The Rolling Stones Olé Olé Olé

“I know it’s only rock ‘n roll, but i like it!”
- Rolling Stones
Nel 1962, a seguito della rottura definitiva dei rapporti tra Fidel Castro e il governo Americano (che vide come ultimo atto il fallimentare colpo militare della Baia dei Porci), gli Stati Uniti d’America imposero a Cuba un rigido embargo economico, finanziario e commerciale. Una decisione dagli effetti devastanti per il benessere del governo e del popolo cubano, destinato a impoverirsi ulteriormente nel corso degli anni, essendo gli Stati Uniti il primo partner commerciale di Cuba fino ad allora.
Nel 17 dicembre 2014, l’attuale presidente americano Barack Obama, impegnato per lungo tempo a riavvicinare le due nazioni, decreta l’intenzione di porre fine all’embargo cubano, anche se tale decisione dovrà ancora attendere il responso definitivo del congresso repubblicano. “Cuba è finalmente libera!”, grida il popolo. Ora si può guardare con maggior fiducia al futuro. E libertà, per il popolo latino americano vuol dire anche godere di un concerto rock. O del concerto rock, se sul palco salgono i Rolling Stones.
The Rolling Stones Olé Olé Olé – A trip across Latin America, diretto da Paul Dugdale, ormai navigato regista di documentari musicali (Coldplay – Ghost stories, Adele – Live at Royal Albert Hall), al suo quarto lavoro con i Rolling Stones, regala al pubblico e ai fan un secondo, preziosissimo documento sul tour in America Latina, dopo Rolling Stones – Havana moon; in realtà, The Rolling Stones Olé Olé Olé – A trip across Latin America è stato ideato e girato ancor prima del sucitato, ma la complessa lavorazione ha allungato i tempi. A differenza del film concerto Havana moon è, in realtà, un vero e proprio diario-documentario sull’intero tour in America Latina: dall’Argentina al Perù, dal Brasile al Cile, passando per la Colombia, fino all’ultima tappa (quella storicamente rilevante) a Cuba.
Dugdale segue camera alla mano, passo dopo passo, Mick Jagger e compagni, di ritorno in terra latina dopo un’assenza lunghissima, alla (ri)scoperta di una società desiderosa di chiudere i conti con un passato dominato dalla dittatura, in grado di proibire la diffusione di un genere musicale, il rock, ribelle per antonomasia, con l’obiettivo di stroncare sul nascere plausbili tentativi di rinascita etico-culturale: in questo gioco alla ricerca della Storia sussurrata sottovoce e con timore, The Rolling Stones Olé Olé Olé – A trip across Latin America non cede a nessun compromesso politico, rinunciando a sterili forme di denuncia o patriottismo (qualcuno potrebbe ricercare nel lavoro di Dugdale un movente nazionalista, che non ha motivo di esistere), limitandosi a raccontare i fatti così come il popolo stesso ne traccia i contorni. Il film si limita, perciò, a mostrare e lasciar parlare il popolo, pizzicando le corde giuste, fondendo con parsimonia descrizione documentaristica e fiction.
Oltre a lasciar raccontare le brutture della dittuatura dalla gente di strada, scacciandone le aberrazioni con un certosino approfondimento sugli usi e i costumi di una civiltà multicromata e raggiante (dalle danze etniche, ai mestieri artigianali tutt’oggi quasi impossibili da importare nei Paesi del vecchio continente), Dugdale si sofferma spesso e volentieri sui legami tra i vari membri della band, in particolare quello tra Jagger e Keith Richards, abbandonando la camera a mano utilizzata per le riprese in movimento, alternandole con altre fisse, maggiormente adatte per catturare il momento e fermare il tempo (tra tutti spiccano il duetto tra Jagger e Richards che ripropongono una prima versione acustica di Honky tonk woman e l’incontro tra Ronnie Wood e un pittore brasiliano); la magia sprigionata da The Rolling Stones Olé Olé Olé – A trip across Latin America acquista una potenza emotiva di assoluto livello proprio quando il regista e i suoi quattro complici scandagliano le loro anime turbolente, ma sincere, esaltandone il lato umano, in un percorso di demitizzazione del divo, umile nel recepire nuovi impulsi da una civiltà estranea, che rimpiange di non potersi mischiare con facilità tra la folla e addirittura si commuove sul palco, dopo anni di onorata carriera. Tale cambio stilistico esalta il piglio autoriale di Dugdale, che infonde freschezza ed estrosità a un prodotto che, altrimenti, avrebbe corso il rischio di risultare irritante ed eccessivamente frenetico.
In ultimo, ma non per importanza, The Rolling Stones Olé Olé Olé – A trip across Latin America ripropone in piccole dosi quanto già visto in Havana moon, ovvero uno spettacolo musicale da incanto, un agglomerato di emozioni ed eruzioni sonore degno di appartenere all’olimpo della musica rock, celebrato con un uso del rallenty mirato a esaltarne l’impianto scenico. In fin dei conti, we know it’s only rock ‘n roll…but we love it!
(The Rolling Stones Olé Olé Olé – A trip across Latin America); Regia: Paul Dugdale; sceneggiatura: Sam Bridger, Paul Dugdale; fotografia: Jonas Mortensen; montaggio: Christopher Bird; musica: The Rolling Stones; interpreti: Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood, Charlie Watts; produzione: The Rolling Stones, Holly Enness; origine: U.S.A., 2016; durata: 105’
