Il film

Accusato, alla sua uscita, di essere un’inutile esercitazione calligrafica, L’infanzia di Ivan è il primo titolo di rilievo (ma anche il primo lungometraggio) della peraltro esigua filomografia di Tarkovskij. Ma soprattutto è il film che ha lanciato il regista sulla scena internazionale consacrandolo, fin da subito, nel novero dei grandi registi della storia del cinema. In questa pellicola l’autore affronta, da par suo, il tema della guerra rivissuta però in un’ottica assolutamente antimilitarista che si pone in aperta rottura con i canoni del cinema di analogo argomento prodotti in Unione Sovietica. Al ritratto standardizzato e tipizzato di facili eroi di guerra, Tarkovskij contrappone una storia intrisa di lucido realismo poetico, lontano mille miglia sia dalla facile retorica celebrativa, sia dalla bieca propaganda di regime. Il film narra le vicende di un piccolo orfano di guerra che, lentamente, ma inesorabile nutre nel proprio animo (e viene aiutato, nel farlo, dal mondo dei grandi, già pronto a sfruttarlo per i propri scopi) un inesausto desiderio di vendetta che lo porterà a trasformarsi in una terribile macchina di morte. Legato alla lezione lucida di un regista come Dovchenko (con grandissimo acume critico il film è accostato ad alcuni estratti di questo grande maestro della cinematografia sovietica), il film in realtà si distacca ben presto anche dai canoni del cinema più apertamente calligrafico per diventare strumento di un’indagine psicologica di grande validità storica. Ancora lontano dalle profondità filosofiche insonadabili dei film della maturità del regista, l’opera colpisce per la sua volontà ad abbondanare il realismo accademico in cerca di lidi sempre più immaginifici e poetici. Essa è insomma il perfetto punto di partenza per comprendere le successive evoluzioni del linguaggio trakovskiano che pure già contiene in potenza. Per quanto, al fondo, possa apparire oggi un po’ datato, il film resta, comunque, uno dei titoli più accessibili al grande pubblico di tutta la produzione del regista russo e merita senz’altro la visione.

La qualità audio-video

Molto robuste le tracce audio che si lasciano apprezzare per una rimasterizzazione che solo qua e là appare un po’ eccessiva (specie in alcuni toni acuti troppo enfatizzati). Per quel che riguarda l’immagine (a tutto schermo con un passabile 4/3) il lavoro di compressione e di rielaborazione digitale è, in assoluto, uno dei peggiori realizzati da questa casa editrice che ci ha abituati a ben altra qualità. Il bianco e nero è reso discretamente (anche se un velo di pixel sembra offuscare eccessivamente certi sfondi), ma l’immagine (non restaurata digitalmente) è piena di spuntinature e graffi che non pregiudicano, comunque, la visione.

Extra

Tra tutti i titoli di Tarkovskij presentati da General Video, L’infanzia di Ivan è quello che vanta la migliore sezione di extra. Al di là di una superflua scheda con la trama completa del film (a che servirà mai una scheda di questo tipo?) e oltre ad una paginetta con i ruoli e gli attori (idem) ci sono due splendidi estratti da Dovchenko: Bambini russi in guerra e La vittoria sul Dnepr. Si tratta di due pagine di indiscutibile valore documentario, ma che hanno l’incredibile merito di puntare l’attenzione dello spettatore su tutti i debiti artistici, stilistici e contenutistici che Tarkovskij ha, nel realizzare questa pellicola, con il grande regista sovietico. Interessanti anche le brevi interviste ai protagonisti recuperate da datato materiale di archivio. Naturalmente non poteva mancare la solita, laconica, biofilmografia.

(Ivanovo detstvo); Regia: Andreij Tarkovskij; Interpreti: Nikolai Burlyayev, Valentin Zubkov, Yevgeni Zharikov; Distribuzione DVD: General Video

Formato video: 4/3 (anamorfico); Audio: Dolby digital 5.1 (italiano e russo); Sottotitoli: Italiano.

Extra: 1) Trama completa 2) La vittoria sul Dnepr e Bambini in guerra (estratti di Alexandre Dovzhenko) 3) Intervista con i protagonisti

[aprile 2003]