Si può fare l’amore vestiti?
Si può fare l’amore vestiti? è una commedia ben fatta, discretamente interpretata (Bianca Guaccero compare per la prima volta sul grande schermo nel ruolo di protagonista), che ha il grande merito di riuscire a parlare di sesso senza essere volgare. Le pecche principali sono forse da rintracciare nella scrittura che avrebbe potuto avvalersi di dialoghi più dinamici e accattivanti grazie ai quali il film avrebbe sicuramente convinto di più invece di limitarsi a far sorridere. Interessante e piacevole è notare che il regista esordiente Donato Ursitti si proponga di fornire uno spaccato dell’attualità italiana spesso trascurato: il ritorno di una neolaureata nel suo paesino d’origine nel sud Italia. È dunque da apprezzare la scelta del tema, essendo la carriera universitaria e post-universitaria dei trentenni italiani un argomento che, pur essendo molto presente nel palinsesto televisivo e nei media in generale, resta scarsamente e inadeguatamente trattato dal cinema.
Aurora è una giovane laureata in sessuologia che ha studiato e vive a Roma dove cerca con difficoltà di costruirsi una carriera lavorativa. Da più di dieci anni la ragazza non ritorna nel suo piccolo paese d’origine in Puglia, dal quale si è allontanata in seguito ad uno scandalo che ha coinvolto la sua famiglia: il padre è infatti stato sorpreso con un’amante con la quale è fuggito, lasciando sola la madre della protagonista e alimentando inevitabilmente le chiacchiere dei compaesani. Dopo dieci anni Aurora è costretta a tornare in paese, avvisata da un’amica di famiglia del fatto che sua madre stia attraversando un momento difficile. Qui ritrova Andrea, il suo migliore amico d’infanzia, costretto a nascondere la sua omosessualità, e ovviamente anche le acide paesane la cui routine quotidiana è animata dalla caccia al pettegolezzo. In quanto sessuologa la protagonista diviene quindi soggetto privilegiato delle chiacchiere locali, riuscendo, tuttavia, superate le prime difficoltà, a conquistarsi un posto di rilievo, anche professionalmente, nella piccola comunità.
Le statistiche appassionano gli italiani e in modo particolare quelle riguardanti il sesso, rivelando tuttavia la diffusa ignoranza sull’argomento. Dato che più del quaranta percento degli abitanti della penisola pensa che il sessuologo offra prestazioni sessuali è evidente che il ritorno di Aurora sconvolga le vite di questi paesani che la guardano con sospetto. Un sospetto dietro al quale si nasconde una curiosità al limite del morboso, grazie alla quale la giovane laureata diviene la protagonista indiscussa delle indiscrete conversazioni di chi evidentemente non ha nulla di più stimolante da fare che abbandonarsi al giudizio e al pregiudizio privo di fondamento. Alla difficile realtà sociale e professionale della grande metropoli si sostituisce quella spinosa del piccolo paese, nel quale Aurora si sente ed è un’aliena. Sebbene l’idea di base del film sia ottima, calzante ed attuale, ogni potenziale viene annullato da una visione alquanto edulcorata, stereotipata e perfettamente in linea con l’ormai assodata e retorica banalità della commedia italiana contemporanea, alla quale d’altronde il pubblico è stato abituato. Se da un lato è vero che, probabilmente ci siano più possibilità, per un laureato, di trovare socialmente e professionalmente un ruolo e uno spazio in una realtà meno concorrenziale di quella offerta dalla città, più difficile, all’atto pratico si dimostra lo scontro con la diffidente mentalità paesana, ancora chiusa e dominata dagli antichi pregiudizi nutriti dalla diffusa ignoranza del mondo esterno. Sebbene Si può fare l’amore vestiti? riesca a individuare con successo alcuni nervi scoperti dell’attuale società italiana, in tutte le sue complesse contraddizioni, delude la mancanza di volontà di dare vita ad una satira che sarebbe stata sicuramente molto più riuscita se avesse trovato il coraggio di essere corrosiva.
Regia:Donato Ursitti; soggetto: Cristina Verre, Stefano Maccagnani ;sceneggiatura: Giorgia Colli, Luca Biglione ; fotografia: Stefano Maccagnani; montaggio: Valentina Girodo; scenografia: Mazzimigliano Mereu; costumi: Antonella Balsamo; musica: Shuhei Kamimura; interpreti: Bianca Guaccero (Aurora), Corrado Fortuna (Andrea), Michele Ventucci, Paolo De Vita, Marina Rocco, Maurizio Battista ; produzione: Belumbury; distribuzione: AI entertainment; origine: Italia, 2012; durata: 90’;