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The Killer Inside Me

Pubblicato il 26 novembre 2010 da Antonio Valerio Spera


The Killer Inside Me

Esce nelle sale italiane il film di Michael Winterbottom che ha fatto scandalo alle ultime edizioni del Sundance e della Berlinale. Non erano bastati i fischi ricevuti al festival americano Sundance per far ragionare i selezionatori della Berlinale su questa inutile e immotivata giostra di violenza, maschilismo, sadomasochismo e stupidità. Presentato a Berlino addirittura in concorso, The Killer Inside Me apparve totalmente fuori luogo in una selezione di medio-alto livello come quella dello scorso anno. Si tratta infatti principalmente di un film vuoto, di un discorso cinematografico fine a se stesso. Alzi la mano chi riesce a trovare un significato a quest’opera di Winterbottom. Le vicende dello sceriffo Casey Affleck, al di sopra di ogni sospetto sessuomane violento che picchia con molto piacere le sue partner e che nasconde dentro di sé uno spietato omicida schizoide (il killer inside del titolo), sono rappresentate sullo schermo con una tale presunzione - che in questo caso fa rima con faciloneria e banalità – da non rendere rintracciabile alcun sottotesto.
Scordatevi il Winterbottom impegnato, regista dallo sguardo sociale, dal tocco molto british e dallo spirito indipendente che a volte si sa anche adattare ad un cinema più “internazionale”, commerciale, mainstream. Mettete per un momento da parte quel regista capace di impressionare e commuovere sia con il documentario sia con la fiction, magari non sempre convincendo in pieno ma rimanendo comunque una firma che garantisce in ogni occasione una certa qualità. Scordatevi di lui e del suo cinema perché altrimenti guardando la sua ultima fatica riceverete una cocente delusione: in The Killer Inside Me infatti non c’è traccia di quell’autore, non c’è niente che lo renda riconoscibile come un suo film.
A parte la descrizione della follia del protagonista, tra l’altro anche motivata con i soliti traumi infantili mostrati in flashback inseriti a caso nel racconto come neanche in un B-Movie degli anni ’70, che potrebbe portare ad un accenno di riflessione sulla violenza della società contemporanea e sull’automatica accettazione di quest’ultima, l’opera scorre per cento minuti non arrivando mai a nulla, tentando vanamente un rimodellamento del genere noir in stile Coen e alla fine quasi esprimendo godimento per la tragicità degli eventi.
In questo modo The Killer Inside Me diventa quasi un apologo o addirittura un elogio di ciò di cui invece alla base – almeno lo speriamo – voleva essere una denuncia amara e sopra le righe, in facciata retrò e autoironica. Le donne vengono prese a cinghiate, a pugni i faccia, a calci, sfregiate ed uccise senza pietà; i poliziotti sono quasi stupide macchiette, inetti, incapaci; il killer è descritto come un uomo traumatizzato dall’infanzia che in fondo sa amare anche lui a modo suo. Il tutto rappresentato dal tocco confortante e conciliatorio di Winterbottom che dà la sensazione di non sapere che film girare, di non sapere dove mettere le mani, di non capire mai in che direzione sta conducendo l’opera.
A ciò vanno aggiunte le pessime interpretazioni degli attori (comunque mal diretti). Casey Affleck si scorda del suo talento e offre una perfomance piatta; Kate Hudson – non si capisce perché abbia accettato la parte – si concede solo qualche scena di sesso e sadomasochismo senza lasciare mai il segno; ed infine Jessica Alba ci regala la sua peggior prova di sempre (ed è tutto dire): donna oggetto, inespressiva, dallo sguardo vuoto, non parla quasi mai e finisce male dopo pochi minuti, picchiata a sangue dal killer in una delle scene più disturbanti ed assurde del film.


CAST & CREDITS

(The Killer Inside Me) Regia: Michael Winterbottom; sceneggiatura: John Curran dal romanzo di Jim Thompson; fotografia: Marcel Zyskind; montaggio: Mags Arnold; musica: Melissa Parmenter, Joel Cadbury; interpreti: Casey Affleck (Lou Ford), Kate Hudson (Amy Stanton), Jessica Alba (Joyce Lakeland), Ned Beatty (Chester Conway), Elias Koteas (Joe Rothman), Bill Pullman (Billy Boy Walker); produzione: Revolution Films; distribuzione: wild Bunch; origine: USA/Gran Bretagna; durata: 120’.


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