Rock the Kasbah

Barry Levinson, premio Oscar nel 1989 per Rainman-L’uomo della pioggia con Dustin Hoffman e Tom Cruise, nonché autore secondario della Nuova Hollywood, famoso per importanti pellicole come Good Morning Vietnam (1987), Bugsy (1991), Sleepers (1996), decide di riprendere quel filone della commedia di guerra inserendolo in un contesto come l’Afghanistan, ultimamente dimenticato dai media.
Rock the Kasbah, che allude al famoso titolo di uno degli ultimi successi del gruppo The Clash (lì Kasbah era con la C e non la K), parte da un’idea originale e pungente, tratta da una storia vera e sceneggiata da Mitch Glazer (Paradiso perduto e La regola del sospetto), per costruire un "teatro degli imprevisti" con protagonista il produttore musicale Richie Lanz, interpretato dall’imprevedibile Bill Murray, assieme ad un cast di attori navigati come Bruce Willis (nei panni di una guardia del corpo), Kate Hudson (la prorompente prostituta Merci), Zoeey Deschanel (una cantante americana relegata a segretaria di Lanz).
Lo scenario è il territorio di uno dei conflitti più accesi e discussi degli ultimi anni, al pari della Guerra del Golfo, generato - è bene sottolinearlo - da Bush junior sulle tracce del famoso e scomparso Bin Laden. Questo è quello che la cronaca degli eventi ha raccontato e che gli americani hanno fatto credere ai loro spettatori internazionali. Ma gli interessi, si sa, sono stati altri.
Il contesto, scelto da Levinson, non è dunque casuale per una satira sull’imperialismo americano d’oggi ed è dunque il più calzante per creare un degno co-protagonista a Bill Murray. Richie Lanz è infatti un produttore musicale squattrinato, che decide di lasciare la California perché ingaggiato in Afghanistan per un tour tra le basi militari americane. Lanz è un produttore romantico che malgrado questo racconta il cinismo e l’imperialismo culturale del suo paese. Come Adrian Cronauer, protagonista di Good Morning Vietnam, è attore del patriottismo americano, inserito però - a differenza del Vietnam - in un contesto meno reale ma più esotico, in cui si muovono in modo preciso tutti gli altri attori. Willis, Hudson, Deschanel sono infatti dei degni compagni al servizio del personaggio di Murray, ben scelti, in linea con la commedia brillante americana. Kate Hudson nel personaggio a lei più congeniale (a tratti ricorda il personaggio che l’ha resa famosa in Quasi Famosi) costruisce un’interpretazione in linea con la classica cattiva-buona. Zoeey Deschanel, relegata in ruolo comico secondario, duetta fin dall’inizio con Murray dando un tocco brillante alla storia. Bruce Willis invece riprende i panni comici che lavorano sui suoi precedenti ruoli cinematografici da duro, ma nulla di più.
Richie Lanz però non è Adrian Cronauer, in quanto non è maschera innocente di un conflitto, ma è vittima di un cinismo che oramai non sorprende più. Per questo la vena satirica passa in secondo piano rispetto alla vena comica, tanto da confondersi e rimanere perlopiù in superficie o esclusa dagli eventi reali.
Rock the Kasbah si dirige nella direzione della commedia, che in alcuni punti sembra quasi sforare in soap (specialmente quando racconta l’Afghanistan), per tralasciare il dramma o le contraddizioni di una terra ancora piena di orrori e ingiustizie. Rinuncia quasi subito a qualsiasi satira dissacrante e internazionale alla Borat, fatta eccezione per qualche divertente sequenza (vedi l’assolo di Lanz sulle note di Smoke on the Water nel villaggio pashtun, esibito come canto tradizionale americano). La satira colpisce in parte solo nel contesto americano e non quello internazionale o transculturale. Anche il personaggio centrale della cantante Salima (interpretata dall’attrice palestinese Leem Lubany) potrebbe essere sicuramente utile per abbattere gli stereotipi, ma purtroppo rimane vittima della facile retorica occidentale (il volto bello e affascinante) senza andare oltre ad una democratica lotta dei diritti delle donne nel mondo arabo, raccontata però in modo troppo sbrigativo e convenzionale. Un intento sicuramente nobile, che però conduce la pellicola nel facile binario della commedia mainstream, dimenticando invece una articolata verve pungente, politica e intensa, invece presente nell’indimenticabile voce radiofonica di Adrian Cronauer in Good Morning Vietnam.
FOTOGALLERY
(Rock the Kasbah); Regia: Barry Levinson; sceneggiatura: Mitch Glazer; fotografia: Sean Bobbitt; montaggio: Aaron Yanes; musica: Marcelo Zarvos; interpreti: Bill Murray, Bruce Willis, Kate Hudson, Zooey Deschanel, Leem Lubany; produzione: Dune Films, QED International, Shangri-La Entertainment, Venture Forth; distribuzione: Eagle Pictures; origine: USA, 2015; durata: 106’.
