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TFF ’05 - Concorso Doc 2005 - Solitudine alla fine del mondo

Pubblicato il 15 novembre 2005 da Francesca Romana Buffa


TFF '05 - Concorso Doc 2005 - Solitudine alla fine del mondo

“Un’esperienza fisica e antropologica”, così gli autori Carlos Casas e Fernando Zuber hanno definito il loro documentario. Questo è anche ciò che sente lo spettatore seduto comodamente nella propria poltrona, qualcosa di lodevole da rimarcare nel panorama cinematografico contemporaneo. Frutto di due spedizioni nella Terra del fuoco, è l’intensa testimonianza di uno stile di vita destinato a morire: il racconto di tre eccezionali personaggi che vivono e lavorano in completa solitudine, in situazioni di vita estreme, ognuno con la propria storia da raccontare. Inizialmente il progetto era finalizzato al ritratto di uno solo di questi uomini per un numero della rivista “Colors” prodotta da “Fabbica” di Oliviero Toscani. Ma una volta resisi conto della straordinarietà di queste persone i due registi hanno capito la necessità di andare più a fondo. Così sono partiti alla volta della Patagonia, “Il mondo alla fine del mondo” come la chiamava Sepulveda, una delle regioni più desolate del pianeta. Casas e Zuber hanno vissuto a stretto contatto con questi uomini, entrando nelle loro case, ascoltandoli parlare, filmandoli per ore, in silenzio, senza mai essere invasivi. “Non è stato facile” confessano “molti non erano abituati a parlare ed abbiamo capito che era meglio non fare domande: senza intrometterci abbiamo aspettato che raccontassero da soli le ragioni che li avevano portati lì.” Difficile non pensare a Chatwin ed ai suoi taccuini di viaggio, ma sfruttando abilmente il grande pregio del cinema il documentario ha la capacità di restituire lo scorrere del tempo, infinito ed eterno, di un mondo sospeso al limite delle condizioni di vita umana. Il risultato è un documentario estremamente affascinante e poetico. Il ritmo della narrazione, un lento crescendo, accompagna lo spettatore alla scoperta di questi personaggi estremi come i luoghi in cui vivono. Le immagini sono belle come pitture ed hanno l’andamento di un adagio, complice anche lo splendido lavoro sul suono, creato sintetizzando i rumori della stessa natura. Ogni ritratto è un climax: solo al culmine arrivano le parole dei protagonisti, poche ed essenziali, a rendere l’esperienza dei registi e dello spettatore ancora più intensa. Per ricordarci che la natura è assoluta ed immortale e l’uomo solo come un pescatore che si lascia affascinare dal mare, finendo per piegarsi al suo fascino.

Regia, fotografia: Carlos Casas e Fernando Zuber Montaggio: Felipe Guerrero Musica, suono: Sebastian Escofet Cast: Peter Segundo, Alfredo Manquin, Jorge Stylarek Produttore: Renzo di Renzo Produzione: Fabrica, Colors Film Origine: Italia, Argentina 2005.


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