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Quello che gli uomini non dicono

Pubblicato il 13 aprile 2007 da Alessia Spagnoli


Quello che gli uomini non dicono

Arriva nelle sale italiane, a un anno di distanza dal lancio nel concorso principale di Cannes 2006, il film di Nicole Garcia, punta di diamante nazionale alla Croisette, per la passata edizione.
Gli esiti, tuttavia, permangono abbastanza altalenanti. Il problema principale sembra risiedere nel numero eccessivo di personaggi e relative storie messi in scena, e che finiscono per produrre effetti squilibranti sull’intera opera.
Del giovane tennista, ex idolo locale prima di deludere l’intero paese in un match molto sentito di Coppa Davis, si corre perfino il rischio di dimenticarsi, dopo un pò. E un pò forzato risulta pure il personaggio del ladruncolo sfortunato e goffo, che funziona a sprazzi e solo nel finale.
Ciò che colpisce maggiormente è il fatto che la regista si arroghi il diritto di parlare ’per’ gli uomini. Magari, i dialoghi che mette loro in bocca risultano, a volte, eccessivamente letterari, ma è palpabile la sua empatia nei confronti di questi personaggi maschili così fragili: dal piccolo, silenzioso Charlie (protagonista del titolo originale della pellicola), muto testimone di tanti comportamenti poco limpidi da parte delle figure preposte alla sua guida, allo stesso sindaco pasticcione. Si pensi pure a tutti quei personaggi che, nel film, si feriscono fisicamente, a visualizzare nel sangue, o nei lividi, i loro traumi più sepolti.
I difetti annidano altrove. Nell’eccesso di carne messa al fuoco, soprattutto. La Garcia pecca (di presunzione?) nel lavorare su una sceneggiatura squilibrata, con un eccesso di piccole vicende abbastanza slegate tra loro, alcune delle quali troppo poco avvincenti per poter essere utilizzate proficuamente in un puzzle narrativo tanto complesso.
Tuttavia, di discontinuità, si parlava: alcune delle microstorie del film risultano invece più interessanti e ben pennellate dalla cineasta (si veda quella della crisi matrimoniale tra lo schivo ed introverso personaggio interpretato da Benoit Magimel e la moglie, una finlandese dall’aria imperturbabile, ma ben più fragile sotto la scorza indurita). A tratti il film risulta pure effettivamente esilarante, grazie soprattutto ad un paio di personaggi veramente ben scritti: sull’ottimo cast svetta un impareggiabile Jean-Pierre Bacri, che nel ruolo del politicante imbroglione ruba la scena ogni volta ai pur bravi comprimari.
Peccato davvero, perchè il talento registico è cristallino, e pur trattandosi, come detto, di uno dei film più complessi e riusciti tra i molti film francesi visti a Cannes l’anno scorso, avrebbe giovato infinitamente una sfrondata qua e là nel copione.
Ma lo sguardo d’autore c’è tutto.


CAST & CREDITS

(Selon Charlie) Regia: Nicole Garcia; soggetto: Nicole Garcia; sceneggiatura: Nicole Garcia, Jacques Fieschi, Frédéric Belier Garcia; fotografia: Stéphane Fontaine; montaggio: Emmanuelle Castro Paroo; scenografia: Thierry Flamand; costumi: Nathalie du roscoat Escoffier; interpreti: Sophie Cattani (Séverine), Jean Pierre Bacri (Bertagnat), Vincent Lindon (Serge), Benoit Magimel (Pierre), Benoit Poelvoorde (Joss), Patrick Pineau (Mathieu), Ferdinand Martin (Charlie), Arnaud Valois (Adrien), Minna Haapkyla (Nora); produzione: Alain Attal, Jean-Philippe Blime; origine: Francia 2006; distribuzione: Lucky Red.


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