Samba

Dopo lo straordinario successo internazionale di Quasi amici, Eric Toledano e Olivier Nakache tornano sul grande schermo con Samba, un film caratterizzato da una delicatezza, estetica e linguistica, “tipicamente francese”. Nel tentativo di rimanere costantemente in bilico fra dramma e commedia, i due registi firmano una pellicola con un importante sfondo sociale e dalla straordinaria efficacia.
Se nel precedente film l’incontro/scontro di classe era rappresentato da una toccante amicizia fra un borghese parigino affetto da una malattia che lo costringeva su una sedie a rotelle ed un ragazzo di colore che viveva per le strade, qui abbiamo un idillio amoroso che si consuma tra una ex dirigente parigina stressata ed un immigrato clandestino. Le dinamiche che si innescano fra questi due personaggi richiamano con una certa verosimiglianza le stesse del precedente film, caricando però l’aspetto sociale.
Pur strizzando l’occhio alla commedia, infatti, si avverte in modo piuttosto esplicito la denuncia che gli autori fanno di una Francia che, almeno per ciò che concerne l’aspetto burocratico e legislativo, non sembra essere molto avanzata nel tema di interculturalità. Di fatto, Samba – interpretato nuovamente da un bravissimo Omar Sy che conferma il suo brio estroso perfettamente dosato dagli autori – pur vivendo da più di dieci anni in Francia non riesce ad ottenere il permesso di soggiorno. Costretto a vivere come un fantasma, accettando, così, lavori in nero e mal pagati, si rivolge ad un’associazione che prende a cuore la sua situazione. È qui che incontra e si innamora della stressata ex dirigente Alice – un’impeccabile Charlotte Gainsbourg che, lontana dall’immaginario scabroso di Lars Von Trier, recupera un po’ di “leggerezza” grazie ai toni, a tratti esilaranti, utilizzati dai registi.
Non manca certo il carattere sentimentale che, soprattutto in certi momenti, diventa anche preponderante. Tuttavia, questo, ben si amalgama con la commistione di tonalità e generi concessi alla pellicola, senza cadere mai in facili banalità o ridondanti retoriche. Il duo francese, infatti, realizza, ancora una volta, un film capace di emozionare facendosi critica sociale, senza rinunciare, però, alla tanto amata commedia. È forse proprio questa la vera forza del film. Samba riesce a cambiare continuamente atmosfera con una spontaneità sorprendente che non incontra mai nessun attrito, complice, senza dubbio, una valida e compatta sceneggiatura che riesce a concederci anche un intimo e toccante ritratto dei due protagonisti. Toledano e Nakache riescono, così, a fare quel salto in più che mancava al pur riuscitissimo Quasi amici per confermarli come alcuni dei registi più interessanti dell’industria cinematografica d’Oltralpe.
(Samba); Regia: Eric Toledano e Olivier Nakache; sceneggiatura: Muriel Coulin, Eric Toledano, Olivier Nakache; fotografia: Stéphane Fontaine; montaggio: Dorian Rigal-Ansous; musica: Ludovico Einaudi; interpreti: Omar Sy, Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim, Izia Higelin, Youngar Fall, Isaka Sawadogo, Hélène Vincent, Christiane Millet, Clotilde Mollet, LIYa Ketebe; produzione: Quad Films, Ten Films, Gaumont, TF1 Films Production, Korokoro; distribuzione: Gaumont; origine: Francia, 2014; durata: 116’.
