Presentazione del XXVII FantaFestival (Conferenza stampa)

Latina. La città di Latina ha ospitato la serata introduttiva del 27° FantaFestival: dall’anno prossimo, anticipa Adriano Pintaldi (codirettore della rassegna assieme ad Alberto Ravaglioli), Latina diverrà la sede principale della manifestazione, che tornerà pure alla sua collocazione originaria, ad inizio giugno. “Sempre evitando le arene, che non ci piacciono” come puntualizza Pintaldi “noi preferiamo le sale”.
Tra i piatti forti del menù di questa edizione, sono previste l’anteprima di 28 Settimane Dopo (sequel del fortunato e bell’horror di Danny Boyle 28 Giorni Dopo), la vetrina per il piccolo film italiano Il Bosco Fuori di Gabriele Albanesi (già uscito in sala, ma se ne sono accorti in pochi). Poi la chicca Dark Resurrection, di Darren Aronofsky, che fa parte di una serie (la durata orbita attorno all’ora di proiezione) pensata sull’onda dell’entusiasmo per lo Star Wars lucasiano. Inoltre, sono previsti omaggi a Lamberto Bava e una retrospettiva gustosa sulla serie classica e di culto Ai Confini della Realtà, della quale è stata anticipata l’imminente uscita di un 6° cofanetto (contenente stavolta due episodi prodotti vent’anni dopo la serie principale e, per la prima volta edito in dvd, il mitico episodio pilota, The Twilight Zone).
Fin qui le poche parole di presentazione di Pintaldi: il resto dello spazio (e del tempo) se lo mangia l’ospite di punta di questo FantaFestival, Robert “Freddy Krueger” Englund, che così esordisce:
Englund: Desidero ripetere quanto sia felice di essere tornato qui in Italia con mia moglie Nancy e, per giunta, nella nostra città preferita: Roma. Per qualche secondo, passeggiando per Via Margutta, ho finto di essere italiano, mentre passavo sotto le finestre dell’appartamento di Federico Fellini e Giulietta Masina. In Italia ho avuto anche il privilegio di lavorare con Ciprì e Maresco, che ho conosciuto proprio grazie ad Adriano (Pintaldi, ndr) e con i quali ho girato Il Ritorno di Cagliostro, fortunatamente selezionato per la Mostra del Cinema di Venezia di quell’anno e a cui il pubblico tributò dieci minuti di ovazione al termine della proiezione: cosa che considero come una delle vette della mia carriera artistica.
Sono grato a una manifestazione come quella del FantaFestival per avermi invitato. Negli USA, durante gli Anni ’50, volevano bandire i fumetti, il rock and roll e i film horror. Oggi, invece, per fortuna, essi vengono riconosciuti come parte integrante della cultura pop. Sono stati proprio i fumetti, il rock e i film horror ad aver ispirato di più gente come Raimi, Spielberg, Carpenter, Argento ecc…
Attualmente sono coinvolto da un progetto che mi vede come regista. A gennaio inizierò le riprese di un film tratto da una novella di Gogol’, intitolata The Vij, (lo stesso che ispirò già Mario Bava per uno dei suoi capolavori: La maschera del demonio ndr). Si tratta di un personaggio simile al genio della lampada, tratto dal folklore ebraico-ucraino. Sarà un mostro diverso dal solito per il cinema horror e mi auguro che possa fare un’apparizione al FantaFestival (qui Englund sogghigna, e per un attimo, evoca in maniera sinistra proprio il terrificante Freddy).
L’originale di Gogol’ era una riflessione sul tema della fede ambientata nel mondo russo-ucraino, mentre la nostra reinterpretazione sarà in chiave dark: se la fantasia radiosa di Gogol’, sostenuta da un sottile sense of humour, può essere accostata a Chagall, il nostro spirito sarà invece più oscuro, più kafkiano. Manterremo, però, quelle stesse energie surreali che rendevano incantevole già il racconto.
Personalmente ho tratto grandissima ispirazione da due paesini della provincia di Reggio Calabria: Pentedattilo e Bova. Quando li ho scoperti ho pensato che fossero set da milioni di dollari preparati per noi da Peter Jackson!
Cosa gli ha ispirato questo Vij? Bush, magari? E’ più difficile fare paura oggi, che è il mondo stesso ad essere diventato più spaventoso?
Englund: Penso che il genere horror cambi continuamente e dobbiamo rispettare il pubblico per fornirgli brividi. Ma anche noi sbagliamo: troppi effetti, poca attenzione alla sceneggiatura, troppo gore e trucchi splatter solo per scioccare. I film di autori horror “decostruttivi” come Raimi o Craven, ci hanno consentito di avere delle illuminazioni per trovare nuovi modi di scioccare l’audience.
Personalmente, sono stato ispirato dalla scrittura meravigliosa di Gogol’ e da quei due villaggi calabresi di cui vi ho detto: Bush non ispira proprio nessuno…
Ho letto che nel cast del suo film ci sarà anche Bova…
(E qui nasce un divertente misunderstanding sull’omonimia tra il nome del paese e dell’attore Raoul, ndr).
Oh! Intende l’attore! Pensi che ieri sera abbiamo mangiato perfino sushi insieme! Comunque l’ammiro molto e sarei lusingato se volesse partecipare al film: l’ho visto sia in Under the Sun of Tuscany che in Alien VS Predator e lo trovo un attore incredibile!
Infine, si parla del progetto della Redark, casa di produzione/distribuzione italiana che intende riportare nel nostro Paese il genere horror. Lorenzo Von Lorch, responsabile della Redark assieme ad Andrea Marotti, Alessandro Verdechi e Loris Curci, rilancia
Von Lorch: Magari noi faremo la felicità di Tarantino…
E anche qui Englund vuol dire la sua:
Englund: Tarantino e io siamo della stessa generazione: una generazione che non può non amare il cinema italiano: La Notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani e Novecento di Bertolucci sono due tra i miei preferiti in assoluto! E ricordo ancora il brivido che mi accompagnò durante la proiezione di mezzanotte di Suspiria, a Sunset Boulevard.
Io penso che Tarantino si lamenti perché gli mancano molto film nella tradizione di Bava, Argento e altri… Ma lo stesso discorso vale anche per altri generi: ho amici che non riuscivano a far realizzare un loro copione western, perché nessuno produceva più quel genere di film. E guardate oggi! Al primo posto, ai botteghini del mio Paese, c’è proprio un western…
