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SULMONA 2005 - CONCORSO - SARA MAY

Pubblicato il 9 novembre 2005 da Alessia Spagnoli


SULMONA 2005 - CONCORSO - SARA MAY

Come già ne “I Cinghiali di Portici” (la prima opera passata in concorso a Sulmona) anche qui la giovane protagonista del film si fa carico di realizzare un sogno non suo (in questo caso del nonno Don Nanè): diventare una star cinematografica.
La ragazza è la prima a rompere l’antica catena di tradizioni che teneva avvinta tutta la sua famiglia siciliana in un unico, saldissimo vincolo e che si traduce in varie formule sempre uguali: proseguire il mestiere del padre, sposare uomini in vista e facoltosi ecc... Per usare la bella immagine di Pavese/Straub Don Nanè è come un albero ben piantato in questo humous immutabile eppure ancora pronto a tendersi verso il firmamento.
Anche se la Sciveres nega che nel suo film sia presente molto autobiografismo, il film trasuda vissuto personale ad ogni fotogramma: non solo perché la regista conosce a menadito le situazioni contenute nella pellicola per averle studiate al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ma le fa proprie e ce li restituisce filtrate dal suo personalissimo sguardo. E allora in “Sara May” sembra rivivere certo grande cinema di Autori maiuscoli del nostro cinema: i Taviani (direttamente tirati in ballo), ma anche Scola, Bertolucci e Bellocchio. Evidentemente Marianna Sciveres ha saputo far tesoro della grande lezione di questi maestri, ma la sua prospettiva risulta comunque diversamente orientata (tutta quell’attenzione e quella verità nella caratterizzazione dei molti personaggi femminili, di diversa età e sensibilità). A impreziosire il film anche una brillante citazione da "Lo Specchio" di Andreij Tarkovskij (quella arcinota in cui la telecamera sembra dotata di vita propria e si aggira liberamente per le stanze della casa del protagonista, mentre questi, non inquadrato, è impegnato in una conversazione telefonica).
Un’opera corale sorprendentemente ben recitata da tutti, ma una menzione d’onore spetta comunque a Lucia Sardo, nel ruolo della matriarca.
Il film possiede quel respiro classico e rivela quella maturità di eloquio che è assai raro ritrovare in un’opera prima: ciò che lascia ben sperare per il proseguio di carriera di questa cineasta "prestata" alla regia, a cui è approdata per un puro caso (il progetto di questo film le è stato offerto) e che nasce però come scenografa e costumista.
E’ l’ultimo film musicato da Piero Piccioni.

Regia: Marianna Sciveres Soggetto e Sceneggiatura: Marianna Sciveres, Mariolina Venezia, Mariangela Barbaniente, Serena Autieri, Biagio Barone, Vanni Fois, Lucia Sardo, Barbara Tabito Fotografia: Gian Enrico Bianchi Montaggio: Roberta Canepa Scenografia: Marianna Sciveres, Mariateresa Padula Costumi: Francesca Leondeff Musiche: Piero Piccioni Produzione: Bruno Restucccia per Esperia Film Durata: 90’ Origine: Italia 2004


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