QUO VADIS BABY
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QUO VADIS, BABY? di Michela Greco Quo vadis, baby? segna per Gabriele Salvatores diverse tappe importanti. Per la prima volta con questo film, si cimenta con delle scene di sesso; per la prima volta indaga l’universo femminile (e con una scelta affatto banale come quella della cantante Angela Baraldi); non per la prima volta, invece, affronta un genere nuovo e diverso da quelli che aveva percorso con successo in precedenza, il noir. Una serie di sfide interessanti per un autore affermato, a cui Salvatores ha risposto con esiti diversi. La storia, tratta da un romanzo di Grazia Verasani, è ben congegnata ma a tratti banale. L’investigatrice privata Giorgia lavora nell’agenzia dell’amato/odiato padre, ha dietro le spalle un passato difficile, con una madre scomparsa per morte violenta e una sorella che si è suicidata 16 anni prima. È sola, un po’ mascolina, dura e fredda; si comporta come se bastasse a se stessa. Il suo lavoro consiste nello spiare la vita degli altri. Finché un giorno riceve delle videocassette che riguardano la sorella Ada e che riaprono il baratro di un passato contro il quale aveva combattuto per dimenticarlo. Giorgia è un personaggio molto riuscito, complesso ma vero, interpretato da un’attrice mimetica rispetto al suo ruolo. Angela Baraldi lo incarna naturalmente anche senza recitare, con il suo modo di muoversi e di parlare, con ogni piccolo gesto. Ada, la sorella, una giovane aspirante attrice inquieta e in cerca di successo, è portata sullo schermo da Claudia Zanella, che nella vita persegue lo stesso sogno. La rappresentazione del contrasto tra i due personaggi, agli opposti dell’universo femminile, promuove Salvatores in questo suo primo approccio a un mondo più complesso di quello a cui era abituato, la donna, capace di inglobare luce e ombra in modo armonico. Le atmosfere, i colori, le scelte di regia, la recitazione di tutti gli interpreti sono perfette. Ma la storia vacilla un po’. La prima parte di Quo vadis, baby? è infatti focalizzata sul mistero attorno all’identità di un personaggio, in realtà prevedibilissima e svelata con un espediente narrativo degno dei quiz gialli della Settimana Enigmistica. Per fortuna, però, il film non si riduce solo a questo e dischiude una seconda parte che riavvia il gioco e apre uno scenario ben più interessante, che esplora in modo intelligente i rapporti padre-figli. La percezione del padre come nemico, come simbolo e sintesi di tutto ciò che si vuole combattere è espressa da un uomo silenzioso e quasi indifferente, interpretato da Luigi Maria Burruano. Essere padri è difficile, come lo è essere figli: i primi rischiano di fallire, a volte, per il troppo amore, che produce facilmente un’ansia di controllo; i secondi spesso si perdono, anche per colpa del loro ostinato e violento rifiuto dei modelli imposti dalla famiglia. Salvatores lascia l’ultima battuta del prefinale al Fritz Lang di M - Il mostro di Dusseldorf: “Dobbiamo vigilare meglio sui nostri figli” e poi abbandona gli spettatori, che da soli, senza l’aiuto e la complicità di nessun personaggio del film, dovranno affrontare la verità. Quo vadis, Baby? è anche un grosso atto di amore per il cinema, quasi un metafilm, infarcito non di semplici citazioni, ma di intere scene di film culto come Ultimo tango a Parigi o, appunto, M - Il mostro di Dusseldorf. Il rapporto con il cinema è esplicito e costante: nel rifiuto dichiarato di Giorgia, che ripete più volte “Non mi piace il cinema”, e nella cinefilia esibita dagli altri personaggi; nei manifesti di Blow-up o di Jules et Jim attaccati alle pareti e nei modi di dire... Salvatores è un regista che sa raccontare, e che sembra aver assorbito la materia cinema per poi rilasciarla - seppure, a volte, con qualche difetto qui e là - in tutte le opere a cui dà forma.
Cast & Credits
regia: Gabriele Salvatores soggetto: Fabio Scamoni, Grazia Verasani sceneggiatura: Fabio Scamoni, Gabriele Salvatores fotografia: Italo Petriccione montaggio: Claudio Di Mauro musiche: Ezio Bosso interpreti: Angela Baraldi, Gigio Alberti, Claudia Zanella, Andrea Renzi, Elio Germano, Luigi Maria Burruano, Alessandra D’Elia produzione: Maurizio Totti, Colorado Film Production
[maggio 2005]
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