Pietro (DVD + libro)

Gaglianone fa il suo cinema palesando, ad ogni passo, la più totale indifferenza verso tutto ciò che è il cinema italiano elevato a sistema.
Con le corrive commedie alla Immaturi o Lezioni di cioccolato non ha niente a che spartire. Ci passa accanto, senza neanche accorgersene, come doveva aver fatto la meteora che cercava terra sotto lo sguardo attonito dei dinosauri. Non meritano, quei film, neanche una briciola di quel disprezzo che in genere si riserva alle cose indegne, fatte con sgarbo e senza passione. Il loro starsene al sole, sulle calde pietre del meriggio degli incassi, dipende solo dal loro essere, per necessità biologica, a sangue freddo. E non sarà certo il cinema di Gaglianone a smuovere le polveri della palude italiana fino ad oscurare il sole che li scalda battendo il ritmo delle ore.
Allo stesso modo, il suo cinema ha ben poco a che spartire anche con i film più impegnati del nostro cinema, quelli coi quali andiamo a vincere le competizioni internazionali e che ci valgano l’orso d’oro o la palma di Cannes. Esempi di un cinema che a parole dice di voler incidere sul reale, ma che nei fatti nasce anch’esso in quel pantano produttivo che solo di recente coniuga tutti i verbi all’infinito della commedia regionalistica. Sono sopra ogni cosa piante rare che, con le radici confitte nel terreno, alzano le foglie al cielo in cerca del pubblico attraverso il verbo del plauso critico, delle lodi sperticate e del luccicore delle buone intenzioni sbandierate ai quattro venti.
No! Il cinema di Gaglianone va oltre. È più una statua in marmo vivo, fredda al tatto e nervosa nel lavoro di scalpello. Dice le sue cose, con rigore limpido, evitando come peste ogni fronzolo possibile al sapor di bella forma. Cerca la sua verità e col resto del cinema ha poco a che spartire.
Prendete Pietro, meritoriamente portato in DVD dalla Derive e Approdi, e ve ne renderete conto senza fallo.
Pietro è un film piccolo. Cerca la sua durata esemplare nello spazio di un’ora e venti appena.
Ha un protagonista, uno sfondo, un’estetica ed un’idea e li mette tutte e quattro in bella fila senza neanche accorgersi che fanno un poker che chiude la partita. Il protagonista è appunto Pietro, uno di quei ragazzi che si trovano a margine, in quelli spazi che l’italiano medio tiene nella coda dell’occhio come un fastidio di pagliuzza. Leggermente ritardato, Pietro fa volantinaggio per rimediare quei quattro soldi che poi il fratello spende per la sua dose quotidiana di eroina. Il resto della giornata la passa al bar, a farsi prendere in giro per le sue buffe imitazioni, a dar spettacolo di sé presso individui non meno di lui reietti: ed è lo sfondo.
L’estetica è quella del pedinamento, dello star attaccato al personaggio scomodo senza scorciatoie nel pietismo o nell’umorismo spiccio che omologa il diverso nel “siamo tutti uguali” che piace e consola. Un’estetica che nasce nell’aggiornamento del modello pasoliniano e non nella vuota riproposta dello stesso che molti giovani cineasti scambiano ancora per l’unica strada oggigiorno praticabile per il film d’arte.
Pietro porta alle sue estreme conseguenze le sue premesse senza scivolare nel ridicolo o nel patetico melodrammatico. Ha un inizio e sa che questo potrà portare solo ad una fine, con poca strada in mezzo tra fatti ed intenzioni. Non sarà perfetto, ma ci sembra uno dei pochi film veri che sono usciti, guarda caso, fuori dalla giungla dell’industria e fuori della distribuzione ufficiale. Senza strepiti, per carità, potrebbe sopravvivere anche a qualche dinosauro.
La qualità audio-video
Ottima la resa del quadro, con colori molto nitidi e puliti ed un giusto rapporto tra sfondi e primi piani. Neri profondi e scarsi segni di compressione fanno il resto.
Buono anche l’audio italiano cui i sottotitoli in inglese e francese regalano una possibile vendibilità all’estero.
Extra
Le scene tagliate sono interessanti, ma sono state tagliate a ragion veduta. Capire il perché della loro esclusione aiuta, quindi, ad entrare più in profondità nei perché delle scelte estetiche di Gaglianone.
Molto bello, infine, il libro di Gianluca Arcopinto che raccoglie una serie di testi, alcuni dei quali inediti, sul senso del cinema autonomo (da distinguersi da quello indipendente) italiano. Un pamphlet che senza troppi peli sulla lingua è qualcosa di più di un togliersi sassolini fastidiosi dalle scarpe e che ci lascia con uno dei ritratti più foschi (ma non più scorati) dello stato della nostra industria.
(Pietro); Regia: Daniele Gaglianone; interpreti: Pietro Casella, Francesco Lattarulo, Fabrizio Nicastro, Carlotta Saletti; distribuzione dvd: Derive e approdi _ formato video: 1.85:1; audio: Italiano Dolby digital stereo; sottotitoli: inglese e francese
Extra: 1) Scene tagliate 2) Libro: Cinema autonomo di Gianluca Arcopinto
