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Real Steel

Pubblicato il 25 novembre 2011 da Alessandro Boni
VOTO:


Real Steel

Una pellicola che riesca a mettere d’accordo sia pubblico che critica deve necessariamente avere molte frecce al proprio arco: un regista brillante e con un background di successo, sceneggiatori capaci di imbastire una storia avvincente ma anche profonda, un cast di attori navigati e di livello, produttori dotati di astuzia, intuito e senso degli affari. Real Steel assomma in sé quasi tutte queste prerogative: può infatti avvalersi di un regista valido ed affermato come Shawn Levy (Una notte al museo, Notte folle a Manhattan), di un cast d’attori di richiamo e ben amalgamati tra loro, di produttori esecutivi del calibro di Robert Zemeckis e Steven Spielberg e di un budget decisamente cospicuo, sull’ordine dei 110 milioni di dollari. Viene tuttavia a mancare forse il fattore più decisivo: l’originalità e la profondità di una storia che conferisca spessore al film e che non finisca, invece, per configurarsi come una sorta di collante per le scene d’azione.

Charlie Kenton è un pugile sul viale del tramonto, costretto a farsi da parte quando il mondo del pugilato viene invaso da giganteschi robot d’acciaio. Privo ormai di qualsiasi prospettiva, Charlie diventa un promotore di incontri di pugilato tra i robot e si guadagna a malapena da vivere assemblando macchine scadenti ed in disuso ed organizzando match su ring clandestini. Nella sua vita riappare però improvvisamente Max, il figlio che aveva da tempo perso di vista, un ragazzino pieno di risorse malgrado i suoi undici anni. Padre e figlio, dopo un’iniziale riluttanza, uniscono le loro forze per ricostruire ed addestrare un robot malandato e trasformarlo in un automa da combattimento. Sullo sfondo di un’arena brutale e priva di regole, Charlie avrà finalmente l’occasione di un insperato ritorno.

L’intero film è permeato da un’atmosfera quasi senza tempo, grigia e metropolitana, un po’ retro ma con elementi futuristici. Caratterizzandosi quasi come una sorta di punto d’incontro tra Rocky e Transformers, la pellicola mantiene un ritmo sempre serratissimo, con il conseguente spargimento di ettolitri di sudore e di liquido refrigerante. Un’azione così incalzante finisce però per rendere del tutto marginali i momenti di riflessione o di approfondimento dei caratteri, banalizzando di fatto la rappresentazione del rapporto tra genitore e figlio. Ed è proprio questo il problema: in Real Steel vi è un’eccedenza di scontri all’ultimo ingranaggio e di effetti speciali dal forte impatto visivo. Anche la stessa storia del riscatto personale di un uomo e di un padre sull’orlo del fallimento viene raffigurata al ritmo di tornei e combattimenti; sarebbe stato forse preferibile far passare il percorso di riabilitazione dell’individuo Charlie Kenton attraverso la vittoria o la sconfitta non su un ring bensì sul palcoscenico della vita, grazie ad un recupero più profondo del rapporto padre-figlio fondato sulla condivisione di emozioni e di esperienze.

Durante la visione di Real Steel affiora peraltro la spiacevole sensazione di un qualcosa di già visto; la pellicola evidenzia infatti una sostanziale assenza di originalità e si dipana su binari piuttosto scontati che culminano in un finale che sembra clonato da Rocky Balboa. Il classico blockbuster americano, quindi, dotato di lussuosa confezione ed appeal seducente e strutturato per divenire una macchina mietitrice di incassi al botteghino, come puntualmente avvenuto; un buon prodotto per famiglie, tutto sommato, certamente non adatto però a tutti coloro che cercano al cinema un tipo di intrattenimento di maggior profondità e spessore.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Real Steel) Regia: Shawn Levy; sceneggiatura: John Gatins, Dan Gilroy, Jeremy Leven; fotografia: Mauro Fiore; montaggio: Dean Zimmerman; musica: Danny Elfman; scenografia: Tom Meyer; interpreti: Hugh Jackman (Charlie), Evangeline Lilly (Bailey), Dakota Goyo (Max), Anthony Mackie (Finn); produzione: Touchstone Pictures, DreamWorks SKG; distribuzione: The Walt Disney Company Italia; origine: Usa; durata: 127’.


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