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Strings

Pubblicato il 14 novembre 2012 da Annalaura Imperiali

VOTO:

Strings

Dolcissimi gli sguardi di due innamorati. Dolci quanto l’età in fiore che vivono quasi senza rendersi effettivamente conto del potere che hanno: custodire tutto il mondo in mano.

La storia di Strings segue le gesta romantiche di quattro giovani durante la spensierata estate prima dell’inizio dell’università. Grace è una studentessa tedesca in visita in Inghilterra che perde la testa per il silenzioso e riservato Jon; presto, però, dovrà fare i conti con il ritorno in patria e con la conseguente problematica della lontananza dal proprio amore. La sua migliore amica Scout, nel frattempo, sta intrecciando un rapporto sempre più violento con il suo storico fidanzato Chris...

Intrecci e divisioni sono all’insegna dell’intenso passaggio dal mondo dell’adolescenza a quello della giovinezza e della vita. Il tutto si interseca con la pulsione di esprimersi che viene messa intrinsecamente in primo piano dal giovane ed emergente regista britannico Rob Savage.

Pur se già riconosciuto grazie alla partecipazione al Berlin Talent Campus nel quale ha presentato i suoi video musicali, pubblicitari e i suoi cortometraggi, si può definire senz’altro un novizio del grande schermo, un neofita dal notevole interesse visivo nonché dal grande desiderio di parlare, raccontare, condividere. Savage nel 2009 ha vinto il BFI Future Film Award con Sit in Silence. Ma questo non basta: per descrivere al meglio il quadro generale che racchiude questo interessante enfant prodige, Savage proprio ora, nel 2012, ovvero a soli diciotto anni, ha debuttato con il suo primo lungometraggio.

Strings, quindi, non può certo dirsi un film come gli altri: la sua unicità, non tanto di carattere sostanziale e contenutistico, sta proprio nell’età e nella passione che il giovane Rob già mette nelle sue opere e che l’ha portato a presentare quella in questione alla settima edizione del Festival internazionale del Cinema di Roma.

E la sezione Alice nella Città, automunita, svincolata dalla Fondazione Cinema per Roma, dedicata ai bambini e ai ragazzi, è stata decisamente il miglior approdo nonché il più adeguato punto di partenza (forse anche di svolta?) in cui Strings di Rob Savage poteva essere ospitato.

Quest’amore descritto attraverso le sue mille sfaccettature, così tenero, così violento, così fragile e così forte sembra non poter fare a meno di ricordare l’indescrivibile bellezza di Cet Amour di Jacques Prévert. Quella stessa impenetrabile armonia linguistica e interiore che la poesia del maestro francese mostra di avere, è contenuta, pur se nelle differenze strutturali tra l’arte del cinema e quella della letteratura, all’interno dell’opera prima del giovanissimo Savage.

Merita ancora attenzione chi parla dell’amore considerando che è il tema cardine dell’antropologia umana dalla notte dei tempi? Sì, soprattutto se si tiene presente che chi lo fa, stavolta, è un ragazzo che in amore come nel cinema non può che essere alle prime armi.


CAST & CREDITS

(Strings) Regia: Rob Savage; soggetto e sceneggiatura: Rob Savage; fotografia: Rob Savage; interpreti: Philine Lembeck (Grace), Oliver Malam (Jon), Hannah Wilder (Scout), Sid Akbar Ali (Chris); produzione: Nathan Craig, 
Rob Savage; origine: Regno Unito, 2012; durata: 85’.


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