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Philippe Garrel: Il mio punto di riferimento è Godard

Pubblicato il 2 settembre 2011 da Antonio Valerio Spera


Philippe Garrel: Il mio punto di riferimento è Godard

Philippe Garrel è autore di Un été brûlant , in concorso alla Mostra di Venezia. Il regista, insieme al cast del film composto da Monica Bellucci, Louis Garrel, Céline Sallette, Jérôme Robart, ha incontrato i giornalisti presenti al Lido parlando anche dei fischi ricevuti a seguito della proiezione per la stampa.

Philippe, è giusto affermare che Un été brûlant è una sua personale visione de Il disprezzo?

Si, è vero. Godard è sempre il mio punto di riferimento. Anche in Les Amants Réguliers avevo preso molte cose da Godard. Ma bisogna essere umili nel confrontarsi con i grandi film e con i grandi maestri. Penso sia giusto avere dei punti di riferimento. Per me non è una cosa negativa, anzi.

Cosa ne pensa dell’accoglienza ricevuta dal film alla proiezione per la stampa? Ci sono stati parecchi fischi…

Philippe Garrel: Non voglio fare confronti ma anche Godard è stato fischiato molte volte. Io faccio film che appartengono alla dialettica. Amo Bergman, Antonioni e il mio maestro Godard. E poi io rappresento le donne: ai tempi di Baudelaire si pensava che l’animo femminile non esistesse, oggi per fortuna non è più così ed io cerco sempre di ritrarre le donne con un’anima. Comunque a parte questo discorso, i critici possono fischiare e avere le loro opinioni, ma io rimango delle mie idee.

Com’è stato lavorare con questo cast?

P.G.: E’ sempre importante creare un bello spirito di squadra. Io ho fatto il film per i miei quattro attori.

Era necessario il nudo di Monica Bellucci?

P.G.: Da sempre nell’arte si rappresenta il nudo. E’ dall’inizio dell’arte che si ritraggono modelle nude. Per ritrarre il nudo di Monica ho rispettato i canoni dei ritratti vinciani. E comunque se non metto nudi mi rimproverate, se li metto mi rimproverate lo stesso.

Monica, e tu come ti sei trovata a fare questa scena di nudo?

Monica Bellucci: Quando si sceglie di lavorare con un regista, ci si affida totalmente a lui. Ero felice quado Philippe mi ha scelta. Lui ha un universo tutto suo, radicale, forte, condivisibile o meno. E’ un regista unico ne suo genere. Io mi sono affidata a lui, mi sono abbandonata. Quella scena di nudo è stata una forma di abbandono per Philippe, che è un regista che cura e protegge sempre moltissimo i suoi attori.

Voi attori come avete preparato il film? Avete fatto tante prove? Com’è stato lavorare con Philippe?

Jérôme Robart: Ci siamo incontrati tutti insieme più volte. Philippe ci dava sempre spunti per poter discutere sui personaggi. E poi Philippe lavora con una tecnica che chiamiamo la “ripresa unica”. Si prova tantissimo prima delle riprese ma poi si fa solo un ciak. Assomiglia un po’ al teatro.

Céline Sallette: Philippe ci ha insegnato molto su quello che è il nostro lavoro. Ero felice di lavorare con tutti loro, è stato un immenso regalo.

M.B. : E’ stato un lavoro molto bello quello con Philippe. Con lui ci si prende molto tempo per stare insieme e conoscersi. Così sul set è tutto più semplice. Con lui il secondo ciak è rarissimo. E’ stata una scuola lavorare insieme. E’ poi è stato bello essere testimone dell’amore e del rispetto che c’è tra Philippe e suo figlio Louis.


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