Strings

Tragedia politica sulla sete di vendetta e primo film interamente girato con delle marionette, Strings, nato dal genio nordico di Anders Ronnov, è in realtà un dramma a forti tinte scespiriane in cui i personaggi, pur essendo fatti di legno, sono a tutto tondo e tutt’altro che monocolore. Le tematiche prese dalla letteratura nordica si intrecciano all’antica tradizione praghese di criticare il sistema politico attraverso le storie di marionette. Gli elementi più interessanti sono senz’altro il tema dell’impossibilità di stabilire a priori chi sono i nostri nemici e l’idea dei fili che legano le vite dei protagonisti, che finisce per porre più universalmente l’accento sulla responsabilità individuale, legata indissolubilmente al destino collettivo. Come già ripete Linklater nei suoi film, in particolare in Waking Life, gli esseri umani esistono in quanto tali perché sono in comunicazione e in contatto con altri uomini e ciò che conta non è l’individuo preso in sé ma lo spazio in mezzo che si crea tra lui e l’altro. La trama di Strings si impreziosisce, inoltre, di una fotografia che privilegia luci e ombre e di accurate scenografie, fantastiche ma mai pacchiane, degne del team del Signore degli Anelli, ma interamente eseguite a mano nel recupero, affascinante, di una tradizione artigiana sempre più dimenticata dal cinema.
[settembre 2004]
Regia: Anders Ronnow Sceneggiatura: Naja Marie Aidt, Anders RonnowFotografia: Kim Hattesen Montaggio: Leif Kieldsen Produzione: Niels Bald Origine: Danimarca Durata: 92’
