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Rifici porta in scena il "Giulio Cesare" di Shakespeare

Pubblicato il 17 aprile 2012 da Serena Lietti


Rifici porta in scena il "Giulio Cesare" di Shakespeare

Carmelo Rifici porta in scena il Giulio Cesare di Shakespeare e lo veste di contemporaneo, riuscendo in tal modo a trasmettere con più forza e chiarezza l’universalità del testo. I costumi scelti rimandano all’iconografia classica del potere e della politica: gessati o abiti blu, con cravatte rosse o blu. Lo stesso modo di rapportarsi alla folla è fortemente legato ad atteggiamenti e situazioni che ben conosciamo: posture e frasi formali create ad hoc per indirizzare i sentimenti e i pensieri della folla e pronunciate davanti a microfoni o telecamere. Nei sentimenti individuali che intuiamo dietro le azioni pubbliche rivediamo le molle che ancora oggi muovono gran parte delle vicende politiche e sentiamo come, dietro e dentro lo Stato, a minaccia della sua stabilità, viva una parte della classe dirigente mossa unicamente da volontà personali. La nostra vicinanza alla vicenda è accentuata, durante il discorso di Bruto dopo la morte di Cesare, dalla comparsa in sala del popolo che chiede spiegazioni e di cui ci sentiamo immediatamente parte. In diversi momenti, del resto, abbiamo la sensazione che i personaggi si rivolgano direttamente a noi, spettatori e cittadini al tempo stesso.
Per tutta la prima parte dello spettacolo, fino all’assassinio di Cesare, siamo immersi in un’atmosfera rarefatta, quasi onirica, che ben trasmette le oscure pulsioni e riflessioni dei congiurati. Viviamo l’esperienza del sotterfugio, della trama tessuta da Cassio e del tormentato animo di Bruto. A fare da eco a quest’aria irrazionale, che avvolge attori e spettatori, è il susseguirsi di vicende legate a vaticini e sogni che presagiscono ciò che verrà. La stessa dimensione spaziale crea una situazione straniante: Roma è ridotta a un piccolo spazio chiuso in cui i personaggi si muovono come in un labirinto dal percorso già delineato. Anche durante la battaglia di Filippi non ci sarà nessun campo aperto e la vicenda verrà vissuta attraverso il resoconto dei dispacci militari. I giochi di luce, perfettamente studiati, permettono agli ambienti e ai personaggi di apparire e scomparire seguendo le esigenze sceniche e creando una sensazione quasi allucinogena e fantastica. In tutto questo, tuttavia, non manca mai il realismo della vicenda e l’attinenza a una dimensione concreta. Attraverso la storia di Giulio Cesare e di una Roma antica, in bilico tra democrazia e impero, scorgiamo l’essenza universale delle dinamiche del potere che intreccia aspetti pubblici, privati e, talvolta, religiosi e magici.


(Giulio Cesare) Regia: Carmelo Rifici; sceneggiatura: William Shakespeare; adattamento drammaturgico: Renato Gabrielli; musiche: Daniele D’Angelo; interpreti: Ivan Alovisio, Marco Balbi, Giulio Baraldi, Elio D’Alessandro, Leonardo De Colle, Massimo De Francovich, Angelo De Maco, Pasquale Di Filippo, Gabriele Falsetta, Marco Foschi, Tindaro Granata, Sergio Leone, Danilo Nigrelli, Rosario Petix, Francesca Porrini, Federica Rosellini, Giorgia Senesi, Max Speziani, Angelo Tronca; produzione: Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa; teatro e date spettacolo: Piccolo Teatro di Milano, dal 12 aprile al 6 maggio 2012.


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