Taormina Film Fest 2011 - Plus jamis peur

Uno dei poteri del buon cinema è quello di documentare e riflettere il presente nell’immediato, nell’istante, nel suo stesso farsi Storia. Plus jamais peur, presentato al Taormina Film Festival 2011 dopo esser passato purtroppo quasi inosservato all’ultimo Festival di Cannes, è la dimostrazione concreta di questa potenzialità, il segno che il cinema può essere informazione, indagine e analisi della realtà senza dimenticare di essere mezzo narrativo nonché arte visiva. Mourad Ben Cheikh è da sempre un cineasta militante, un autore indipendente (sia artisticamente che economicamente) nel panorama cinematografico tunisino e nordafricano in generale. Un regista indissolubilmente legato alla propria terra e al popolo di cui fa e si sente parte, e che da esso ha costantemente attinto per sviluppare il suo cinema, sincero, coerente, ancorato alla realtà e alla verità, mai fazioso. E per un artista così, che prima ancora di sentirsi cineasta si sente cittadino con l’obbligo di mettere il proprio mestiere al servizio del bene comune, il 14 gennaio 2011, data che per la Tunisia segna la svolta rivoluzionaria e il passaggio dalla dittatura alla democrazia (o comunque al tentativo di istaurarla), non poteva rimanere solo un orgoglio e una soddisfazione personale. In quel momento il cinema doveva dare il suo contributo, doveva dare un’immagine alla Storia che mutava, doveva fissare l’attimo preciso di un cambiamento epocale. E a volte per fare cinema ci vuole poco, basta prendere una macchina da presa o una telecamera, uscire di casa e lasciarsi trascinare dalla realtà, farsi inghiottire dal vortice degli avvenimenti. Mourad Ben Cheikh ha sentito il bisogno e il dovere di fare esattamente questo e con Plus jamais peur ha firmato un documentario che è già Storia, perché è la prima vera opera cinematografica sulla rivoluzione tunisina, il primo film che mostra le immagini reali, senza filtri, di una svolta fondamentale per un popolo che finalmente incontra la democrazia e la libertà grazie alla propria forza, ad una presa di coscienza collettiva, ad un’unione d’intenti esplosa in azione. La bellezza e l’importanza di Plus jamais peur non risiede però solo nel contenuto emozionante delle sue immagini. Il film infatti avvolge lo spettatore offrendo un notevole respiro narrativo che consente all’opera di sfuggire la semplice documentazione e di farsi vero racconto cinematografico. Un respiro narrativo ottenuto grazie ad un obiettivo che guarda al contesto generale e alla collettività attraverso una focalizzazione su singoli personaggi, sulle loro esperienze personali, sulle loro idee, sui loro punti di vista, spesso anche divergenti. Non offrire solo uno sguardo generale e dare parola e importanza a diversi persone, ognuna a suo modo protagonista della rivoluzione, è un gesto cinematografico tutt’altro che scontato: è infatti una scelta artistica che si fa riflesso del cambiamento culturale dipinto dall’opera, poiché rifugge l’idea di un popolo omologato ed esprime al contrario la volontà di un obiettivo comune, la democrazia appunto, che non esclude la diversità ed il pluralismo, ma che anzi li necessita per esistere e sopravvivere.
Plus jamais peurè un film commovente, duro, di una potenza visiva dirompente. Un occhio limpido sulla realtà, un’iniezione di speranza. Un film da vedere e rivedere, da mostrare al mondo. Senza paura, finalmente.
(Plus jamais peur) Regia: Mourad Ben Cheikh; origine: Tunisia; durata: 74’.
