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Sicilia Queer filmfest 2012 - Conclusioni

Pubblicato il 9 giugno 2012 da Salvatore Salviano Miceli


Sicilia Queer filmfest 2012 - Conclusioni

La seconda edizione del Sicilia Queer filmfest chiude consegnando a BAD BOY STREET di Todd Verow, in anteprima mondiale, l’onere e l’onore di salutare il pubblico e dare appuntamento al 2013. C’è ancora tempo però di assistere alla proiezione de Il Richiamo di Stefano Pasetto, con Francesca Inaudi e Sandra Ceccarelli. Girato con estrema eleganza e delicatezza, il film suggerisce senza imporre, pur non rinunciando a mostrare con estrema passione l’erotismo e l’amore che si accende tra le due protagoniste. La ricerca e la scoperta di una nuova sessualità diviene strumento di liberazione e presupposto di rinascita.
Non c’è, però, degna conclusione per un Festival senza la consegna dei premi. La giuria internazionale ha ritenuto Utopies del francese Manfred Rott il miglior cortometraggio. Una Parigi non conosciuta, nell’emarginazione dei suoi sobborghi, fa da cornice ad una storia d’amore che nasce dall’impersonalità di internet per scontrarsi con una realtà urbana ormai disillusa, in cui la ricerca del proprio spazio si fa vana speranza. Girato in bianco e nero, con una fotografia assai nervosa, sembra evocare in alcuni momenti, per temi e disperazione, le atmosfere di I don’t want to sleep alone, capolavoro del 2006 firmato dal malesiano Tsai Ming Liang.
Lunch Time di Keo Wolford vince il premio della Giuria e non possiamo che concordare. Il film è un piccolo (appena sette minuti) gioiello di semplicità. Privo di qualsiasi deriva retorica, porta sullo schermo un bambino ed un maestro e le loro rispettive solitudini. Da questo incontro, silenzioso e garbato eppure urgente e necessario, si genera comprensione e vicinanza.
Premiato come migliore cortometraggio low budget Last Kiss di Charles Lum, sentito e spontaneo omaggio a Oscar Wilde che si consuma in appena due minuti di gioiosa e vorticosa danza intorno al sepolcro del grande scrittore. Cupcake: Zombie Lesbian Musica, di Rebecca Thomson, si aggiudica la Menzione Speciale consegnata dalla Giuria del Coordinamento Palermo Pride che destina il suo riconoscimento principale a Down Here, di Diego Costa Amarante, per la capacità di rapportarsi ad un tema tragico come quello dei suicidi tra le e gli adolescenti omosessuali con coraggio e speranza.
La Giuria dei Cento Autori assegna il premio come migliore sceneggiatura all’americano Polaroid Girl di April Maxey, per la naturalezza e la geometria della narrazione, e la Menzione al soggetto originale a Dildotettonica per principianti di Silvia Corti, fantasiosa e ironica elegia del dildo come strumento di piacere e conoscenza.
È stato un Festival più maturo della scorsa edizione. Cresciuto grazie ad una squadra – è giusto ricordarlo – che si è scontrata con la totale assenza delle istituzioni cittadine ma che ha saputo incontrare la curiosità e la partecipazione di una Palermo viva, in grado, speriamo non solo per uno sporadico momento, di scrollarsi dalle spalle tutto ciò che di amaro e marcio ha dovuto sopportare negli ultimi anni. Le proiezioni, le tavole rotonde, gli incontri con le scuole, la tenacia degli organizzatori e, non ultimo, la qualità dei film proposti, hanno fatto, ed è la vittoria più grande, di un piccolo – solo nel budget - Festival di cinema Queer un momento di crescita e di riscoperta di una fertile e orgogliosa coscienza urbana.


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