Roma 2015 - Hitchcock/Truffaut - Omaggi
Nel 1954, il giovane François Truffaut, critico dei Cahiers du cinéma, incontra per la prima volta Alfred Hitchcock. Otto anni dopo, nell’aprile del 1962, il regista francese gli scrive una lettera in cui gli manifesta la sua ammirazione e gli chiede la disponibilità di poterlo intervistare per otto giorni per dar vita ad un libro sul cinema. Truffaut intervista Hitchcock su tutta la sua carriera con uno scopo ben preciso: mostrare ai critici americani che si erano sbagliati a sottovalutare i suoi film, che allora venivano valutati ingiustamente solo come forma di intrattenimento e leggerezza. Così da quell’intervista nasce Hitchcock/Truffaut, che il regista francese amava chiamare Hitchbook, libro che entrerà di diritto nella storia della letteratura cinematografica.
Hitchcock/Truffaut è anche il nome del documentario che Kent Jones (già co-regista del documentario su Elia Kazan, A letter to Elia e sceneggiatore de Il mio viaggio in Italia di Martin Scorsese) ha realizzato montando alcuni spezzoni delle registrazioni originali tra i due registi e le ha intervallate con scene cult tratte dai film di Hitch e interviste a celebri registi quali Martin Scorsese, David Fincher, Arnaud Desplechin, Kiyoshi Kurosawa, Wes Anderson, James Gray, Olivier Assayas, Richard Linklater, Peter Bogdanovich, Paul Schrader. Tutti registi che non solo hanno profondamente amato il cinema hitchcockiano, ma lo hanno studiato in maniera dettagliata, sequenza per sequenza. E proprio da quelle testimonianze c’è la dimostrazione diretta di quanto quell’uomo, che ha terrorizzato milioni di esseri umani, ha segnato in maniera indelebile la storia di un’arte che da quel momento non sarà mai più la stessa. Hitchcock è un marchio di fabbrica da cui non si può prescindere (e non solo per la celeberrima sagoma del profilo). Ciò è realtà anche grazie all’incontro con un regista come Truffaut che non potrebbe essere così lontano e così vicino a lui; un amore viscerale provato da sempre dall’autore francese per il suo maestro, amore che manifestava e che rendeva pubblico in ogni occasione, premiazione e che permise al maestro del thrilling di essere sdoganato presso i critici più settari.
Il documentario Hitchcock/Truffaut è una vera e propria chicca della storia del cinema, sia perché immortala una conversazione tra due mostri sacri immortali, ma anche perché, coinvolgendo tutti gli altri registi intervistati, diventa una conversazione nella conversazione, una lezione nella lezione. E non è una lezione da intendersi in senso tecnico o metalinguistico, anzi è una lezione che diventa essa stessa una rappresentazione allegorica, una vera e propria scala di Escher dove riaffiorano le proprie vertigini e i propri istinti artistici e creativi. Jones riesce bene in un compito arduo e per nulla scontato, facendosi scudo soprattutto degli insegnamenti e della scuola del maestro Scorsese con cui ha collaborato e di cui si vede anche in questo documentario la stessa struttura e lo stesso afflato delle precedenti opere. Una struttura solenne, con un taglio incalzante che viene più volte sincopata dalle uscite ciniche e geniali delle dichiarazioni di Hitchcock, abile manipolatore delle parole come delle immagini.
(Hitchcock/Truffaut); Regia: Kent Jones; sceneggiatura: Kent Jones, Serge Toubiana fotografia: Eric Gautier; montaggio: Rachel Reichman; musica: Geremia Bornfield; interpreti: Martin Scorsese, David Fincher, Arnaud Desplechin, Kiyoshi Kurosawa, Wes Anderson, James Gray, Olivier Assayas, Richard Linklater, Peter Bogdanovich, Paul Schrader; produzione: Artline Films; origine: Francia, USA, 2015; durata: 80’;