per farfalle. Ma è questa, in fondo, la bellezza del cinema.


CAST & CREDITS

(L’amour, l’argent, l’amour); Regia: Philip Gröning; sceneggiatura: Philip Gröning, Michael Busch; fotografia: Sophie Maintigneux, Max Jonathan Silberstein; montaggio: Max Jonathan Silberstein, Valdis Oskarsdottir; interpreti: Sabine Timoteo, Florian Stetter, Dierk Prawdzik, Gerhard Fries, Thomas Gimbel, Michael Schech; produzione: Philip Gröning Filmproduktion, Balzli & Fahrer Filmproduktion, Solera et Cie; vendite internazionali: Bavaria Film International; origine: Germania, 2000; durata: 128’


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