Serce na dloni

Un cuore e il cuore, col suo evidente significato di motore sia del corpo che dei sentimenti, è al centro dell’ultima opera di Krzysztof Zanussi, una black-comedy assai deliziosa e anche irriverente.
Konstanty è uno squalo, degno rappresentante della corruzione dell’oligarchia polacca dei nostri tempi. Un giorno ha un infarto, mentre sta per andare a letto con due ragazze che anche insieme sono molto più giovani di lui. Scoprirà che il suo cuore malandato potrà essere salvato solo da un trapianto immediato. Nell’ospedale in cui è ricoverato, incontrerà il giovane Stefan, appena salvato da un tentativo di suicidio, disperato a causa di una delusione d’amore e della perdita del lavoro. Il potenziale suicida diverrà così il donatore ideale : basterà solamente aiutarlo a passare ad altra vita, aspetto del quale dovrà curarsi Angelo, braccio destro di Konstanty.
Più ancora che il cuore, in questo film appare molto interessante l’idea che un uomo cattivo che ama la vita voglia spingere un bravo ragazzo a fare del male a se stesso, convincendolo di come l’atto estremo sia l’unica risposta ai suoi problemi : vecchi che vogliono cibarsi di giovani e giovani che non sanno affrontare la vita, sentendosi già vecchi. In Zanussi inoltre si fa notare, come sempre, la tematica del Cattolicesimo che qui, però, concorre nel fornire al film una immagine di leggerezza e di ironia che ben si instillano nel tono più generale da fiaba. Un racconto evidentemente morale - al pari di tutte le fiabe - ma dove battute e situazioni presentano una invidiabile capacità di suscitare una intelligente ilarità. In particolare per quanto riguarda la carrellata di personaggi che vanno a formare la combriccola di Konstanty : dall’avvocato fino al chirurgo che suggerisce come trovare un cuore senza doverlo cercare in Cina, Paese che Konstanty vede come un Bengodi ricco di qualsiasi organo di ricambio a buon mercato, ma che invece è troppo lontano, visto che per essere trapiantato un organo deve essere stato tolto da meno di quattro ore. Se ne evince, evidentemente, un forte cinismo commisto a un pessimismo da inizio millennio, che non possono non trovare nella risata la valvola di sfogo più adatta. E fa sinceramente ridere l’impegno profuso da Angelo - un vero messaggero divino ! - preso in mezzo tra i due estremi Konstanty e Stefan.
La struttura che risulta dai meccanismi di scrittura e, conseguentemente, di lettura, non è troppo libera, ma neanche così forte e dura da voler imprigionare il racconto nella prevedibilità e nella tesi monolitica. Il finale, poi, sa meravigliare, dando un ulteriore senso alla parola ’sacrificio’, significato beffardo che non risente troppa dell’ideologia cattolica : perciò anche i termini ’pentimento’, ’salvezza’ e ’redenzione’ suonano più come una possibilità tra le altre per concludere il racconto, piuttosto che come costrizioni aprioristicamente imposte dall’autore. Tutto ciò, comunque, non può fare in modo che l’amarezza messa in scena da Zanussi venga poi troppo mitigata, nonostante vi si possa anche scorgere una speranza per la Polonia.
(id.); Regia e sceneggiatura: Krzysztof Zanussi; fotografia: Adam Bajerski; montaggio: Wanda Zeman; musica: Wojciech Kilar; interpreti: Bohdan Stupka (Konstanty), Marek Kudelko (Stefan), Szymon Bobrowski (Angelo), Marta Zmuda Trzebiatowska (Malgorzata), Maciej Zakoscielny (segretaria), Borys Szyc (avvocato); produzione: WFDiF, Studio Filmowe Tor, Monolith Films e Sota Cinema Group; origine: Polonia e Ucraina, 2008; durata: 96’.
