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SHANGHAI DREAMS

Pubblicato il 8 dicembre 2005 da Marco Di Cesare


SHANGHAI DREAMS

In questi ultimi anni la Cina è stata attraversata dal vento di uno sviluppo frenetico e disordinato, probabilmente simile al boom che noi italiani abbiamo vissuto quando, nel volgere di poco tempo, un paese agricolo si trovò catapultato nell’era industriale, e poi post-industriale. Si può ben immaginare come tali periodi di transizione possano essere forieri di problematiche sociali, ed è quello che ci mostra Wang Xiaoshuai, con un personale Amarcord lungo i sentieri della sua adolescenza, per farci scoprire quel lato più nascosto della Cina che sono le sue campagne: quel luogo oscuro dal quale ancora oggi i contadini fuggono per andare a ingrossare le fila dei migranti nelle megalopoli dove tutto pare possibile, perfino arricchirsi.
Negli anni ’60 il governo cinese, temendo un conflitto con i sovietici ("compagni" sì, ma anche "nemici"), trasferì le fabbriche più importanti nell’entroterra, in modo da costituire la cosiddetta “Terza Linea di Difesa”. Molti operai vennero costretti a lasciare le loro città e a seguire il lavoro in luoghi sperduti della Cina occidentale. La storia narrata in Shanghai Dreams è ambientata nel 1983, periodo che per noi occidentali ha segnato l’inizio del riflusso dopo le lotte degli anni ’70. Per i cinesi, al contrario, gli anni ’80 hanno rappresentato la ricerca delle libertà individuali contro i diktat del partito e il controllo sociale da esso imposto. Cominciati con il comando "arricchitevi!" suggerito da Deng Xiaoping ai suoi conterranei, si sarebbero chiusi con il sangue sparso a Tienanmen. Ed è proprio il 1989 la data che segna la nascita della Cina odierna: l’unico esempio nella Storia di una dittatura comunista che sa convivere con il liberismo più sfrenato, ovvero la quadratura del cerchio da sempre desiderata da qualsiasi regime politico.
Il film segue pochi mesi di vita della liceale Qing Hong, figlia di uno degli operai che, come tanti altri patrioti, venti anni prima aveva dovuto lasciare Shanghai per andare a vivere in lande sperdute (nel caso specifico, la provincia di Guizhou). Seguiamo l’evolversi della vita di tutti i giorni della ragazza e dei suoi amici: poca voglia di studiare, di accedere all’Università, e di fuggire dal non luogo amato. I primi amori, sempre portatori di delusioni, il rapporto tra la ragazza e suo padre, molto possessivo e il classico desiderio di un futuro migliore.
Il rapporto tra i due simboleggia il conflitto generazionale tra padri e figli, con i giovani che non comprendono le ragioni degli adulti e sono indecisi tra ribellione fine a se stessa, limitata al modo di vestire, e la conduzione di una vita grigia che non può essere illuminata neanche dall’adolescenza. Non solo questo, convincerà la sempre più malinconica Qing Hong, che è il momento giusto per fuggire da Guizhou: il padre porterà lei e la sua famiglia via da quel posto, di nascosto, perché il regime è contrario a spostamenti dettati da semplici scelte individuali. Lo farà proprio nel giorno dell’esecuzione capitale di Xiao Gen, la cui morte rappresenta la fine di un legame, non privo di dolore, con la terra in cui la giovane è nata e cresciuta: il passato muore con lui, soccombe di fronte al tanto invidiato futuro e alla speranza in una vita diversa. Si tratta di un melò atipico e minimalista a sfondo stroico, costituito da momenti di stasi e di attesa alternati ad altri in cui il regista mostra le sue capacità di avvincere il pubblico attraverso le convenzioni del genere.
Il film oscilla tra momenti in cui i rapporti tra i personaggi sono tesi e spesso sfociano nella violenza fisica e psicologica, ed altri in cui assistiamo ad un raffreddamento della materia rappresentata, il tutto sempre sotto un cielo plumbeo che non permette di sperare in un’esistenza diversa. Proprio per il suo muoversi di continuo tra poli opposti, per le sue indecisioni, il film non convince appieno.

[dicembre 2005]

Cast & Credits:

regia: Wang Xiaoshuai; sceneggiatura: Lao Ni e Wang Xiaoshuai; direzione della fotografia: Wu Di; montaggio: Yang Hongyu; suono: Zhang Jingyan e Long Xiaozhu; interpreti: Gao Yuanyuan, Li Bin, Wang Xueyang, Yan Anlian; produzione: Stellar Megamedia Group Ltd., Debo Films Ltd, Kingswood films; distribuzione: Teodora Film; origine: Cina 2005; durata: 119’.

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