TFF ’05 - Concorso Doc 2005 - Altri occhi

Non è facile raccontare una storia di bambini senza scadere nel patetico e lo è ancora di più se i bambini in questione sono cechi. Il regista Guido Votano ha raccolto la sfida e ha confezionato un bel documentario asciutto e toccante. Narrare le realtà di Federico e Matteo, due bambini di otto anni molto diversi, il primo cieco dalla nascita, l’altro dopo pochi anni, è stata anche una maniera per mostrare come l’Italia di oggi reagisca al problema delle integrazioni dei non vedenti nella società. Il ritratto che ne scaturisce è confortante: maestre e compagni di scuola sembrano accettare pienamente l’handicap dei bambini e le strutture fornite della scuola sono all’avanguardia. Saranno forse due casi fortunati? Questo aspetto non viene approfondito negli ottanta minuti di proiezione, ma tutto sommato non bisogna sempre cercare le cose che non funzionano. Lasciandoci cullare da una realtà positivamente rivoluzionaria, seguiamo i due piccoli protagonisti nelle loro intense giornate, entriamo nelle loro case e conosciamo parenti e genitori. Sono tutti buoni, tutti comprensivi, come in una bella favola. Ma poi, all’occorrenza, si rivelano anche duri e vigili, perché non bisogna mai dimenticare che i ciechi sono prima di tutto persone che vanno educate e stimolate. Questo è il grande pregio del film: una lucida analisi sulla condizione disagiata che non scusa per questo pietismi o atteggiamenti arroganti. I due bambini crescono in un ambiente che cerca di dare loro i mezzi per entrare di diritto in questo mondo, a testa alta come gli altri esseri umani. federico e Matteo, da parte loro, devono imparare a non sfruttare la pena che suscitano per imporsi facilmente su chi preferisce non affrontare il problema ma dare facili soluzioni. Girato elegantemente, con momenti di autentica commozione e attento a non calcare mai la mano, il documentario è narrativamente ben costruito. Alterna momenti leggeri e allegri con altri improvvisamente crudi e seri, quasi a volerci ricordare che la vita è sempre un misto di sapore agrodolce. Queste capacità di analisi chiara e concreta del regista sono probabilmente il frutto di una lunga esperienza nel campo del giornalismo internazionale, dato che ha firmato numerosi documentari per conto dell’ONU ed altre organizzazioni che operavano soprattutto in Africa. Stupisce in effetti la capacità di raccontare un tema così ricco di preconcetti e sensi di colpa, situazioni che fanno paura o semplicemente mettono a disagio: dev’essere l’abitudine a parlare di ciò che spesso non si vuole sentire.
Regia, fotografia: Guido Votano Montaggio: Lucia Pandolfelli, Lorenzo Loi Musica: Rocco De Rosa Suono: Gianluca Scarlata, Guido Votano Produttore: Cristina Bortone, Daniele Mazzocca Produzione, Distribuzione: Orisa Produzioni Italia, 2005, Mini DV, 80, col.
