Terraferma
Il cinema italiano, di cui si lamenta specie ultimamente la mancanza di vera grinta e l’assenza di una firma d’autore che lasci il segno, sa ancora dare alla luce, a dispetto di tante critiche, prodotti audio-visivi di grande valore.
Terraferma è uno di questi: un sipario che si alza lentamente sugli ultimi problemi sociali che investono l’Italia, dall’atavico gap tra nord e sud alla delicata questione umanitaria dei continui sbarchi di clandestini che arrivano a Lampedusa, in Sicilia e nell’estremo meridione del nostro paese.
Questo interessantissimo lavoro di Emanuele Crialese vede come protagonisti i membri di una famiglia che va avanti giorno per giorno barcamenandosi tra le esigenze economiche sempre più condizionanti e gli antichi valori da rispettare se si vuole rimanere parte integrante di un codice di leggi non scritte il cui il mare detta le regole di vita e di rispetto reciproco. Ernesto, il nonno, dietro il suo aspetto da vecchio e burbero lupo di mare, possiede un cuore grande come le braccia di una madre sempre disponibili a consolare il proprio figlio: egli non tollera le ingiustizie, non sopporta l’idea che un uomo in difficoltà non venga aiutato, non si abbassa alle leggi dello stato e alle imposizioni della guardia di finanza perché sente che la vita del mare e del peschereccio su cui sale da quando è “picciriddu” non possono essere tradite. Giulietta, la nuora di Ernesto, è una donna siciliana dai tratti somatici e dai comportamenti forti: ha perso il marito e da quel momento uscire dalla povertà e cominciare una vita migliore della precedente, sono gli imperativi categorici da cui ella pensa di non poter sfuggire. Filippo, figlio di Giulietta e nipote di Ernesto, carica come un bufalo, pur solo e non in mandria, nell’aridità della savana africana: ogni situazione, a suo parere, deve essere presa di petto; ogni problema deve essere affrontato con l’irruenza del giovane che non vede mezze misure. E per finire Nino, altro figlio di Ernesto e zio di Filippo, è figllio della proria terra ma al contempo disposto a cambiarne le tradizionali usanze, retrograde dal suo innovativo punto di vista, per arricchirsi attraverso il turismo e crescere professionalmente mediante la capacità di venire incontro alle esigenze di chi vuole godersi una vacanza senza pensieri sotto il sole caldo che batte sul mare siculo. Le grandi differenze individuali di questi protagonisti di ogni età si intersecano con le vite a loro estranee di tre giovani, provenienti dal nord e desiderosi di divertimento, e di una donna, una neonata e un bambno kenyoti, che hanno viaggiato per due anni e mezzo circa dall’Africa nera al mare italiano prima di ritrovare una speranza di vita sempre più sfocata.
L’amore, il senso dell’umanità, la forza delle scelte difficili, la volontà di crescere o di regredire con tutti i pro e i contro che ciascuna delle due vie comporta, si uniscono in questo valzer che scivola sempre più velocemente lungo la pista da ballo di un popolo, quello nostrano, pieno di passione, di furore, di generosità e di voglia di migliorare e di puntare sempre più in alto.
Emanuele Crialese, sulla scia concettuale di film che trattano l’incontro-scontro tra civiltà diverse, come nel caso di Io l’altro con Raul Bova, sonda un terreno conosciuto quotidianamente attraverso i telegiornali, ma pur sempre difficile da trattare in campo artistico per la complessa posizione da prendere rispetto ad una questione, quella dell’immigrazione clandestina, che è vera e propria emergenza politica, sociale e decisionale.
Bravissimi gli attori, ognuno congeniale al proprio ruolo di attivista, chi un senso chi nell’altro, in nome di una Sicilia che nasce, soffre e muore portandosi dentro l’onore come prima parola d’ordine.
(Terraferma); Regia: Emanuele Crialese; soggetto: Emanuele Crialese; sceneggiatura: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni; fotografia: Fabio Cianchetti; montaggio: Simona Paggi; musica: Franco Piersanti; scenografia: Paolo Bonfini; costumi: Eva Coen; interpreti: Donatella Finocchiaro (Giulietta), Beppe Fiorello (Nino), Mimmo Cuticchio (Ernesto), Martina Codecasa (Maura), Filippo Pucillo (Filippo), Tiziana Lodato (Maria), Claudio Santamaria (Santamaria); produzione: Cattleya, Babe Films, France 2 Cinéma in collaborazione con Rai Cinema, Canal +, Cinecinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia – Francia, 2011; durata: 88’.