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Se sei così ti dico sì

Pubblicato il 21 aprile 2011 da Antonio Valerio Spera


Se sei così ti dico sì

Il nuovo film di Eugenio Cappuccio è riassumibile nel volto del suo protagonista Piero Cicala nel momento in cui, dopo essersi esibito di fronte ad una platea di italoamericani con la sua canzone Amami di più, riceve applausi emozionati, consenso e apprezzamento per un pezzo che nessuno prima aveva mai dimostrato di amare. Cicala è felice, sorride, ma il suo viso viene repentinamente invaso dalle lacrime, da un pianto improvviso, intriso sia di gioia che di tristezza, rammarico, malinconia. Se sei così ti dico sì è perfettamente descrivibile come questo volto, in straordinario equilibrio tra sentimenti opposti, sempre pronto a cambiare tonalità da un momento all’altro. L’opera di Cappuccio è esattamente questo volto. Perché in fondo Se sei così ti dico sì è Piero Cicala, è Emilio Solfrizzi.
Il regista di Volevo solo dormirle addosso e Uno su due firma il film della sua maturità. Si è trovato tra le mani un soggetto di Antonio Avati che sulla carta aveva le potenzialità di evolversi o in un dramma umano su un uomo/artista fallito alla ricerca di un riscatto impossibile in un’Italia volgare, cinica, schiava del denaro, del successo e del potere dei media, oppure in una commedia frivola, leggera, indirizzata alla risata facile e incentrata su un personaggio assurdo e surreale. Ma Cappuccio ne ha fatto qualcosa di diverso. Partendo dall’intento di descrivere e raccontare il nostro paese, rendendo Piero Cicala proiezione ed emblema (più che metafora) dello stesso, l’autore (alla sceneggiatura insieme a Claudio Piersanti) ha costruito una commedia dal passo al contempo veloce e pesante, che fa sorridere con delicatezza e che nasconde dietro ogni singola sequenza un profondo ed amaro discorso sul rapporto individuo-società. Se sei così ti dico sì inizia il suo viaggio nell’Italia del ventunesimo secolo dalla provincia pugliese, da un microcosmo quasi dimenticato, chiuso, culturalmente autonomo, integrato nel paese solo grazie alla televisione, per poi arrivare a Roma, in cui viene mostrata l’esagerazione del mondo dello spettacolo, dove l’apparenza conta più del talento, dove tutti sono pronti a farti fuori, ad “ucciderti” sul più bello, magari anche a giocare con la tua persona oltre che con la tua immagine.
Sebbene in alcuni momenti il regista si lasci prendere la mano, ma soprattutto l’occhio, nel ritratto dell’affascinante star sudamericana interpretata da Belen Rodriguez, all’inizio perdendosi inutilmente e con troppa insistenza sul suo corpo nudo, successivamente dando troppa importanza alla sua figura ed impreziosendola addirittura di una morale positiva, Cappuccio si dimostra ottimo narratore e grande direttore d’attori. La Rodriguez, sullo schermo, risulta più credibile e verosimile di quanto ci si potesse aspettare, gli interpreti di contorno (soprattutto Iaia Forte) recitano con incredibile misura riuscendo a non rendere caricature i loro personaggi “veraci”; ed infine Emilio Solfrizzi, un talento unico che ancora doveva dimostrare pienamente il suo valore. Piero Cicala oltre a rappresentare il suo personaggio cinematografico più riuscito segna senza dubbio un passaggio fondamentale per la sua carriera. Parente stretto del Toni Pisapia di Servillo ne L’uomo in più, Cicala è una figura complessa, disperato ed innocente, fallito, ingenuo, allo stesso tempo disposto a mettersi ancora in discussione, rischiando la ridicolizzazione pubblica ma puntando sempre dritto ai suoi sogni. Solfrizzi lo incarna senza cadere nel grottesco, rimanendo costantemente legato alla realtà e soprattutto lasciando sempre in primo piano le sue emozioni. Invecchiato, imbruttito, ingrassato, l’attore pugliese offre probabilmente la migliore interpretazione italiana dell’anno. Il suo vestito pieno di bottoni, il suo balletto demodè, le canzoni che interpreta, le sue intense espressioni del volto saranno difficili da dimenticare. Così come tutto il film di Cappuccio, imperfetto, ma profondo e ricco di un sapore che sa tanto di vecchia commedia all’italiana. Amara, ma gustosa.


CAST & CREDITS

(Se sei così ti dico sì) Regia: Eugenio Cappuccio; sceneggiatura: Eugenio Cappuccio, Claudio Piersanti; montaggio: Fabio Nunziata; interpreti: Emilio Solfrizzi, Belen Rodriguez, Iaia Forte, Carlo Conti, Fabrizio Buompastore; produzione: Duea Film; distribuzione: Medusa; origine: Italia; durata: .


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