Roma 2010 - Asse mediano - Alice nella città
Giunti oramai alla conclusione della quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nel primo pomeriggio si è svolta una delle ultimissime proiezioni della kermesse capitolina. A ideale conclusione di un discorso sull’istruzione già affrontato con Waiting for Superman, documentario molto apprezzato sulla situazione disastrosa della scuola pubblica statunitense, e Un sasso nello stagno, opera che ripercorre le principali tappe della formazione di Gianni Rodari, è stato presentato come evento speciale fuori concorso Asse mediano di Michele Mossa.
Il breve documentario dell’etnomusicologo e antropologo cagliaritano racconta il dietro le quinte di Tajabone, film di Salvatore Mereu presentato con successo due mesi fa nella sezione Controcampo italiano del festival di Venezia. Nell’opera del regista di Ballo a tre passi e Sonetàula venivano raccontate cinque storie interconnesse tra loro, tutte ideate, interpretate e co-sceneggiate da alcuni ragazzi di Sant’Elia e San Michele. Nelle scuole di questi due quartieri periferici e disagiati di Cagliari, Mereu ha fatto per diversi mesi l’insegnante di cinema proprio con l’obiettivo di realizzare a fine anno scolastico, insieme a una piccola troupe di fiducia, un film che mettesse in scena alcune delle storie inventate dai giovani studenti. Se Tajabone era il risultato cinematografico dell’attività scolastica di Mereu, il documentario di Mossa ne rappresenta l’ideale controcampo: ci mostra, infatti, il lavoro quotidiano che ha portato aTajabone, facendoci entrare in contatto con i ragazzi che lo hanno realizzato e raccontandoci simultaneamente l’universo familiare di alcuni di loro.
Asse Mediano – il titolo fa riferimento alla sopraelevata che congiunge le periferie a Nord e a Sud di Cagliari, percorsa quotidianamente da Mereu per spostarsi da San Michele a Sant’Elia – è un’opera significativa per come mostra con forza il ruolo che può avere l’insegnamento del linguaggio cinematografico nella formazione di giovani appartenenti a contesti sociali disagiati. Quella che propongono le immagini del documentario di Mossa è una affascinante possibilità, che Mereu con la propria esperienza personale ha dimostrato essere fruttuosamente praticabile: in ambienti come quelli dei quartieri cagliaritani già citati, la scuola può essere trasformata in un luogo d’accoglienza anziché di dispersione. In un luogo dove, attraverso la forza socializzante e unificante del cinema, sia possibile la condivisione di esperienze e di valori formativi.
(Asse mediano) Regia: Michele Mossa; fotografia: Michele Mossa; montaggio: Michele Mossa; interpreti: Salvatore Mereu, Andrea Ahmetovic, Munira Ahmetovic, Jessica Piscedda; produzione: Viacolvento;origine: Italia; durata: 60’.