Paradiso amaro

L’arcipelago della Hawaii è nell’immaginario collettivo un luogo paradisiaco, dove la bellezza della natura si manifesta incontrastata sotto forma di spiagge bianchissime, acqua cristallina, cascate scroscianti e scogliere altissime. Un posto scelto da molti per trascorrere momenti indimenticabili e romantici. Eppure anche in queste località incantate albergano dolore e sofferenza tanto quanto nelle frenetiche metropoli. A ricordarcelo è la suadente voce di Matt King (George Clooney) uomo stravolto dal coma irreversibile della moglie, attaccata alle macchine in seguito a un incidente in barca.
Matt è obbligato dagli eventi a ricoprire un ruolo che proprio non gli si addice: essere un capofamiglia presente, un esempio per le figlie private troppo presto dell’affetto materno. Scottie, la piccola di casa, reagisce arrabbiandosi con il mondo, sfoggiando un’atteggiamento irriverente per emulare la sorella maggiore Alexandra. Ad unire questa famiglia disastrata sarà il viaggio attraverso le isole, sulle tracce di un uomo, l’agente immobiliare Brian Speer (Matthew Lillard), che Alexandra ha scoperto essere l’amante della madre.
__ Alexander Payne, già conosciuto per A proposito di Schmidt e Sideways, in questa commedia, adattamento del romanzo Eredi di un mondo sbagliato, sferra il suo colpo migliore grazie alla brillante sceneggiatura (suo punto di forza come dimostra l’Oscar del 2004) ma abbassa troppo la guardia su altri fronti.
Dalla prevedibilità del finale, il ricongiungimento con le figlie è scontato fin dalle prime battute, alla scarsamente approfondita tematica ambientalista. La seconda linea narrativa, quella che segue le sorti delle terre ereditate da King e dai suoi numerosi cugini, è solo abbozzata, inconcludente poichè subordinata in maniera eccessiva alla trama principale. Nell’insieme il film risulta immotivatamente lungo, la colonna sonora ripetitiva e la lussureggiante natura hawaiana è per lo più accantonata per lasciare posto a grigi palazzoni o banali cottage sulla spiaggia. Scelta dettata dalla volontà di oscurare il lato ameno della location, per concentrasi sugli aspetti emotivi che scaturiscono dai personaggi? Probabilmente si, ma perchè girare in un luogo esotico se poi non si sfrutta a pieno la sua potenzialità (anche dal punto di vista del diverso tessuto sociale che offre)?
Clooney brilla, invece, in una performance che gli permette di sfoggiare la sua straordinaria mimica facciale, abbandonando l’aplomb da red carpet per diventare un esilarante padre/devoto compagno, che corre alla Forrest Gump in cerca della verità su sua moglie.
(The Descendants); Regia: Alexander Payne; soggetto: dal romanzo Eredi di un mondo sbagliato di Kaui Hart Hemmings; sceneggiatura: Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash; fotografia: Phedon Papamichael; montaggio: Kevin Tent; scenografia: Jane Ann Stewart; costumi: Wendy Chuck; interpreti e personaggi: George Clooney (Matt King), Shailene Woodley (Alexandra King), Amara Miller (Scottie King), Judy Greer (Julie Speer), Matthew Lillard (Brian Speer), Beau Bridges (il cugino Hugh), Robert Forster (Scott), Nick Krause (Sid), Patricia Hastie (Elizabeth King), Mary Birdsong (Kai Mitchell), Rob Huebel (Mark Mitchell); produttori: Jim Burke, Alexander Payne, Jim Taylor; produzione: Ad Hominem Enterprises; distribuzione: 20th Century Fox Italia; origine: (USA, 2011); durata: 115’
