1982 - Festa del Cinema di Roma 2019
Un bellissimo contrasto domina 1982, splendida e commovente opera prima di Oualid Mouaness: lo sguardo innocente di un bambino, forse già abbastanza maturo, si affaccia (e al tempo stesso si contrappone) alla - a volte cruda - consapevolezza del Mondo adulto.
Siamo in un pomeriggio estivo del 1982, Israele invade il Libano, già devastato dalla guerra civile. In primo piano domina la guerra; dapprima serpeggia sullo sfondo, poi la sua presenza si avverte sempre di più dai rumori delle bombe, momento dopo momento più vicini. I carri armati all’inizio del film sembrano lontani "dall’altra parte della città", poi, li vediamo sfilare vicino alla scuola media, davanti allo sguardo attonito dei piccoli protagonisti.
La bellezza di 1982 è la capacità di Mouaness di far vivere potentemente la tragicità dell’attesa e al tempo stesso la dolcezza dell’età pre adolescenziale: gli “adulti” tentano di vivere in una normalità apparente, ma si avverte la consapevolezza di un dramma in procinto di accadere, nel mondo adulto - degli insegnanti in questo caso - e nell’universo dei bambini.
Undici anni sono un’età delicata, al confine tra il mondo dell’infanzia e rappresentano anche un primo passo verso la consapevolezza del mondo più adulto.
Wissam, protagonista del film e sognatore accanito, è innamorato della sua compagna di banco, bambina distaccata e sfuggente e nel suo universo riuscire a dichiarare il suo amore è l’impresa più difficile. La sua priorità interiore in quel momento è trovare il coraggio di dichiararsi, non più scrivendo un bigliettino, ma a parole. Non sembra mai il momento giusto e Wissam si sente sempre incerto sulla cosa giusta da fare e/o da non fare. Sceglierà di essere coraggioso proprio nel momento del pericolo, sfidando la sua paura più grande.
E sta proprio qui il punto di contatto tra il mondo “innocente” e quello più adulto: l’incapacità di scegliere il da farsi, in un momento tragico in cui scegliere diventa di fondamentale importanza. Gli insegnanti della scuola, si ostinano a preservare uno straccio di normalità pur avvertendo il pericolo che si avvicina ed è proprio la voce di un bambino a rompere, assieme al rumore delle bombe, quella normalità, perché chiede alla maestre di aprire le finestre, consapevole della pericolosità di tenerle chiuse durante i bombardamenti. Un bambino che suggerisce un adulto sul da farsi: due mondi adulto/bambino che sembrano convergere nella difficoltà di capire l’azione giusta da compiere.
L’incertezza e la tensione crescente e palpabile sono le componenti essenziali di 1982. Mouaness riesce a regalarci un armonioso contrasto tra bambini/adulti in cui le priorità e i sentimenti si confondono per convergere poi sul finale. Dall’autobus in lontananza lo sguardo dei bambini si perde nel contemplare l’esplosione delle bombe, ormai vicina e l’unica salvezza rimasta è la fantasia, il "sogno" capace di "trasformare" la guerra in qualcosa di diverso.
Lo sguardo incantato di Wissam lascia una finestra aperta sulla speranza.
1982 Regia: Oualid Mouaness; sceneggiatura: Oualid Mouaness; interpreti: Nadine Labaki, Mohamad Dalli, Gia Madi;Aliya Khalidi, Lelya Harkous, Said Serhan, Zeina Saab de Melero; produzione: Myriam Sassine, Georges Schoucair, Louis Nader, Oualid Mouaness; origine: Libano, USA, Norvegia, Qatar, 2019; durata: 100’