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Resfest .10

Pubblicato il 7 novembre 2006 da Matteo Botrugno


Resfest .10

Si è appena conclusa la tappa romana della decima edizione del Resfest, rassegna itinerante che toccherà quarantacinque città in tutto il mondo (Roma, Torino e Treviso in Italia), in cui verranno presentati i migliori lavori in digitale dell’ultima stagione, una vasta gamma di proposte che vanno dall’animazione al documentario breve, dal videoclip alla videoarte. La politica del festival, nato nel 1996, consiste nell’incoraggiare film-makers che abbiano intenzione di intraprendere la strada del video compositing, e nel promuovere e diffondere il cinema digitale che, per innovazione tecnica e sperimentazione artistica, sta cambiando l’approccio e l’accessibilità ai mezzi cinematografici, quasi completamente irraggiungibili fino ad una decina di anni fa. Tutto ciò è dimostrato anche dalla scelta di alcuni registi affermati, come David Lynch, di ricorrere al digitale non solo per un consistente risparmio sui costi di produzione, ma anche per le infinite possibilità che il digitale stesso offre nel campo della sperimentazione visiva.
Il Resfest si compone quest’anno di alcune categorie ben strutturate a livello tematico, in cui vengono proposti lavori caratterizzati da diversi approcci tecnici al cinema digitale, cercando di individuarne le linee di tendenza. Si passa quindi da una summa dei migliori corti presentati durante i dieci anni di festival nella sezione A decade of Resfest: 10 seminal short films, a due eccellenti retrospettive sui videoclip, una dedicata ad interessanti band indie rock e all’avanguardia elettronica, l’altra invece, dedicata ai Radiohead, band in cui più che mai si riflette un certo tipo di approccio sperimentale non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello visivo. I migliori corti della stagione 2005/2006 vengono presentati nella sezione Resfest shorts, divisa in tre categorie; la prima, State of the art, in cui sono proiettati corti realizzati con diverse tecniche, dal live action all’animazione, dal documentario alla computer grafica; la seconda, Out of the box, propone corti in cui si avverte la forte tendenza di prendere le distanze dalle canoniche forme narrative, dati la visionarietà e il carattere di ricerca stilistica dei lavori presentati; la terza infine, Paura & brividi, composta da cortometraggi caratterizzati da atmosfere oscure e profondamente debitrici del cinema horror, anche se le tematiche classiche vengono affrontate da punti di vista estremamente innovativi.
Le categorie finora descritte e le altre che hanno caratterizzato questo viaggio di tre giorni alla scoperta delle nuove tendenze del cinema digitale, lasciano spazio ad una serie di riflessioni sulla piega che prenderà l’arte cinematografica nei prossimi anni. Innanzitutto possiamo affermare che il digitale dal punto di vista economico presenta numerosi vantaggi rispetto al cinema tradizionale. E’ pur vero che una maggiore accessibilità ai mezzi genera un sostanziale appiattimento delle idee; ma è altrettanto fondato affermare che, in tempi bui per il cinema italiano, il fatto sfruttare al meglio le nuove tecnologie potrebbe garantire una via d’uscita per tutti quei registi che non riescono a produrre e a distribuire i loro lavori. Alcuni autori della nuova generazione si stanno pian piano ‘convertendo’ al digitale e a modalità di produzione alternative: lo dimostra la macchina che Eros Puglielli e i Coproducers hanno messo in moto per l’ultimo lavoro del regista romano, AD project.
L’attenzione nei confronti del videoclip la dice lunga su uno dei caratteri fondamentali della politica del Resfest. Il videoclip da sempre, come il cortometraggio, e stata considerata una branca minore del cinema, ovviamente a torto. Al di là delle problematiche tecniche legate alla realizzazione di un video musicale, è lecito affermare che negli ultimi anni l’arte di “dipingere la musica” ha dato linfa vitale allo stesso linguaggio cinematografico, e tutto ciò viene dimostrato da come le specifiche caratteristiche tecniche del videoclip siano poi fonte di ispirazione per molti film di fiction. In Italia non sono state ancora comprese a pieno le potenzialità tecniche e commerciali del video musicale. Fortunatamente, nella sezione Italian window, vengono presentati una serie di lavori italiani, tra cui tre videoclip (particolarmente efficace Quintorigo - Il cannone di Sonia Cucculelli), che lasciano ben sperare sul futuro del cinema alternativo nel nostro paese.
Per tutti coloro che continuano a disinteressarsi a queste ottime iniziative: il Resfest, col suo carattere di rassegna in continua ricerca di nuove tecniche e nuovi talenti, col suo approccio di interazione fra le arti visive e, non meno importante, con la sua internazionalità di fondo, si rivela una vetrina necessaria per tutti quegli artisti che non riescono ad emergere a causa politiche di distribuzione che beneficiano prodotti scadenti imposti dalle majors e che si disinteressano delle nuove tendenze, garantendo loro la giusta visibilità. Il successo della manifestazione è stato dimostrato dal numero elevato di addetti ai lavori e appassionati accorsi al Palladium (ci riferiamo alle date da noi seguite, quelle di Roma) e dall’interesse generato dalle opere presentate, di qualità media molto alta. La nostra rivista continuerà a supportare questo tipo di iniziative e continuerà ad approfondire le nuove affascinanti linee di tendenza delle arti visive.

Info: sito ufficiale Resfest Italia


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