Song To Song
Chi decide se un film ha veramente successo o meno? Il pubblico? La critica?
Chi determina il vero valore di un prodotto audiovisivo? Chi lo crea? Chi lo guarda?
Sono domande complesse, è vero. Ma sono pur sempre domande attuali che vengono ancora più spontanee nel momento in cui si assiste alla proiezione di un film assolutamente anticonvenzionale come può essere Song To Song di Terrence Malick.
Malick non è un regista qualsiasi, e questo lo sappiamo bene. Lo abbiamo scoperto da ben prima di quando nel 2011 vinse la Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes con il filosofico e complesso The Tree of Life.
E anche in questo caso in effetti, con Song To Song, Malick ripropone quel meccanismo dello “Stream of Consciousness” che da un lato tanto gli è caro, e dall’altro lato porta i suoi film sia su un piano diegeticamente intimistico che su un piano apparentemente schermato a causa della barriera pregna di significanti e significati che si nascondono tra le righe dei suoi testi visuali.
Song To Song, se per un attimo uscissimo dalla fluidità dei suoi contenuti, oltre che della sua forma, racconta la storia di un musicista, Ryan Gosling, che cerca di arrivare al successo insieme all’unica donna di cui veramente s’innamora, la compagna e cantautrice Rooney Mara, e grazie anche all’aiuto interessato e spietato del produttore di entrambi, Michael Fassbender.
Nel vortice di emozioni e sensazioni dal pathos elevatissimo e dalla poca trasparenza, sia tra i tre che tra coloro che gli si avvicinano si stabilisce un legame che va molto oltre il semplice rapporto professionale e che presto si ritrova a coinvolgere gli abissi più profondi e reconditi dell’animo umano.
In viaggio ad Austin, Texas, tra festival musicali giovanili da capogiro come l’Austin City Limits, il South by Southwest e il Fun Fun Fun Fest, e in continuo bilico tra amore, desiderio, apatia e tradimento, quella che si viene a profilare in Song To Song è una storia tanto intensa quanto vacua che giunge negli “spannung” del film, là dove parla in prima persona Patti Smith e dove l’opera di Malick si fa molto più documentario che fiction, a riproporre quell’unico messaggio veramente carico di senso che ciascun uomo, in fondo, custodisce in cuor suo: l’amore vero supera ogni limite ed è l’unica chiave di lettura valida della realtà che ci circonda.
È della società che abbiamo intorno, comunque, che parla Song To Song; è lei la vera protagonista.
“Liquida”. Così Zygmunt Bauman - celeberrimo sociologo, filosofo e accademico polacco di origini ebraiche, di cui tutta l’umanità ha subito la perdita proprio all’inizio di quest’anno - l’ha definita.
Ma cosa s’intende, esattamente, per società liquida?
Significa che a causa della crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sempre più sfrenato, all’interno del quale nessuno è più compagno di strada ma, piuttosto, antagonista dell’altro visto come qualcuno da cui guardarsi. E questo soggettivismo, questa eccessiva concentrazione su se stessi, ha minato le basi della modernità sociale rendendola fragile e manchevole di punti di riferimento stabili: tutto, quindi, da Iggy Pop al rock, dall’alcool al sesso sia denso di sentimento che privo di ogni implicazione, si dissolve, alla fine, in una sorta di ineffabile liquidità.
(Song To Song) - Regia: Terrence Malick; Soggetto & Sceneggiatura: Terrence Malick; Fotografia: Emmanuel Lubezki; Montaggio: A.J. Edwards, Keith Fraase, Rehman Nizar Ali, Berdan, Hank Corwin; Musiche: Lauren Marie Mikus; Scenografia: Jack Fisk; Costumi: Jacqueline West; Interpreti: Michael Fassbender (Cook), Ryan Gosling (BV), Rooney Mara (Faye), Natalie Portman (Rhonda), Cate Blanchett (Amanda); Produzione: Buckeye Pictures, Waypoint Entertainment, FilmNation Entertainment; Distribuzione IT: Lucky Red; Origine: U.S.A., 2017; Durata: 129’; Web info: http://www.songtosongmovie.com.