Quartier Lointain - Roma 2010 - Alice nella città
La sezione Alice nella città di questa quinta edizione del festival del cinema di Roma si apre con il ritorno dietro la macchina da presa di Sam Garbarski, il regista tedesco che nel 2007 aveva presentato con successo in concorso a Berlino Irina Palm, dramma molto apprezzato dalla critica con protagonista una intensa Marianne Faithfull.
In questa sua ultima opera, il sessantaduenne bavarese adatta con efficacia il fortunato manga In una lontana città di Jirô Tamiguchi, fumettista piuttosto noto nel Vecchio Continente. Spostando l’ambientazione delle vicende dal Giappone alla Francia e modificando alcuni aspetti del racconto allo scopo di renderlo coerente con il differente luogo dell’azione, Quartier Lointain racconta la bizzarra esperienza onirica di Thomas Verniaz, autore di fumetti di mezza età alla ricerca di una storia maggiormente personale che si discosti dalla saga dell’eroina Agatha che lo ha portato al successo. Di ritorno dal salone del fumetto dove ha esposto le proprie opere, Thomas sogna il suo ritorno nella cittadina natale in cui non è più tornato dalla morte della madre Anna (interpretata dalla Alexandra Maria Lara di Un’altra giovinezza), avvenuta una ventina di anni prima. Qui, colto da un improvviso malore, sviene nel cimitero mentre visita la tomba della madre. Una volta ripresa conoscenza, si trova d’un tratto a vivere nuovamente i suoi quattordici anni, a partire dal mese precedente il giorno in cui il padre Bruno abbandonò la famiglia. Rivivendo la quotidianità della propria vita familiare con la consapevolezza di un adulto, il protagonista si rende conto per la prima volta della freddezza del rapporto che legava i due genitori e soprattutto si accorge della profonda insoddisfazione provata dal padre, arrivando a scoprire che quest’ultimo aveva sposato la madre nell’immediato dopoguerra solo per il senso di dovere che sentiva di avere nei confronti dell’amico Robert, deceduto durante la seconda guerra mondiale mentre era fidanzato con Anna. Inizialmente Thomas cercherà in tutti i modi di evitare la fuga del padre, dalla quale sa già che la madre non si riprenderà più. Una volta comprese le sue motivazioni, però, si renderà conto che non può fare altro che lasciarlo libero, tentando di convincere la madre a ricominciare con fiducia una nuova vita.
Avvolto in un’atmosfera onirica e favolistica costantemente sottolineata dalle dissolvenze in nero che separano tutte le macro-sequenze di cui è composto, Quartier Lointain è un lavoro piuttosto interessante, girato da Garbarski con indubbio mestiere e recitato da tutto il cast in modo convincente (su tutti è doveroso menzionare il giovane Léo Legrand, davvero abile nell’esprimere i sentimenti di un adulto nei panni di se stesso a quattordici anni). Nonostante la narrazione proceda con un certo grado di prevedibilità, l’opera ha il pregio di distinguersi per uno sguardo sincero su temi universali quali la vita e la famiglia, conducendo chi guarda a riflettere in maniera non banale su come i rapporti che si sviluppano all’interno del nucleo familiare di origine segnino ineluttabilmente e in profondità ogni singolo individuo.
(Vertraute Fremde) Regia: Sam Garbarski; sceneggiatura: Jérôme Tonnerre, Sam Garbarski, Philippe Blasband; fotografia: Jeanne Lapoirie; montaggio: Ludo Troch; musica: Jean-Benôit Dunckel, Nicolas Godin; interpreti: Léo Legrand (Thomas adolescente), Anna (Alexandra Maria Lara), Bruno (Jonathan Zaccaï), Pascal Greggory (Thomas adulto); produzione: Entre Chien et Loup, Archipel 35, Samsa Film, Pallas Film; origine: Belgio/Lussemburgo/Francia; durata: 98’.