Shrek terzo

E se l’orco diventasse re? Cosa succederebbe se sul trono sedesse il mostro maldestro e sgraziato che ha incantato il pubblico dei cartoons degli ultimi anni con la sua simpatia, ma che di regale non ha nulla? I creativi della Dreamworks devono esserselo chiesti e la risposta è Shrek Terzo.
Già dal titolo si intuisce la naturale evoluzione di questa saga che ha stravolto le regole classiche delle fiabe, e l’appellativo Terzo al posto del semplice numero 3 fa presagire una carriera da verde sovrano.
Dopo la morte di re Harold, infatti, c’è bisogno di un erede e dato che Shrek è diventato il più prossimo parente del sovrano, toccherà a lui sedere al suo posto. Ma quanti credono realmente che l’orco voglia farsi re? Già farne le veci è difficile nel regno di Molto Molto Lontano e l’idea di succedere al suocero ranocchio fa rabbrividire anche il nostro orco. La soluzione si chiama Artie, lontano cugino di Fiona e unico discendente della stirpe: Shrek si mette alla sua ricerca.
La partenza segna il punto di svolta del film, con Shrek che si incammina in uno stravagante viaggio di formazione durante il quale dovrà imparare molto prima di tornare a casa pronto per gli oneri che lo attendono, primo fra tutti l’imminente paternità.
Dopo aver sofferto nel primo episodio per la sua condizione di diverso ed emarginato, sempre in lotta con gli esseri umani e solitario abitante della palude, dopo aver stupito tutti nel secondo film con il coraggio e la forza dell’amore in cui conta solo essere se stessi fino in fondo per essere felici, il personaggio creato da William Steig e portato sullo schermo da Chris Miller, nella terza puntata della sua avventura si trova a confrontarsi, infatti, con la responsabilità. Sovrano designato, padre futuro e tutore improvvisato del giovane Artie, Shrek è chiamato a ricoprire tre particolari tipi di figure guida: per il regno, per la famiglia con pargoli in arrivo e per un ragazzo adolescente e un po’ imbranato, atteso da un ruolo molto più grande di lui. Messo alla prova, Shrek dovrà essere in grado di vincere le sue insicurezze e crescere ulteriormente per raggiungere la piena maturità.
Maturità che tecnicamente è ormai sancita dalla perfezione con cui gli animatori della Dreamworks hanno confezionato questo cartoon in cui tutta la qualità tecnica è ulteriormente migliorata e si combina con il racconto in una struttura perfetta. Denso di particolari grafici, stupefacente per quel che riguarda le espressioni facciali dei personaggi e in cui la fluidità di movimento delle animazioni è migliorata ulteriormente.
Ad accompagnare Shrek nel suo viaggio ci sono gli amici di sempre. Tornano infatti al suo fianco Ciuchino e il Gatto con gli stivali, sempre più esilaranti, ma a mettere i bastoni fra le ruote torna anche il principe Azzurro stavolta alla guida di un’orda di personaggi "secondari" in rivolta, frustrati dal ruolo marginale a cui sono relegati nelle fiabe. Evolvono com’è naturale anche tutti gli altri componenti del fiabesco carrozzone: le principesse un po’ svampite ancora ad aspettare il paladino che le salvi, gli amici stralunati, dai topini ciechi a Pinocchio, dai tre porcellini al lupo cattivo, sempre pronti a dare una mano, la regina madre. Le due new entry nella allegra brigata sono prese direttamente da un’altra pietra miliare della cinematografia Disney: La spada nella roccia. Oltre al già menzionato Artie, il mattatore delle sequenze più divertenti del film è uno stralunato Mago Merlino che, passato dalla magia alla meditazione, vive da eremita calzando improbabili ciabatte e ridicole babbucce da nonnino un po’ rimbambito.
Merita però particolare attenzione il ruolo che in questo terzo film è ricoperto da Fiona, diventata ormai fondamentale emblema di una figura femminile determinante e intraprendente, non più passiva come di norma nelle fiabe, simbolo di emancipazione anche per le principesse in perenne atttesa del loro principe. E la rivisitazione dei canoni delle fiabe è ancora una volta il punto centrale attorno a cui ruota la struttura di Shrek, insieme al reiterato gusto per le citazioni cinematografiche.
Stavolta i creatori del film si superano, addirittura riplasmando completamente una delle sequenze più note del film più famoso della storia dell’animazione, Biancaneve e i sette nani, sancendo il punto di arrivo di un percorso che dopo tre film sta raggiungendo un risultato forse insperato ma che di sicuro avrà un forte impatto sulle nuove generazioni. Molti bambini del 2000 avranno, infatti, come punto di riferimento nella loro "cinematografia infantile", la storia di Shrek anziché i celeberrimi racconti Disney e non esisteranno probabilmente nel loro immaginario futuro i sette nani e i tre porcellini, la Bella Addormentata o il lupo cattivo, così come sono stati creati nelle versioni originali, ma direttamente le loro parodie: grazie a Shrek la Dreamworks è davvero riuscita a inventare un nuovo modo di raccontare le fiabe.
(Shrek The Third) Regia: Chris Miller; soggetto: Andrew Adamson; sceneggiatura: Chris Miller, Aron Warner, Jeffrey Price, Peter S. Seaman; montaggio: Michael Andrews e Joyce Arrastia; musiche: Harry Gregson-Williams; Effetti Speciali: Philippe Gluckman; produzione: Dreamworks; distribuzione: Universal Pictures Italia; origine: USA 2007; durata: 92’; web info: Sito italiano
