TFF ’05 - Concorso Doc 2005 - C’è un posto in Italia

È davvero un peccato che il documentario in Italia sia ancora tanto sottovalutato da essere associato a lavori sporchi e a basso costo. La pellicola di Corso Salani sembra proprio cadere in questa trappola, arrivando ad assomigliare più ad un filmino di famiglia piuttosto che ad un’indagine. Girato e montato senza intromissioni da parte del regista, il film mischia la vita privata e quella pubblica di Niki Vendola, ma carente di fantasia e piuttosto confuso non riesce ad approfondire né l’una né l’altra. Su stessa ammissione dell’autore, è un’opera commissionata all’ultimo momento dal produttore, Gianluca Arcopinto. Il risultato è che non emoziona nessuno: non racconta niente dell’uomo, tranne alcuni momenti di stress da campagna elettorale, né del politico che ha sorpreso l’Italia (primo candidato di sinistra, omosessuale, che ha saputo imporsi in una regione tradizionalmente di destra). Gli unici elementi che emergono sono i bagni di folla, l’entusiasmo dei chiassosi pugliesi ed i lunghi spostamenti in auto, sotto scorta, per tutto il territorio. Tutto piuttosto superficiale per chi in quei luoghi non c’è nato o non li ha conosciuti da vicino. Inoltre il mal di mare causato dalle riprese eccessivamente mosse della macchina a mano risulta fastidioso. In definitiva due occasioni mancate: quella di raccontare un personaggio che ha lottato per tutta la vita contro la mentalità piccolo borghese della politica italiana e quella per il nostro cinema di uscire dal provincialismo autoreferenziale che ci affligge.
Regia: Corso Salani Soggetto, sceneggiatura, montaggio: Corso Salani e Vanessa Picciarelli Produttore: Gianluca Arcopinto Produzione: La Fabbrichetta Distribuzione: Pablo
