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Sarà Cronenberg il regista di "Io uccido"?

Pubblicato il 16 febbraio 2006 da Matteo Botrugno


Sarà Cronenberg il regista di "Io uccido"?

Giorgio Faletti: cabarettista di successo negli anni 80’, sorprende il popolo sanremese nel 1994 con la canzone Signor tenente, per poi tornare sulle scene nel 2001 con un romanzo di grande successo in tutto il mondo, Io uccido.
David Cronenberg: genio visionario, raffinato e violento sezionatore della nostra morbosa società contemporanea. Fino a qualche giorno fa i due non avevano assolutamente nulla in comune, poi la notizia, che sembra ormai confermata: il regista canadese dirigerà un film tratto dal lavoro di Faletti, il cui titolo sarà I kill.
La notizia lascia perplessi e sconcertati anche perché sono notevoli le differenze tra i due autori e, seppur sapendo che da Io uccido sarebbe stato tratto un film, mai avremmo immaginato che a dirigerlo sarebbe stato proprio il geniale regista di Toronto. I kill verrà prodotto da Filmauro, che ha acquisito i diritti cinematografici del romanzo, e già si sta lavorando alla prima stesura della sceneggiatura, che sarà firmata da Davide Ferrario. Faletti sembra cadere dalle nuvole e risponde in questo modo quando gli viene chiesto un parere sulla probabile scelta di Cronenberg (l’altro candidato era Bruce Beresford di A spasso con Daisy) : "Non ci crederò fin quando non vedrò i titoli di coda della pellicola, con la scritta based on the novel...e poi dopo directed by David Cronenberg. Meglio del Viagra!".
Non sarebbe il primo film dell’autore canadese tratto da un romanzo. Già con Pasto Nudo Cronenberg aveva trasposto l’omonima opera di William Burroughs in modo del tutto singolare, enfatizzandone l’autobiografismo e gli allucinati processi mentali che porteranno poi lo scrittore alla stesura del romanzo. Totale rovesciamento di ruoli avviene invece nella liberissima trasposizione del libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giocosa in M. Butterfly, in cui lo scambio di ruoli tra uomo occidentale e donna orientale sovverte il senso dell’opera pucciniana, esaltandone il doloroso senso dell’amore e del destino.
Il romanzo di Faletti soffre di troppe ridondanze nella costruzione di fatti e personaggi, ma i momenti in cui viene descritta la mente malata dell’assassino che terrorizza Montecarlo, potrebbero essere sicuramente uno spunto interessante per il regista canadese, la cui attenzione è spesso rivolta all’accurato disegno della psiche dei suoi personaggi. Ne La zona morta Cronenberg non era però riuscito a trasporre adeguatamente il romanzo di Stephen King: le visioni del protagonista perdono quell’incisività che caratterizzava il lavoro dello scrittore del Maine; ne deriva un film incolore che d’altra parte però ha riscontrato, molto più di altre sue opere (come ad esempio l’ottima riproposizione di Crash di William Ballard), l’attenzione del grande pubblico.
L’I kill di Cronenberg sarà il classico ‘film alimentare’ come La zona morta? O addirittura il frutto di un primo, piccolo passo fatto dall’Italia per uscire da un momento artisticamente difficile e per cominciare a reintegrarsi nel circuito internazionale? Staremo a vedere, curiosi e trepidanti.


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