Pesaro 44 - Sag es mir Dienstag - Bande à part

Le lettere d’amore che Kafka ha scritto a Milena non sono nate per essere pubblicate. Non dovevano essere un’opera d’Arte, nè tantomeno era ipotizzabile per il loro autore che esse potessero trasformarsi in una sceneggiatura da film.
Però, come sovente accade quando si ha a che fare con uno scrittore di calibro, anche la pagina più disimpegnata e anche la confessione più intima finiscono per assumere, quasi loro malgrado, un preciso valore letterario.
Dalla letteratura al cinema si rende, comunque, necessaria una vera e propria operazione di gonfiaggio: la pagina, letta dalla voce di un’attrice, deve arricchirsi di suggestioni, deve sfondare in senso tridimensionale la bidimensionalità della parola declamata e deve legarsi ad "altre" immagini e ad altri suoni.
Astrid Ofner, consapevole dell’importanza che Vienna ha sempre assunto nei confronti sia del Kafka scrittore che del Kafka uomo, riempie di suggestioni la trama epistolare dello scrittore praghese mediante un ordito audiovisivo estremamente suggestivo che fa perno soprattutto sulle arcane opere di Anton Webern. Una scelta saggia, questa, perchè restituisce all’ascoltatore l’aura rigorosa del serialismo dodecafonico (più che adatta al prosare dell’autore di Il Castello), da una parte, e il clima fecondo delle avanguardie artistiche del primo Novecento che lo stesso autore aveva contribuito a creare, dall’altra.
Il testo, così gonfiato, assume i connotati di un vero e proprio melologo per voce recitante e organici perennemente cangianti: un gioco di suggestioni rigide nella forma eppure estremamente liriche nell’effusione sentimentale.
A questo testo così recitato si uniscono, infine, le immagini onirche che la regista monta in perfetto contrappunto con la trama sonora come se la trama visiva fosse un’ennesima serie dodecafonica capace di sposarsi con le diverse serie musicali.
Immagini di una Vienna fin de siecle, atmosfere arcane rese, però, inquietanti ed oniriche sia per via del loro accostamento alla musica non certo facile di Webern, sia per il loro essere delle riprese in Super8 fatalmente gonfiate a 35mm.
Anche l’immagine, insomma, come la parola, è obbligata a seguire un processo di amplificazione semantica assai suggestivo in un tentativo di ricondurre l’essenza intima delle lettere ad una dimensione più universale ed ugualmente profonda.
Operazione riuscita, a nostro avviso, all’interno di un corto di appena ventisette minuti, cerebrale, certo, assolutamente e volutamente datato nel linguaggio così tenacemente ancorato alle avanguardie storiche, ma non per questo meno suggestivo ed intrigante.
(Sag es mir Dienstag); Regia, fotografia e produzione: Astrid Ofner; sceneggiatura: libero adattamento dall’epistolario di Franz Kafka; montaggio: Renate Maragh-Ablinger, Astrid Ofner; origine: Austria, 2007; vendita internazione: Sixpackfilm; durata: 26’
