Pesaro 44 - Nichts als Gespenster - Cinema Tedesco Contemporaneo

Cinque storie, cinque luoghi diversi divisi tra Europa ed America. Non è l’elenco delle locations del nuovo film di Wenders, ma il punto di partenza per Nichts als Gespenster film presentato a Pesaro nella retrospettiva dedicata al Cinema Tedesco Contemporaneo.
Sono storie semplici quelle raccontate nell’opera prima di Martin Gypkens, storie di viaggio ordinario per turisti in cerca non solo di svago, ma di una precisa autoidentificazione, della loro ragion d’essere all’interno di un mondo vasto e a suo modo indifferente.
Berlino: Caro, fresca di un bel viaggio a Praga, si ferma a casa della sua migliore amica, Ruth. Qui conosce il ragazzo di lei e ne è sin da subito attratta. La simpatia si rivela ben presto reciproca e si capisce che potrebbe sfociare in una storia anche importante. Ma come dividersi tra le ragioni del cuore (e del sesso) e quelle dell’amicizia? Caro accetta il compromesso provvisorio di un tardimento segreto: dice all’amica che il suo fidanzato non le sembra l’uomo giusto per lei ed intanto intasca un biglietto del treno che la porterà da lui. Si rivelerà solo un incontro occasionale, la storia di una notte appena.
Islanda: Jonas e Irene, turisti estremi, accettano ospitalità nella casa di una coppia con figlioletta a carico. La loro è una relazione sull’orlo del fallimento e il viaggio potrebbe essere una soluzione ai loro problemi di coppia. Ma l’ambiente islandese coi suoi gayser e le nevi perenni, con gli scenari per foto da urlo e i freddi intensi, non si rivela luogo ideale per incontrarsi e capirsi. Jonas, anzi, passa una notte di torrido sesso con la sua ospite. Niente più che uno sfogo, per lui, ma per lei qualcosa di più profondo ed importante. Le incomprensioni fino al momento della parteza sono tante e dolorose.
Jamaica: Christine è turista in casa di amici. Le bellezze del luogo si riducono, per lei, a spiaggia e mare. Non ha svaghi, si annoia e sogna avventure erotiche con gli uomini di colore che lavorano nel luogo. Il suo occhio viziato rifiuta di scendere a patti con la quotidineità del luogo. Quando gli uomini sgozzano le capre per farne carne per la cena, si volta inorridita quasi l’avvessero offesa personalmente. Ma intanto segue il sogno di una vita lì, con un uomo del luogo che la tratti come donna e anche un poco come oggetto. Sola possibile interruzione della monotonia delle giornate potrebbe essere un tornado in avvicinamente. La popolazione del luogo lo teme e si prepara, lei lo aspetta quasi fosse l’arrivo delle giostre in città.
Venezia: Marion arriva in laguna per festeggiare il compleanno coi genitori che non si parlano più, ma che viaggiano molto in giro per tutta Europa. Qui subisce i loro continui litigi e intanto vaga per i luoghi più turistici della città. Sul Ponte di Rialto incontra per la prima volta un giovane che la molesta. Un po’ ne è turbata, un po’ è sedotta dalla sua sfrontatezza. Si allontana sdegnata, ma lo reicontra ad un bar. La partenza dall’Italia la soprende più sola e triste di prima.
Sud Ovest degli Stati Uniti: Ellen e Felix sono in viaggio nel deserto. La loro relazione è arida, infruttuosa. Lei è insoddisfatta e non si capisce perchè visto che lui è così incredibilmente premuroso nei suoi confronti. Ma le sue premure sono tutte per il presente. Manca in Felix una progettualità per il futuro, il desiderio di un figlio. Mentre lei cerca scorci per foto turistiche (uguali a tutte le altre) da mostrare agli amici di ritorno dal viaggio, lui si accontenterebbe solo di guardare. Arrivano in una città con un hotel apparentemente infestato da spettri non paurosi, ma tristi che una sensitiva dice di voler fotografare. L’ultima foto del rullino è, però, per tutti i vivi. Tutti spettri, in fondo, (di qui il titolo del film) al cospetto di una natura mozzafiato ed indifferente.
Film antiwendersiano nello spirito (il viaggio come momento turistico che non produce conseguenze reali e profonde nei personaggi che lo esperiscono), Nichts als Gespenster è opera di un autore che si considera autodidatta nella regia. Il che spiegherebbe l’ottima direzione degli attori tutti estremamente credibili nei loro ruoli, tutti bravissimi.
Il vero problema della pellicola sta quindi altrove. E’ nell’impostazione delle storie, è nell’ambizione di un montaggio serrato di diversi disagi esistenziali che vorrebbe avere l’ampiezza di un Magnolia di stampo tedesco, ma che alla fine si ferma ad un bignami di luoghi comuni: dalle coppie in crisi alla donna bianca che cerca avventura tra le braccia possenti e maschie dell’uomo di colore.
Non si capisce bene l’interrelazione che dovrebbe unire questi vari frammenti di affresco sul tema del viaggio. Tutto resta in superficie, tutto resta dichiarato, ma non fatto materia di poesia. Peccato, perchè le intenzioni erano buone e questo rincorrersi di viaggi è, in fondo, quel tipo di cinema tedesco che, per noi, resta più riconoscibile.
Annoia Nichts als Gespenster anche se non mancano momenti riusciti, scene a loro modo interessanti e coinvolgenti. Annoia perchè privo di uno sfondo che non sia mera cartolina (il che era nelle intenzioni, ma anche la cartoline bisogna saperle fare), perchè mancano personaggi di contorno che non siano macchiette (il sesso al bar nell’episodio venziano, la cacciatrice di spettri americana che sembra uscita da un telefilm della Signora Fletcher).
Il film così diviso tra scenari imponenti e storie minimali appare squilibrato e senza nerbo. Gli manca il raccordo tra sguardo e contenuto. E’ come un campo senza controcampo.
(Nichts als Gespenster); Regia e sceneggiatura: Martin Gypkens; fotografia: Eeva Fleig; montaggio: Karin Jacobs; musica: Martin Todsharow; interpreti: August Diehl, Maria Simon, Jessica Schwarz, Janek Rieke, Brigitte Hobmeier, Wotan Wilke Moehring, Ina Weisse, Solveig Arnasdottir, Valur Freyr Einarsson, Fritzi Haberlandt, Karina Plachetka, Chiara Schoras, Stipe Erceg; produzione: box! Film Hamburg GmbH, Marco Polo High Definition GmbH, Senator Film Produktion GmbH, Rundfunk Berlin Brandenburg; vendite internazionali: Beta Cinema; origine: Germania, 2007; durata: 116’
