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Spider-Man 3

Pubblicato il 9 maggio 2007 da Alessandro Izzi


Spider-Man 3

Il terzo capitolo di una trilogia è sempre quello della resa dei conti sofferta con i fantasmi più bui della nostra coscienza. È, per l’eroe che ricorda di colpo d’esser fatto di sangue e carne, il sapore del baratro innominabile della tentazione.
È Frodo che sperimenta sulla sua pelle l’orrore del potere e che si chiede se davvero troverà il coraggio di gettare l’anello, tanto pesante quanto invitante, nel gorgo di lava del Monte Fato. Ed è il suo balletto tragico e grottesco con il proprio riflesso oscuro, col suo doppio sporco e strisciante che gli contende il possesso di un tesoro che sa di dannazione.
È Anakin Skywalker che cede al lato oscuro della Forza la sua anima e che lascia il manto degli Jedi per il casco di Dart Fener: accetta la sua dannazione e, sopra i gorghi d’un altro fuoco eterno, diventa, alla fine, il suo doppio nero.
Ed è ora Peter Parker che vive l’ebbrezza della sua tentazione tra il rosso classico della divisa del nostro amichevole arrimpicamuri di quartiere e il nero di quel costume che, contagiato dall’organismo simbiotico proveniente da chissà dove nello spazio, gli dona forza sovrumana, ma libera anche i suoi istinti più riposti e la sua sete di vendetta. L’uomo ragno e il suo doppio, sicuramente, ma senza dimenticare che l’uomo ragno è il suo doppio. Perché quegli istinti che dal profondo gli arrivano fin sulle dita e si fanno tela e azione sono, pur sempre, parte integrante di Peter: espressione di quei desideri di rivalsa e di auto affermazione che dormono sotto lo sguardo pacioso, vagamente grassottello di un ragazzo che sembrerebbe contento anche solo di poter vivere con la sua amata Mary Jane una vita sin troppo normale.
Sono proprio queste pulsioni abnormi che, da un certo punto in poi, si fanno cancro e corrodono dal di dentro rapporti, emozioni, ricordi. Come per Frodo che, alle pendici del monte Fato, non riesce più neanche a ricordare la Contea per la quale sta combattendo, anche per Peter l’impresa più ardua è riuscire a ricordare chi veramente egli sia. Riuscire a riconoscere se stesso nelle proprie azioni. Ricordare il senso ultimo delle proprie scelte. Perché noi, infine, siamo proprio il frutto delle nostre scelte e le scelte, certo, vengono dal nostro passato, ma non si identificano con esso.
Ma cos’è questa memoria che ci guida e ci forma e cui noi diamo incessantemente forma? È questo l’interrogativo che aleggia nelle immagini mirabolanti di questo film inaspettatamente esistenziale e profondo.
Forse è la nostra condanna, il pozzo oscuro della nostra colpa. Peter e Harry portano entrambi sulle spalle l’angoscia della perdita della figura paterna. Sono uno lo specchio dell’altro e rincorrono, inconsapevolmente, identici destini da tragedia greca. In loro la memoria striscia insinuante verso i territori dell’ossessione ed è lì che la scelta diventa percorso in discesa verso il lato oscuro. L’ossessione è il ritorno del proprio passato, la chiusura della coscienza in un loop che si fa sordo al resto del mondo. Ma basta appena che un incidente provochi la perdita della memoria a breve termine che ecco la vita di Harry si fa di colpo facile, serena, piena di un amore dimenticato (“morirei per i miei amici”: la sua vocazione più vera). Non gli parlano più i ritratti del padre, né lo specchio gli rimanda, sinistri, i suoi propositi di vendetta.
Ma memoria è anche confronto tra presente e passato. Come Mary Jane che vede Gwen baciare Peter e ricorda il suo bacio tanto simile eppure tanto diverso. Ed è qui che la memoria si scambia per possesso e si insinua come paura di una perdita. Fuori da se, fuori dal riparo ovattato del ricordo, quel bacio è perduto per sempre e con esso si dissolve anche l’amore che l’aveva prodotto.
E, quindi, la memoria è dolente tentativo di resistere, con le sue immagini di sogno, alla morte. Ci attacchiamo ad essa come il simbionte, con furia tenace, ma essa si sgretola scendendo come la sabbia di una clessidra. La sabbia, appunto, forse il simbolo più antico del tempo che passa. E non c’è immagine più bella, a restituirci poeticamente il senso della memoria, di quella della sabbia che cerca, nei suoi movimenti volontaristici, il ricordo della forma umana. E si fa volto e poi mano che cerca (invano la prima volta) di raccogliere il ciondolo di una vita passata per offrirlo ad uno sguardo sabbioso che non può più neanche conoscere la consolazione di una lacrima.
Infine la memoria, fatta di immagini come i sogni e come il cinema, è anche manipolazione sia pure inconscia del proprio passato. Ricordiamo ciò che possiamo, ma anche, spesso, solo ciò che vogliamo. Perché la memoria è manipolabile, come l’immagine del resto (ce lo provano le foto false di Eddie Brock). E solo quando siamo disposti a scendere a compromessi con questo dato di fatto ci diventa davvero possibile passare oltre. Lasciare il passato per il futuro.
Così Harry scopre i veri motivi della morte del padre e accetta, infine, di morire nello stesso modo, ma in modo diverso (come il bacio di Gwen è uguale eppure diverso da quello di Mary Jane). E così fa Peter accettando definitivamente la morte dello zio e trovando, con questo la forza per perdonare e perdonarsi.
E il soffio di questo perdono si fa dolce e commovente, in questo film bellissimo che più volte sfiora il capolavoro, e si dissolve come fa l’uomo sabbia, non più capace di opporsi alla forza gentile dell’oblio.


CAST & CREDITS

(Spider man 3); Regia: Sam Raimi; sceneggiatura: Alvin Sargent; fotografia: Bill Pope; montaggio: Bob Murawski; musica: Christopher Young; interpreti: Tobey Maguire (Peter Parker), Kirsten Dunst (Mary Jane Watson), James Franco (Harry Osborn), Bryce Dallas Howard (Gwen Stacy), Thomas Haden Church (Flint Marko, l’uomo sabbia), Topher Grace (Eddie Brock), Dylan Baker (Curt Connors), Elizabeth Banks (Betty Brant), James Cromwell (Capitano Stacy), Daniel Gillies (John Jameson), J.K. Simmons (J. Jonah Jameson), Theresa Russell (Mrs. Marko), Cliff Robertson (Ben Parker), Bill Nunn (Joseph ’Robbie’ Robertson), Rosemary Harris (Zia May); produzione: Columbia Pictures, Corporation Marvel Enterprises, Laura Ziskin Productions; distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia; origine: USA, 2007; durata: 140’; webinfo: Sito ufficiale


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