REINAS

Dalla Spagna “comunista” arriva nelle sale un regalo stuzzicante per i nostri noiosi, ben pensanti, cattolici, italiani. Reinas, la commedia che celebra il matrimonio gay concesso da Zapatero è, per la verità, piuttosto mediocre e lo scalpore che solleva in questi giorni non è certo per meriti artistici. Piuttosto è stata la tempestività dell’uscita italiana, proprio nel periodo natalizio e contemporaneamente alle super nozze di Elton John, a scatenare le ire di alcuni sacerdoti ratzingeriani e di un segretario di sezione della Lega nord. Come a dire che tutto questo parlare di gay, per di più a Natale, è davvero un affronto troppo grande per le suscettibili anime degli italiani devoti. A cercare di alleviare i “pruriti” di certe persone è arrivata la censura, negli ultimi tempi particolarmente scrupolosa nell’applicare la legge a pellicole di basso o medio costo ma incredibilmente distratta quando altri tipi di film protetti da distribuzioni più potenti invadono le sale, che ha posto un bel divieto ai minori di 14 anni. Beffardamente giustificato dalla tematica del film e dalla presenza di una scena di sesso, ci si chiede se tutto questo zelo non sia una scusa omofobica, troppo palese per non venire allo scoperto e anacronistica proprio come certe barzellette. Le “Regine” del titolo sono le cinque madri dei primi sposi gay spagnoli. Con spirito profetico il regista Manuel Gómez Pereira aveva già scritto la commedia nel 2003, quando la possibilità di un matrimonio gay era impensabile. Volendo sfatare il mito delle madri perfette, aveva deciso di mostrarle in una tipica situazione stressante, e quale occasione è più stressante delle nozze degli amati figli? Così ognuna di loro, da brave mamme, complicherà la vita ai rispettivi pargoli, cacciandoli nelle situazioni più imbarazzanti in un ritmo affannato, alla maniera della commedia classica americana degli anni ‘50. Ma probabilmente Howard Hawks si sta rigirando nella tomba poiché in Reinas la concatenazione di cause ed effetti che rende Susanna tanto irresistibile, sembra un singhiozzo senza capo né coda. L’espediente di intrecciare le diverse storie fra loro non è nuovo e non riesce a renderle meno impermeabili o banali. Almodóvar invece sarà contento, il film è una riunione di famiglia delle sue storiche attrici, da Carmen Maura, la musa degli anni ‘70, alla bravissima Marisa Paredes che si presta con grande autoironia al cammeo di sé stessa, autentiche perle di comicità che son la parte migliore del film. Alla ricerca della risata a tutti i costi, la struttura corale che sostiene il film non ce la fa e tracolla banalmente in un finale riunificatore senza sorprese. Reinas finisce per assomigliare ad uno di quei serial comici basati sugli stereotipi, dove non ci sono personaggi ma solo caratteri, dove il motivo di scandalo che ha dato vita alla trama, ormai, è già attualità. Quando si dice “ la realtà supera la fantasia”.
Regia: Manuel Gómez Pereira. Sceneggiatura: Joaquín Oristell, Yolanda Serrano, Manuel Gómez Pereira. Fotografia: Juan Amorós. Montaggio: José Salcedo. Interpreti: Verónica Forqué, Carmen Maura, Marisa Paredes, Mercedes Sampietro, Bettiana Blum, Gustavo Salmerón, Unax Ugalde, Hugo Silva, Daniel Hendler, Paco León, Raúl Jiménez, Tito Valverde. Musica: Bingen Mendizábal. Origine: Spagna 2005. Distribuzione: Lucky Red. Durata: 90’. Web info: www.luckyred.it
