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ROBOTS

Pubblicato il 27 marzo 2005 da Riccardo Protani


ROBOTS

Ammettiamo la sacrosanta verità: alla Pixar sono sul serio avanti anni luce, e ci fossero stati loro, alla Nasa, probabilmente su Marte ci saremmo andati già una ventina di anni addietro. Alla 20th Century Fox non sono da meno, e difatti ci trasportano ben oltre Saturno e ancora, al confine del Sistema Stellare che impatta direttamente con un mondo delle macchine assolutamente fenomenale. Robots, l’ultima fatica di Chris Wedge, l’uomo dietro L’era glaciale e che insieme al guru John Lasseter sta letteralmente rivoluzionando il mondo del cinema (scrivere solo “cinema d’animazione” sarebbe alquanto riduttivo), è infatti quanto di più perfetto e trascinante oggi l’industria dello spettacolo americano sia stata capace di produrre. E non solo a livello digitale. Intendiamoci, oramai la perfettibilità tecnica di prodotti come questi è divenuta assolutamente la norma (e ad appena tre mesi dall’uscita di The Incredibles e Shrek 2 i confini sono stati ora ulteriormente spostati in avanti). Ma è norma adesso anche il constatare pure l’esatto bilanciamento tra rondelle della tecnica e lubrificante della storia, cioè l’alchimia più facile e naturale che gente come loro riesca a produrre (miracolo!) di questi tempi. Perché è arte anche questa, l’esatto equilibrio tra spettacolo e contenuti che proprio a partire dai layout di fondali di bytes e RAM riesce a colpire nel segno. Ancora e ancora, nel caso di Robots, con un profluvio vitalissimo e perfetto di citazioni tematiche e invenzioni visive assolutamente entusiasmanti ed argute. Come già in molti hanno giustamente osservato, trattasi qui di perfetta lezione destinata ai più giovani (e non solo a loro), stavolta legata al tema del consumismo facile e dell’economia capitalistica: protagonisti un mondo a metà tra Cybertron, OZ e la Corunscant di George Lucas (sempre lui...), dove i robot felici e contenti si trovano ad un tratto costretti a comperare componenti nuove per la loro sussistenza... invece di venire naturalmente e più facilmente riparati. D’altronde, “Perché essere ciò che si è se si può divenire di più”? E’ questa la massima inquietante che fa partire tutto, dai molto più inquietanti interrogativi sull’etica tutta-immagine-e-voglia-di-novità-quotidiane della società attuale, all’avventura del film, dove il protagonista è il ragazzo-robot inventore Rodney Copperbottom (in originale doppiato da Ewan McGregor, in Italia da DJ Francesco!), novello Astroboy, nato e cresciuto con parti di ricambio di seconda mano, e che è destinato a far strada e sovvertire l’ordine dei robots “fintamente” più strafighi e alla moda che mai. In pratica, Robots potrebbe essere considerato una sorta di apologia del capitalismo au contrarie (si può produrre anche senza l’ossessione del riciclaggio di macchine, bulloni e sentimenti, d’altronde) in cui, all’inizio, anche i sogni sembrano avere la card di scadenza. Wedge ci ha abituato a pellicole che per velocità e dinamismo sembrano randellare la storia troppo rapidamente, ma il ritmo del film serve a miscelare la sua visionarietà affascinante con una molteplicità di rimandi cinefili al pari dovuti e sorprendenti. E quindi, da Metropolis a Sky Captain a Peter Jackson a Gene Kelly con infusi di Brtiney Spears e Hig Hopes di un’America stile New Deal, eccolo qui, il (vero?) Sogno Americano: una generazione di macchine che capisce il valore della vita nella tradizione e non nell’esasperazione del dettaglio dell’“ultimo modello”. Semplicemente geniale la trovata della nascita del bebè-automa (i genitori assemblano le sue varie parti), ma qui a brillare è ogni dettaglio. Le gags azzeccate ed attuali, i computer ex machina usati come matite ispirate e il metalinguismo di un genere, quello animato digitale (l’epilogo musicofilo in perfetto stile Shrek) che ormai interessa alle Majors tanto e forse più della produzione live, sono ulteriori dettagli di una realtà - virtuale - che ormai pare esser divenuta la sola evidente (e realistica) finestra sul mondo dei nostri tempi.

[marzo 2005]

regia: Chris Wedge sceneggiatura: Lowell Ganz, Babaloo Mandell, Jim McClaim & Ron Mita montaggio: John Carnochan musica: John Powell & Adam Schlesinger interpreti: Rodney Copperbottom, Fender, Bigweld, Piper, Crank, Zia Fanny, Watch... and many more! produzione: William Joyce per Blue Sky Company & Fox Animation Studios origine: USA 2005 durata: 91’ distribuzione: 20th Century Fox Italia web info: robotsmovie.com

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