Storia d’inverno

Un melodrammone sentimentale in salsa fantasy, con tanto di creature leggendarie e salti nel tempo. Con Storia d’inverno, Akiva Goldsman – sceneggiatore (premio Oscar per A Beautiful Mind) e produttore di lungo corso – affronta la sua prima regia di un lungometraggio e mette in scena uno script da lui stesso realizzato, adattando per lo schermo l’omonimo romanzo del 1983 di Mark Helprin, grande successo letterario soprattutto negli Usa. Impostando la narrazione su toni romantici spesso ai limiti del melenso, Goldsman racconta una storia d’amore dai contorni fiabeschi che sfida i limiti fisici e le barriere temporali; aleggia, sullo sfondo, la consolatoria suggestione che al mondo tutto possa essere collegato e che l’esistenza di ogni essere umano possa far parte di un unico disegno superiore. Il problema è che, pur nel suo contesto sostanzialmente favolistico, il film manca di coerenza in molti snodi narrativi ed anche i personaggi, tratteggiati in modo piuttosto approssimativo, finiscono per risultare poco credibili. Scarsamente convincente per un pubblico adulto e smaliziato, la pellicola sembra quasi pensata per andare incontro alle esigenze di platee giovanili in cerca di emozioni e palpiti sentimentali; emblematico, al riguardo, il fatto che la data di lancio negli Stati Uniti sia proprio quella di San Valentino …
Nella New York dei primi anni del Novecento, Peter Lake (Colin Farrell) è un abile ladro, una volta legato ad una gang comandata da Pearly Soames (Russell Crowe) con cui si è però venuta poi a creare una mortale inimicizia. Un giorno, tentando di svaligiare una lussuosa residenza che crede vuota, Peter si imbatte invece in Beverly (Jessica Brown Findlay), ragazza bellissima ma gravemente malata. Il colpo di fulmine è immediato e la successiva morte della giovane conferisce i caratteri di “eternità” a quell’amore così breve ma così intenso. Quando, in seguito, Peter sta per soccombere in uno scontro col perfido Pearly, un cavallo bianco giunge in suo soccorso e lo sottrae al suo destino, trasportandolo ai giorni nostri; pur senza ricordare il suo passato, troverà il modo di creare i presupposti per il suo personale miracolo …
Impreziosito da un cast stellare, Storia d’inverno appare molto curato sotto l’aspetto estetico, in virtù di una fotografia duttile e ben calibrata e, soprattutto, di un ottimo impianto scenografico, che mostra tutta la sua qualità nella ricostruzione della New York dell’inizio del secolo scorso; di minore impatto visivo, invece, gli effetti digitali che, in alcuni momenti, non sembrano in linea con gli attuali standard tecnici di settore. La regia di Goldsman, poi, appare un po’ piatta e carente di personalità, non riuscendo di fatto a conferire il necessario equilibrio alle varie “anime” della vicenda narrata; in altri termini, nel film finiscono per non convivere armoniosamente i toni eterei della favola sovrannaturale, le atmosfere elegiache della storia d’amore e la cupa drammaticità dello scontro tra i personaggi di Farrell e Crowe, raffigurato peraltro come un episodio dell’eterno conflitto tra le forze del Bene e del Male.
E’ nella sceneggiatura, in ogni caso, che risiede il principale tallone d’Achille di Storia d’inverno: troppe, infatti, le incongruenze della trama, pur accettandone i presupposti fantasy, e decisamente insufficienti le caratterizzazioni dei personaggi principali, le cui azioni e reazioni risultano spesso poco comprensibili. Queste carenze logiche dell’impianto narrativo risultano alla fine determinanti nell’abbassare drasticamente il grado di coinvolgimento e di apprezzamento di un pubblico più attento e maturo; ciò che rimane più in evidenza, infatti, è l’impressione di un film disomogeneo e, a tratti, eccessivamente caramelloso, che paradossalmente non riesce a suscitare momenti di effettiva commozione. In definitiva, quindi, un prodotto patinato ed un po’ pretenzioso, a tratti stucchevole, che lascia addosso una sensazione di confusione mista a delusione.
(Winter’s Tale) Regia: Akiva Goldsman; sceneggiatura: Akiva Goldsman; fotografia: Caleb Deschanel; montaggio: Tim Squyres, Wayne Wahrman; musica: Rupert Gregson-Williams, Hans Zimmer; scenografia: Naomi Shohan; interpreti: Colin Farrell, Russell Crowe, Jessica Brown Findlay, Will Smith, William Hurt, Matt Bomer; produzione: Village Roadshow Pictures, Warner Bros., Weed Road Pictures; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; origine: Usa; durata: 118’.
