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Piovono polpette

Pubblicato il 23 dicembre 2009 da Antonio Valerio Spera


Piovono polpette

Dal cielo cade cibo, di tutti i generi: da cheeseburger a bistecche, da hot dog a uova e bacon. Basta ordinare ciò che si desidera ed il cielo te lo porterà nel piatto oppure davanti alla porta di casa tua o per strada mentre passeggi. Incredibile ma vero, niente più pioggia ma solo tante gustose pietanze. Accade in una piccola isola sperduta nell’Oceano Atlantico, dove il giovane scienziato Flint, dopo tante invenzioni fallimentari ha finalmente trovato il suo successo: una macchina che trasforma l’acqua in cibo. Arrivato per errore a posizionarsi tra le nuvole, l’improbabile idrovoro-sforna-pietanze porta felicità sull’isola dove, prima di questo straordinario evento, si mangiavano solo sardine (non a caso veniva chiamata Sardinialand). Ma tra un ordine e l’altro, la macchina impazzisce e le conseguenze saranno tremende per il mondo intero.
Piovono polpette, nuovo prodotto d’animazione della Sony presentato in anteprima italiana nella sezione MiniNoir dell’ultimo Noir in Festival di Courmayeur, è un divertente disaster movie per famiglie, dove i topoi del genere vengono continuamente ribaltati e sbeffeggiati con ironia. Catastrofi ecologiche e minacce dall’alto (aliene o simili) non sono qui causate dallo scioglimento dei ghiacciai, dal surriscaldamento globale o da un’invasione aliena ma dall’incontenibile gola degli abitanti della piccola isola. I meteoriti sono sostituiti da giganteschi hamburger ed enormi polpette, lo tsunami solitamente proveniente dal mare è in questo caso un’altissima onda di cibo in arrivo da una discarica, la tromba d’aria è un distruttivo tornado di spaghetti. I registi Phil Lord e Chris Miller offrono dunque spunti e trovate interessanti. Il film è una costellazione di rimandi ironici ai kolossal del genere, da Indipendence Day a Twister passando per Deep Impact e Armageddon. Beninteso, però, non si tratta di una parodia. Piovono polpette non prende in giro il genere, ma lo assorbe nell’estetica dell’animazione e lo avvicina ai gusti dei più piccoli. Questo aspetto rappresenta purtroppo sia un pregio sia un difetto. Se infatti da una parte risulta apprezzabile l’operazione di transcodificazione degli elementi del genere tout court, dall’altra l’assenza di parodia indirizza l’opera verso un pubblico esclusivamente giovanile, non riuscendo a soddisfare i palati adulti che, abituati ormai alle nuove tendenze del cinema d’animazione (vedi Shrek o L’era glaciale), desiderano anche un umorismo ‘scorretto’, prese in giro e dialoghi taglienti. Quella che portano sullo schermo gli autori Lord e Miller è una favola pura e semplice. Una favola che ha in sé anche un messaggio di denuncia nei confronti della società contemporanea ma che sfortunatamente viene espressa con toni infantili e non arriva mai a graffiare.
Il film comunque tiene ed alla fine risulta godibile. Ma le aspettative erano più alte, anche nell’uso del 3D. Chi pensa di vedersi enormi polpette che gli piovono addosso vada a vedere il film in una sala tradizionale. Gli occhialini, come già accaduto per altre opere precedenti, funzionano soprattutto nella resa della profondità dell’immagini piuttosto che nella sorpresa di oggetti e personaggi che escono dallo schermo. Un’occasione sprecata perché, dato lo spunto narrativo, si poteva osare di più con le tre dimensioni.


CAST & CREDITS

(Cloudy with a Chance of Meatballs) Regia: Phil Lord, Chris Miller; sceneggiatura: Phil Lord, Chris Miller; musica: Mark Mothersbaugh; voci: Bill Hader (Flint), Anna Faris (Sam), James Caan (Tim), BruceCampbell (sindaco), Mr. T (Earl); produzione: Sony Pictures Animation; distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia; origine: USA; durata: 90’.


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