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Steekspel

Pubblicato il 12 novembre 2012 da Lorenzo Vincenti

VOTO:

Steekspel

In linea con lo spirito avanguardistico portato dalla neonata sezione CinemaXXI all’interno dell’edizione 2012 del Festival, è stata presentata al pubblico di Roma l’ultima sperimentazione audiovisiva di uno dei più controversi e discussi autori del cinema europeo: l’olandese di Hollywood Paul Verhoeven. L’autore dei mitici Basic Instinct, Total Recall e RoboCop, irrompe prepotentemente nella poco sfavillante edizione di quest’anno con un’opera breve della durata di 52’ intitolata Steekspel. La particolarità di questo piccolo prodotto dall’impronta televisiva risiede nel suo innovativo metodo creativo. Dopo aver presentato in rete una introduzione di 4’ di una storia scritta da un gruppo di sceneggiatori di fiducia di Verhoeven, la produzione in accordo con il regista, ha deciso infatti di dare a chiunque la possibilità di completare lo script inviando la propria versione online. Il successo inaspettato del progetto che ha visto la partecipazione di migliaia di utenti, appassionati e aspiranti scrittori (400 dei quali scelti a far parte del prodotto finale), ognuno con le proprie idee e con la propria concezione di cinema, ha portato ad un risultato interessante dal punto di vista creativo. Incentrato sulla figura di Remco, industriale navigato con il vizio del tradimento, e sulla descrizione di una famiglia allargata, con figli scalmanati e tendenzialmente insani, amiche ancor più irrequiete, mogli vittime (ma anche vendicative) e compagni di lavoro traditori, il mediometraggio costruito da Verhoeven e dai suoi collaboratori – virtuali e non – funziona per la commistione efficace tra una semplicità di fondo che anima la struttura e la brillantezza improvvisa della parola, dell’immagine e degli sguardi. In una struttura a metà strada tra soap-opera e serie televisiva leggera, Verhoeven lascia emergere per sua volontà delle stilettate feroci e aggressive nei confronti della società moderna, mettendo sotto la lente d’ingrandimento la perdita di antichi valori o comunque il loro graduale sovvertimento in favore di altri. I personaggi creati si portano dietro anomalie che li rendono minacciosi agli occhi nostri, anche se rientrano perfettamente in una società che ne riconosce i tratti pur essendo nascosti dal perbenismo d’apparenza. Steekspel è un film che reagisce bene alle normali problematiche di un progetto iniziatico come questo e diverte lo spettatore proprio per la sua compattezza. Il ritmo incalzante, la rapidità del discorso ed una messa in scena tendenzialmente scarna ed essenziale fanno il resto, contribuendo ad intrattenere per cinquanta minuti in maniera esemplare. Verhoeven dimostra di sentirsi a proprio agio nel ruolo di “burattinaio”, compie scelte azzeccate e si diletta nel mescolare sviluppi narrativi più vicini al suo mood cinematografico con quelli che invece esulano completamente dalla sua poetica. Senza tralasciare mai la possibilità di intervenire personalmente per arricchire il suo breve ritratto di famiglia con pennellate degne del suo inconfondibile tocco. Bravo anche il cast a reagire prontamente alle provocazioni degli autori ma soprattutto ad adattarsi con prontezza alle diverse e sconosciute direzioni narrative introdotte da Verhoeven a seguito della scelta del materiale in arrivo dal web. Un esperimento da ripetere sicuramente (la produzione sta vendendo il format in giro per il mondo), per cercare di riscrivere i confini classici della scrittura creativa e per accendere quantomeno il dibattito sulla creazione e sullo status attuale dell’arte cinematografica.


CAST & CREDITS

(Steekspel) Regia: Paul Verhoeven; sceneggiatura: Kim van Kooten, Robert Alberdingk Thijm, Paul Verhoeven & 397 users; fotografia: Lennert Hillege; montaggio: Job ter Burg; musiche: Fons Merkies; scenografia: Roland de Groot; costumi: Yan Tax; interpreti: Peter Blok, Ricky Koole, Robert de Hoog, Gaite Jansen, Carolien Spoor, Sallie Harmsen, Jochum ten Haaf, Pieter Tiddens; produzione: FCCE; origine: Olanda; durata: 52’.


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