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TekFestival 2009 - Miss Little China - Doc Italiano

Pubblicato il 10 maggio 2009 da Gaetano Maiorino


TekFestival 2009 - Miss Little China - Doc Italiano

La storia d’Italia, tanto quella scritta sui libri che sembra così distante e irreale, quanto quella orale, tramandata dai nostri nonni nei racconti lenti e malinconici, ci narra della gente del bel paese come un popolo di emigranti. Un’attitudine (e una necessità) tanto facilmente dimenticata che in questi giorni fioriscono norme e proposte di legge alquanto bizzarre, usando un eufemismo, per una nazione che nella prima parte del novecento ha visto partire dai propri confini migliaia di uomini e donne, verso il nord Europa e gli Stati Uniti alla ricerca di un lavoro, e che ora tende invece a chiudere indiscriminatamente le proprie frontiere. Stupisce quindi che sia un professore cinese a dover ricordare a noi italiani quanto abbiamo rimosso, nelle sue lezioni “per far capire l’Italia” ai suoi connazionali immigrati sul nostro territorio. Questo professore è solo uno dei personaggi seguiti da Vincenzo de Cecco e Riccardo Cremona nel loro documentario Miss Little China, presentato in concorso nella sezione DocItaliano del TekFestival. Il lavoro dei due registi prende spunto da un concorso di bellezza dedicato alle ragazze cinesi che vivono nella nostra nazione e si costruisce seguendo le storie di integrazione, riuscita o meno, di alcune delle concorrenti. Un viaggio da un punto di vista antropologico molto interessante, che prova a ricostruire il percorso che ognuna delle emigranti cinesi ha compiuto per ritagliarsi uno spazio nella società italiana. Storie di ragazze come tante che si ricongiungono alla famiglia partita mesi o anni prima; storie di giovani asiatiche perfettamente integrate che sentono però ancora il peso della discriminazione; storie di individui che hanno deciso di abbandonare il proprio paese per migliorare il proprio stato e che spesso ci riescono.

Nessun pietismo né patetici atti di accusa, solo una lucida serie di interviste che cerca di tracciare una mappa della presenza cinese nella Penisola, approfondendo il lato umano di una comunità tutt’altro che chiusa e impenetrabile. Il lavoro di Cremona e De Cecco è asciutto, diretto, sicuramente di parte, ma non sempre è un male avere un punto di vista ben definito. Sono inquietanti oltre che di un’ignoranza imbarazzante, molti commenti tratti da trasmissioni radio montati come audio durante gli spostamenti da una città all’altra dell’Italia: da Bologna a Prato, da Parma a Roma a Brescia, un viaggio in automobile con sottofondo di stereotipi e dicerie. “La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo” diceva il poeta-cantore: dall’affermare che i cinesi sono disonesti, non pagano le tasse, costruiscono imperi economici di dubbia origine, fino alle accuse più “innocenti” legate allo stile di vita troppo incentrato sul lavoro (inconcepibile per noi italiani!), o sulla loro gastronomia i cui piatti forti sarebbero cani e gatti ben cotti. Ironico, ben strutturato, interessato a smontare i luoghi comuni ma anche a dare una spiegazione di alcuni di essi che a volte fantasia non sono. Miss Little China ci mostra quanto stupido sia il pregiudizio e quanto virtuoso il dialogo, la comprensione dell’altro. Perché se per primi siamo partiti per ritrovare dignità e ricchezza, per primi dobbiamo essere capaci di accogliere chi per lo stesso motivo lascia il suo paese per trasferirsi nel nostro.


CAST & CREDITS

(Miss Little China); Regia: Vincenzo de Cecco e Riccardo Cremona; sceneggiatura: Vincenzo de Cecco, Riccardo Cremona, Raffaele Oriani, Riccardo Staglianò; montaggio: Vincenzo De Cecco, Riccardo Cremona; produzione: VisitorQ; origine: Italia 2009; durata: 60’.


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